MILANO – Candidato agli Oscar per l’Irlanda agli Academy Awards, The Quiet Girl dopo il passaggio in sala e dopo un lungo viaggio (era in competizione alla Berlinale nel 2022), lo trovate in streaming su RaiPlay forte del successo di critica ottenuto in patria, divenuto addirittura il primo film in lingua irlandese ad essere mai stato candidato agli Oscar nella storia. La vicenda – diretta e scritta da Colm Bairéad, basata sulla storia breve Foster di Claire Keegan – segue la piccola Cáit, una tranquilla bambina di nove anni che nell’Irlanda del 1981 trascorre le sue giornate in solitudine, trascurata da una famiglia numerosa e disfunzionale. Con l’arrivo dell’estate viene però mandata dai genitori a passare qualche mese da una coppia di lontani parenti, Eibhlín e Seán, dove la bambina riconquisterà la sua infanzia perduta. E forse anche qualcosa di più.

Il film di Bairéad parte lento e non entra subito nel vivo della storia, ma quando lo fa poi esplode in un percorso meraviglioso che si chiude in un emozionante epilogo (senza fare spoiler). La narrazione sembra seguire la parabola della stessa Càit: prima bambina silenziosa e sempre sulle sue, infine pronta a sbocciare di nuovo nel fiore di una fanciullezza improvvisamente ritrovata. La giovane Catherine Clinch è la protagonista assoluta di una storia che la segue passo dopo passo, in maniera delicata e con una tenerezza unica. La stessa che ci trasmette l’attrice, scena dopo scena, minuto dopo minuto, con la fotografia di Kate McCullough a colpire occhi e cuore. Quella di The Quiet Girl è una storia di formazione legata ad un periodo della crescita che sorprende proprio per la profondità con cui tratta temi cardini (come la famiglia e l’abbandono), visti attraverso il punto di vista di una bambina.

Il film acquista così un approccio naturale nel raccontare la rinascita emotiva della piccola e in questo aiuta la sorprendente bravura della Clinch, che nei suoi silenzi cela un’empatia in cui molti potrebbero rispecchiarsi, rendendo la storia universale come poche. Tutto il flusso emotivo raccolto dal personaggio di Càit non perde neanche una “goccia”, almeno fino al finale in cui l’estate giunge al termine e viene riaccompagnata a casa. Lasciare Eibhlín e Seán (Carrie Crowley e Andrew Bennett, facce come la vita) e vederli allontanarsi, forse per sempre, rilascia tutto quel flusso di emozioni che Càit aveva raccolto. In questo – bisogna dirlo, lieto epilogo – ogni sentimento si trasforma nei singoli momenti del film fatti di piccoli gesti e silenzi che ora, insieme, esplodono in una commozione difficile da trattenere e che si esprime tutta nell’unico appellativo che fino a quel momento Càit non aveva mai pronunciato: “Papà”. Per chi cerca – e ha bisogno – di un cinema diverso, un film da non perdere.
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