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Nella valle di Elah | La guerra in Iraq, un omicidio e un padre alla ricerca di giustizia

Nel 2003 il caso di Richard T. Davis ha sdegnato gli Stati Uniti. Paul Haggis lo ha portato sullo schermo

nella valle di elah

MILANO – Un padre che attraversa in macchina gli Stati Uniti per avere giustizia per suo figlio, un giovane ragazzo tradito dai suoi compagni e dalla politica americana. È una storia vera quella raccontata dal regista premio Oscar Paul Haggis, Nella valle di Elah, basato su un fatto di cronaca che scosse profondamente il Paese durante la presidenza Bush. Un cast stellare con Tommy Lee Jones, Charlize Theron e Susan Sarandon per ripercorrere le vicende che distrussero le vite di Richard T. Davis e di suo padre Lenny.

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Tommy Lee Jones è Lenny Davis in Nella valle di Elah

Nato in una base militare in Germania, Richard si arruola nell’esercito nel 1999, all’età di 19 anni. Suo padre era un veterano del Vietnam e come lui voleva dimostrare fedeltà al suo Paese. Venne prima assegnato ai peacekeeper delle Nazioni Uniti e poi inviato in Bosnia. Quando tornò a casa si confrontò con il padre perché aveva visto gli orrori della guerra per la prima volta che lo avevano segnato profondamente. Continuò comunque la sua carriera nell’esercito: Richard era un soldato abile e competente, senza paura. Conosceva la meccanica e l’elettronica e possedeva equipaggiamenti extra per permettergli di combattere più velocemente.

Susan Sarandon in Nella valle di Elah

L’ultima volta che i suoi genitori lo videro fu nel novembre 2002, quando venne mandato in Kuwait. Inizialmente Richard nemmeno pensava che ci sarebbe stata una guerra, e invece pochi mesi dopo il Presidente Bush dichiarò lo scontro armato. Dalle ricostruzioni si sa che dal Kuwait l’unità di Richard – la Baker Company, Primo Battaglione, 15° Reggimento di Fanteria, Terza Brigata, Terza Divisione di Fanteria (Meccanizzata) – passò il confine con l’Iraq arrivando a combattere in sette villaggi. Nella primavera del 2003 era previsto il suo rientro ma il padre Lenny ricevette una telefonata dal Pentagono che gli comunicava che Richard era scomparso.

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Una scena di Nella valle di Elah

I suoi resti vennero ritrovato mesi dopo: era stato ucciso con trentatré coltellate e il suo corpo fatto a pezzi e bruciato per nasconderlo. Erano stati tre dei suoi compagni a porre fine alla sua vita perché il giovane soldato aveva minacciato di denunciare lo stupro di una donna irachena da parte delle truppe statunitensi, anche se inizialmente l’esercito pensò bene di bollarlo come disertore, rifiutandosi di aprire un’indagine. Senza demordere, Lenny si mise allora in viaggio, partendo dalla sua casa nel Missouri e arrivando infine in Texas dove si trovava Fort Worth, la base di Richard. Iniziò così a indagare per conto suo e alla fine solo nel febbraio del 2004 i responsabili vennero consegnati alla giustizia.

Le indagini private di Lenny in Nella valle di Elah

Vennero condannati per omicidio colposo, anche se la difesa giustificò il gesto come PTSD. Dal processo emerse che già da tempo Richard era preso di mira dai suoi compagni ed era stato attaccato più volte mentre erano di stallo a Baghdad. Il caso suscitò un acceso dibattito dell’opinione pubblica in quanto era stato ucciso da commilitoni e nel 2007, quando nelle sale uscì il film, si divise tra plausi e critiche. La storia di Richard T. Davis rimane però un toccante dramma umano che ancora una volta mostra come in guerra morire sul campo sia molto più facile che affrontare i traumi che ci si riporta indietro.

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