ROMA – Félix, un pastore malinconico e riservato, conduce una vita senza tempo. Vive da solo e lavora insieme a suo padre per allevare la mandria. Dall’autunno alla primavera si prende cura dei suoi animali, li nutre e li custodisce nei boschi di leccio delle Prealpi francesi. D’estate percorre a piedi più di duecento chilometri, lasciando che sia il padre a condurre la mandria verso gli alpeggi, nella valle delle Alte Alpi dell’Ubaye. Lì vive lontano da tutto per mesi, in un mondo inaccessibile dove si aggira un essere invisibile: il lupo. Controcorrente rispetto al suo tempo, Félix ha scelto una professione che lo isola e lo tiene fuori dal mondo. Tuttavia, accetta la compagnia di un regista curioso, mentre cerca di capire di cosa sia fatta questa solitudine. Un Pasteur, un film di Louis Hanquet vincitore della Genziana d’Oro al Trento Film Festival. Un’ode malinconica che riflette sulla frase homo homini lupus, per poi concludere che anche un essere umano può diventare un agnello che toglie i peccati di questo mondo. Prossimamente al cinema.
- VIDEO | Un Pasteur, il trailer del film:
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