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Butch Cassidy | Paul Newman, Robert Redford e un capolavoro senza tempo

George Roy Hill e il suo film, emblema western dal sapore amaro, simbolo dell’amicizia. Su Disney+

Butch Cassidy
Robert Redford e Paul Newman: Butch Cassidy

MILANO – Come non innamorarsi della coppia formata da Paul Newman e Robert Redford? Se in più ci aggiungete che in questo film sono diretti da George Roy Hill (lo stesso che quattro anni più tardi li scelse per il sette volte Premio Oscar La stangata), la miscela diventa più pericolosa della nitroglicerina. E Butch Cassidy rimane ancora oggi un film esplosivo, non solo per il ritmo scoppiettante e l’imprevedibilità dei protagonisti, e neanche per i tre Oscar con cui si impose nel 1970 (anni luce) ma anche e soprattutto per il modo sfacciato con cui si inserisce nella tradizione del film western mantenendo del genere solo i punti fissi di una colonna sonora straordinaria e una fotografia impeccabile.

Butch Cassidy
Robert Redford e Paul Newman in una foto che ha fatto storia

Paul Newman è Butch Cassidy, un criminale-prodigio che operò sul finire del XIX Secolo insieme alla banda del ‘buco nel muro’ (meglio conosciuta come Wild Bunch, il mucchio selvaggio), una manciata di uomini che partendo da una base sperduta del Wyoming si dedicava a rapine in banca e assalti ai treni. Butch, il capo, nell’interpretazione di Newman è tratteggiato come un’irresistibile canaglia dalla lingua lunga, un re nell’arte del bluff e del raggiro fin troppo consapevole delle sue doti e capace di ideare piani di azione (o di fuga) in poche frazioni di secondo, usando il suo genio visionario. Il suo compagno fidato è Sundance Kid (Robert Redford), più giovane ma altrettanto spavaldo, che alle sottigliezze della retorica preferisce l’affidabilità della sua mira e la rapidità di mano nell’uso della pistola.

Robert Redford e Paul Newman
Robert Redford e Paul Newman

Liberi, leggeri e belli, assolutamente indipendenti dal sistema ed entrambi innamorati di Etta Place (Katharine Ross), Butch e Sundance sono i perfetti eroi del loro tempo, quel tempo in cui lo Stato, la Scuola e le istituzioni in generale erano considerate da molti giovani costrizioni umane da cui fuggire, in favore di una libertà considerata forse ancora un po’ ingenuamente, ma assolutamente irrinunciabile e totalizzante. Nello loro scorribande, i due preferiscono la seduzione e l’inganno alle sparatorie, e nei momenti di calma apparente si dedicano al gioco e alle donne, più che al whiskey e al sigaro, vizi che sanno di vecchio di fronte a questa nuova vitalità e al malcelato infantilismo della nuova generazione di pistoleri gentili e fuorilegge che chiudono il secolo e aprono il nuovo.

Robert Redford, Paul Newman e Katharine Ross
Robert Redford, Paul Newman e Katharine Ross

Ma attenzione, perché se Hill esalta le doti da sognatori dei suoi eroi, è anche molto pragmatico e cinico nello stabilirne il fallimento. Il progresso avanza a cavallo tra Ottocento e Novecento e il processo coinvolge tutti ed è irreversibile, perché i territori del west ormai sono stati conquistati (lo stesso Wyoming divenne Stato nel 1890, quando le attività della banda erano già iniziate) e il sogno degli Stati Uniti liberi e autosufficienti iniziato un secolo prima si sta trasformando in sogno di potenza – siamo negli anni della guerra con la Spagna per il controllo di Cuba – che lascia poco spazio a due briganti-cowboy idealisti e perdigiorno, per di più ricercati dagli sceriffi di ogni contea.

Butch Cassidy
Pistoleri stanchi

E così si sovrappongono due piani in Butch Cassidy: da una parte abbiamo la fine della narrazione western canonicamente intesa (il passato, la tradizione, il mito fondativo, la legge), un ‘crepuscolo degli idoli’ in cui i gendarmi e i vari guardiani dell’ordine sono per lo più dei grulli senza spina dorsale, sempre in balia dell’inarrestabile sagacia di due rapinatori il cui sex-appeal è la negazione dell’austerità e della fisicità statica dell’ultimo John Wayne; dall’altro, per contro, assistiamo al fallimento stesso della loro ribellione, un sogno di autodeterminazione troppo grande, che nulla può di fronte ai nuovi eserciti.

Butch e Sundance
Butch e Sundance

Il finale, infatti, è simbolico: Butch e Sundance litigano come bambini, la loro compagna di viaggio li ha abbandonati e finiscono assediati dopo aver tirato troppo la corda durante l’ennesima malefatta; loro all’interno del ristorante con poche cartucce, la legge all’esterno con decine di fucili spianati. Non sappiamo come sia andata nella realtà – alcuni parlano di suicidio in stile Seneca, altri sostengono siano sopravvissuti e scappati – ma è importante che la scelta del regista sia stata quella di immortalarli mentre tentano il tutto e per tutto, senza speranze, con la postura e lo sguardo di chi vuole essere immortale. Libero ad ogni costo.

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  • VIDEO | Qui per il brano chiave della colonna sonora:

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