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Django | Matthias Schoenaerts, Noomi Rapace e quel western dal respiro europeo

La serie rilegge in chiave moderna, femminista e psicologica il leggendario film di Sergio Corbucci

Django
Matthias Schoenaerts, Noomi Rapace, Nicholas Pinnock e Lisa Vicari: i protagonisti di Django

MILANO – Ormai è una tendenza: con Django – ora su Sky e NOW – siamo già alla terza serie ambientata nel West di questo 2023 (insieme a That Dirty Black Bag e 1923), segno che il genere funziona e ha (finalmente?) ricominciato ad attrarre l’interesse delle produzioni. Come si intuisce dal titolo, ci troviamo di fronte a una serie che omaggia e rivede in chiave moderna, femminista e psicologica il leggendario western di Sergio Corbucci del 1966, arricchendolo di temi contemporanei come la libertà di pensiero, le diversità e i problemi della convivenza civile. Presentata in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, la serie è una produzione internazionale – SKY Studios e Cattleya, in collaborazione con Canal+ e Atlantique Productions – che vede Francesca Comencini come direttrice artistica del progetto e alla regia dei primi quattro episodi affiancata da David Evans (Downtown Abbey) ed Enrico Maria Artale (Romulus).

Django
Matthias Schoenaerts è Django

Siamo nel 1872, anno in cui negli Stati Uniti la schiavitù è stata abolita da sette anni. Purtroppo però – come dice uno dei protagonisti nella prima puntata – tra “supposed to be” e “is” (ovvero tra “dovrebbe essere” e “è“) c’è una bella differenza, e quindi nel Sud del Paese, le persone di colore continuano a vivere una vita di soprusi, discriminazioni e violenze. È per questo che l’ex-schiavo John Ellis (Nicholas Pinnock) decide di fare i bagagli e fondare una nuova città insieme alla compagna Sarah (Lisa Vicari): New Babylon, una città che ha l’ambizione di accogliere chiunque, promettendo uguaglianza di diritti e possibilità. Naturalmente, come la Storia insegna, il confine tra utopia e distopia è sottile, spesso fragile, e così la città di John e Sarah, già all’inizio della serie, ha più le sembianze di un autoritarismo carismatico e populista (in cui lei svolge un ruolo collante alla maniera di Evita Peron), che quelle del sogno di una Cristiania anarchica e libera del West.

New Babylon in un’altra immagine di Django.

È proprio in questa cittadina che incontriamo per la prima volta Django, interpretato dall’ottimo Matthias Schoenaerts. Anche se all’inizio lo conosciamo nelle visti di combattente a mani nude nello stile del Jean-Claude Van Damme di Lionheart (stessa forza innata e stessa compassione nel risparmiare il nemico), Django è un pistolero misterioso e solitario, con un passato tragico che si intreccia in vario modo a quello di New Babylon. Ma perché Sarah vuole salvarlo? Perché, invece, John ce l’ha così tanto con lui? E, ancora, quali scherzetti potrà giocare ai nostri protagonisti la cattivissima Elizabeth (Noomi Rapace), rancorosa padrona della vicina città di Elmdale, capace di tutto, pur di difendere i privilegi dei bianchi?

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Noomi Rapace in una scena di Django

Molto ben congegnata registicamente tutta la sequenza dell’assalto al casino (tra Tarantino e Sofia Coppola), la colonna sonora, firmata dai Mokadelic (giù firma delle musiche di Gomorra – La Serie) è protagonista di un’interessante lavoro sugli strumenti dell’epoca ma arrangiati in chiave odierna e sempre funzionali ai cambi repentini del racconto e la dettagliata e coraggiosa scenografia di Paki Meduri dona al racconto una forte componente immersiva. Le premesse delle prime puntate apparecchiano uno scenario poco prevedibile, e la sensazione è che se ne vedranno davvero di tutti i colori (il soggetto è astuto e lascia aperte tante possibilità per gli sceneggiatori ed eventuali ulteriori stagioni).

Nicholas Pinnock e Lisa Vicari

Con Django, lo spaghetti western prova a prendere respiro europeo: buona idea, vediamo se funzionerà e quale china prenderà l’avventura di questo personaggio squisitamente west, con un occhio sempre aperto nel sonno e la mano destra rigorosamente nei pressi della fondina. Occhio all’immancabile apprezzata presenza di Franco Nero (l’originale Django di Corbucci, già rivisto in Django Unchained di Tarantino), e a Manuel Agnelli, questa volta nei panni di uno dei co-protagonisti, nel cast.

L’intervista a Matthias Schoenaerts e Lisa Vicari è di Manuela Santacatterina:

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