MILANO – È una storia vera che quasi nessuno conosce, tenuta segreta per anni dopo gli eventi prima di essere rivelata al mondo, quella raccontata in 12 Soldiers, il film diretto da Nicolai Fuglsig nel 2018, prodotto da Jerry Bruckheimer e con Chris Hemsworth, Michael Shannon, Michael Peña e Navid Negahban, che oggi trovate in streaming su Netflix, Prime Video e TIM Vision. Riportando alla luce una storia di coraggio e valore, Fuglsig ha raccontato dei 12 soldati delle Forze Speciali americane che si offrirono volontari per contrattaccare gli attacchi terroristici immediatamente dopo l’11 settembre. La loro missione, segreta e pericola, è stato il primo passo degli Stati Uniti per contrastare i talebani e Al Qaeda.
Un passo indietro. L’11 settembre 2001 due aerei dirottati da terroristi di Al Qaeda colpiscono le Torri Gemelle a New York, provocando migliaia di morti: è l’evento che cambierà per sempre l’America e l’Occidente. Tutti ricordano cosa stavano facendo in quei momenti, la paura e la rabbia nel vedere le immagini di quelle torri crollare al suolo. Ma pochissimi conoscono, o ricordano, quello che successe nei giorni successivi. Bisognoso di dare una risposta forte agli attacchi dei talebani, il governo americano organizza una missione segreta dal nome in codice Task Force Dagger, una missione allo stesso tempo militare e diplomatico. 12 soldati si offrono volontari.
Dopo aver detto addio alle loro famiglie, la squadra delle Forze Speciali guidata dal generale Mitch Nelson – conosciuti come i Berretti Verdi – parte per le terre ostili dell’Afghanistan settentrionale. Il loro compito è aiutare il Generale Abdul Rashid Dostum, leader dell’Alleanza del Nord, a prendere il controllo di quelle regioni e convincerlo a unire le forze con gli Stati Uniti per combattere il nemico comune – i talebani e Al Qaeda. La missione è difficile e pericolosa, i 12 soldati sono abituati alla sofisticata tecnologia dell’esercito americano mentre lì devono fare i conti con tecniche di combattimento più rudimentali e a cavallo. Oltre a dover affrontare la sfiducia reciproca e superare le molte barriere culturali che li separano.
Il produttore Jerry Bruckheimer ha affermato: «Mentre il popolo americano era ancora sotto shock, questi uomini si sono avventurati verso l’ignoto, in una situazione piena di pericoli, per cercare di pareggiare i conti e offrirci una vittoria. Hanno dovuto lasciare le loro mogli e i loro figli, senza sapere dove stessero andando o se sarebbero mai riusciti a tornare indietro. L’operazione è rimasta segreta per diversi anni – la maggior parte della gente non ne ha mai nemmeno sentito parlare – ma questi uomini sono dei veri eroi».
E il regista ha aggiunto: «Erano in prima linea, i primi soldati americani sul territorio dell’Afghanistan. Quando arrivarono, si trovarono in inferiorità numerica di 5.000 a 1 rispetto ai nemici, e costantemente a rischio di cattura a causa dell’enorme taglia che i talebani avevano messo sulle loro teste». Una missione che è stata definita “senza precedenti”, e che Fuglsig descrive come «un film in cui ci si può sentire vicini sia agli americani sia agli afghani perché, insieme, sono arrivati fino alle porte dell’inferno».
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