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Camille Dugay, Vinicio Marchioni, Manuel Agnelli e Thomas Trabacchi raccontano Django

Tra sonorità western, ruolo della cultura e modernità narrativa: gli attori raccontano la serie Sky

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Camille Dugay, Vinicio Marchioni, Manuel Agnelli e Thomas Trabacchi

ROMA – «Come costruire la nostra New Babylon? Partendo dai diritti fondamentali che abbiamo acquisito finora e cercare di preservare quelli. Non tornare indietro e non farci schiacciare da un ritorno di Medioevo». Vinicio Marchioni racconta così a Hot Corn come provare a fare nostro uno degli elementi alla base di Django, la serie sotto la direzione artistica di Francesca Comencini – dal 17 febbraio su Sky e NOW – che rilegge in chiave contemporanea l’omonimo film di Sergio Corbucci e che vede protagonisti Matthias Schoenaerts, Noomi Rapace, Nicholas Pinnock e Lisa Vicari. Al fianco dell’attore anche Manuel Agnelli che sottolinea come «la parte culturale è fondamentale. Se le persone non hanno i mezzi per capire le cose, possiamo spiegargli quello che vogliamo ma non le capiranno». «New Babylon è un elemento di partecipazione, un ghetto spontaneo», ribatte Thomas Trabacchi, «Quando le cose sono spontanee e partecipate, poi naturalmente l’elemento culturale emerge». Altro punto a favore della serie la modernità dei temi trattati e una vicinanza al reale profilo del West fatto di molti elementi diversi come sottolinea anche Camille Dugay. «Nell’includere delle soggettività che fino a questo momento erano state escluse, c’è una vicinanza ai fatti storici. E in questo possiamo prendere ispirazione da New Babylon che rappresenta realtà che esistono da sempre».

La video intervista per Django è a cura di Manuela Santacatterina:

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VIDEO | Django: Noomi Rapace e Francesca Comencini raccontano la serie