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Sabrina | Audrey Hepburn e i settant’anni della fiaba di Billy Wilder

William Holden e Humphrey Bogart, Cenerentola e il sodalizio con Givenchy: Su Paramount+

Audrey Hepburn in una scena di Sabrina, film di Billy Wilder del 1954
Audrey Hepburn in una scena di Sabrina, film di Billy Wilder del 1954

ROMA – Intanto il titolo, perché non è con il semplice Sabrina che avremmo dovuto conoscere l’undicesima premiata regia di Billy Wilder del 1954, ma Sabrina Fair, ovvero, il titolo originale della produzione di Broadway di Samuel A. Taylor da cui è tratta. Una produzione da sogno che debuttò al National Theatre l’11 novembre 1953 andando in scena per un totale di 318 rappresentazioni. La Paramount Pictures pagò 75.000 dollari a Taylor per acquisirne i diritti di utilizzazione economica, a condizione, però, che il film non uscisse prima di un anno. Una trattativa veloce quella tra Paramount e Taylor, anche grazie a due fattori in gioco che ne condizionarono l’esito: Billy Wilder – che vide nel concept un perfetto soggetto da adattare al cinema per Audrey Hepburn – e proprio la Hepburn che ne rimase estasiata da prima che la Paramount se ne interessasse.

Audrey Hepburn e William Holden in un momento di Sabrina
Audrey Hepburn e William Holden in un momento di Sabrina

Ed era il momento d’oro della Hepburn, pochi mesi dopo la fine della lavorazione di Vacanze Romane che la fece conoscere al grande pubblico. Quindi l’Oscar alla Miglior attrice protagonista 1954 e l’inizio della sua straordinaria ascesa proseguita proprio con Sabrina che con l’opera di Wyler ha in comune un amore gentile raccontato sottovoce come energia vitale degli agenti scenici e un sapore filmico dal tono fiabesco in una nuova e più raffinata rilettura della fiaba di Cenerentola contaminata del mito di Pigmalione tra sogni e desideri, ragione e sentimento, e lotta di classe. Il resto è dato dal tipico humor wilderiano capace di regalare momenti di comicità straordinaria (la scena dell’amaca è un capolavoro nda) in un impianto narrativo da commedia d’equivoci reso possibile da due fenomeni della recitazione come William Holden e Humphrey Bogart qui nei panni di due fratelli caratterialmente agli antipodi.

Sabrina di Billy Wilder fu presentato in terra statunitense il 2 settembre 1954
Sabrina di Billy Wilder fu presentato in terra statunitense il 2 settembre 1954

Dicevamo del titolo, però, sarebbe dovuto essere Sabrina Fair ma il timore degli executives della Paramount era che il film potesse essere associato a qualcosa di sofisticato alla maniera di Vanity Fair (La Fiera delle Vanità in v.o.), romanzo di William Makepeace Thackery del XIX secolo ambientato nell’Inghilterra di Giorgio IV. Lì per lì si pensò a The Chauffeur’s Daughter in modo da sottolineare anche il ruolo e la tematica sociale dell’agente scenico portato poi in scena con grazia dalla Hepburn. Infine semplicemente Sabrina con cui fu distribuito nelle sale statunitensi il 22 settembre 1954. Tranne nel Regno Unito dove il titolo originale fu ripristinato per evitare che il film di Wilder fosse associato all’omonimo personaggio televisivo di Norma Sykes del The Arthur Askey Show, ma non è solo per queste ragioni che ancora oggi, a settant’anni di distanza, ne continuiamo a parlare.

Audrey Hepburn e Humphrey Bogart in una scena del film
Audrey Hepburn e Humphrey Bogart in una scena del film

È grazie a Sabrina, infatti, se oggi possiamo godere della vista del celeberrimo Sabrina Neckline. Il famoso abito da cocktail nero disegnato dallo stilista Hubert de Givenchy per la Hepburn (di cui curò l’intero guardaroba del film). Eppure, agli Oscar 1955, sarà Edith Head, la costumista di Sabrina, a riceverà l’agognata statuetta nonostante tutti i giurati dell’Academy avessero votato in funzione degli abiti della Hepburn. Givenchy non fu mai accreditato, ma la storia ci dice che l’iconico abito nero, pur realizzato dalla Paramount sotto supervisione della Head, era un suo modello. Il film diede vita a un sodalizio artistico leggendario, quello tra la Hepburn e Givenchy, nato praticamente per caso. Perché da principio fu allo stilista Cristóbal Balenciaga che la Hepburn chiese di disegnare i suoi costumi di scena. Il suo netto rifiuto la spinse proprio verso Givenchy, un suo protetto meno noto ma di enorme talento.

La lavorazione del film segnò l'inizio del sodalizio tra Audrey Hepburn e lo stilista Hubert de Givenchy
La lavorazione del film segnò l’inizio del sodalizio tra Audrey Hepburn e lo stilista Hubert de Givenchy

Solo che lì per lì, quando Givenchy vide arrivare la Hepburn nel suo atelier a Parigi, credeva si sarebbe ritrovato davanti Katharine e non Audrey. Divenne la sua musa, una tela su cui disegnare abiti che incarnassero un nuovo ideale di bellezza femminile in controtendenza con quello promosso dalle dive Marilyn Monroe e Grace Kelly e dagli abiti iperfemminili del New Look di Christian Dior. Non ultimo qualche nota legata alla lavorazione. Alla maniera di Viale del Tramonto, le riprese iniziarono senza uno script definitivo. In aiuto di Wilder, la Paramount ottenne in prestito dalla MGM – Metro-Goldwyn-Mayer lo sceneggiatore Ernest Lehman che lavorò talmente da procurarsi un crollo nervoso. Lo stesso Wilder, a un certo punto, chiese alla Hepburn di fingere un’influenza in modo da avere abbastanza tempo per finire di scrivere la scena da girare. Il risultato fu un set allo sbando.

Humphrey Bogart in un momento del film
Humphrey Bogart in un momento del film

A pagare maggiormente lo stato di incertezza fu Bogart che non riuscì a prendersi con nessuno dei suoi compagni di scena. Ribattezzò Holden come Smiling Jim e accusò la Hepburn di non saper recitare (la verità è che avrebbe voluto Lauren Bacall al suo posto nda), ma d’altronde Wilder l’aveva avvertito che sarebbe stata un’esperienza inedita per lui. Nonostante lo status di stella hollywoodiana di prim’ordine, non fu affatto la prima scelta di Wilder. Per quella chiedere a Cary Grant che dopo aver rifiutato il ruolo da co-protagonista in Vacanze romane (in favore di Gregory Peck) nel pieno della pre-produzione si tirò indietro perché riteneva ridicolo che il suo personaggio dovesse tenere in mano un ombrello in ogni scena. Quindi Bogart che a differenza del triangolo amoroso di Sabrina sopportò a malapena la Hepburn mentre Holden se ne innamorò perdutamente.

Nei cinema italiani Sabrina fu distribuito il 18 novembre 1954
Nei cinema italiani Sabrina fu distribuito il 18 novembre 1954

La relazione fu di durata breve, ma i due rimasero in ottimi rapporti per tutta la vita. Nemmeno tre anni dopo, per la Hepburn sarà ancora tempo di fiabe moderne in terra francese e di un amore con uomo più grande con Cenerentola a Parigi di Stanley Donen in cui divise la scena con un formidabile Fred Astaire. Per l’atteso incontro con Grant, invece, toccherà aspettare il 1963 di Sciarada con sempre Donen alla regia, ma quella è tutta un’altra storia…

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