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The Maiden | Un’estate imperfetta e i silenzi dell’adolescenza secondo Graham Foy

Il film è stato presentato alle Giornate degli Autori 2022 e segna il debutto alla regia del cineasta canadese

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Una perfetta estate interrotta da una tragedia: The Maiden

MILANO – Se è vero che le amicizie adolescenziali possono segnare il corso di una vita, arricchendola o lasciando un vuoto difficile da riempire, allora sono davvero materiale per un film. Deve averlo pensato anche Graham Foy con il suo debutto alla regia, The Maiden, presentato in concorso alle Giornate degli Autori della 79. Mostra del Cinema di Venezia e nella selezione ufficiale del Toronto Film Festival 2022. Foy, prima direttore della fotografia, ha scelto per il suo primo lungometraggio una storia drammatica e piena di dolore, ma pervasa da un realismo magico che fa mettere in discussione tutto ciò che conosciamo.

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Kyle e Colton sono i protagonisti di The Maiden

Siamo a Calgary, Alberta. Una città canadese che nella sua stessa conformazione è piena di contraddizioni: da un lato moderna, costellata di grattacieli, ma ancora piena di retaggi e influssi della cultura western, tanto da essere soprannominata “Cowntown”, la città delle mucche. E la sua periferia, dove si muove la storia dei tre protagonisti di The Maiden, può benissimo essere scambiata per una di quelle città della provincia americana dove poco succede, ma tutto sembra importante. Kyle (Jackson Sluiter), Colton (Marcel T. Jímenez) e Whitney (Hayley Ness) sono tre amici nel pieno dell’adolescenza. Stanno ancora crescendo ma sono già diversi dai coetanei e da tutto ciò che li circonda.

Una scena di The Maiden

Quella che Graham Foy inscena è un’estate piena di spensieratezza, interrotta bruscamente da una tragedia e da un abbandono. Figlio del cinema più riflessivo e introspettivo, il film di Foy ha tutta l’atmosfera di essere un sogno. I suoi colori e il suo racconto fanno pensare a un ricordo lontano più che a una storia contemporanea. E infatti in parte è così: cresciuto a Calgary, il regista è partito dalla sua autobiografia per questo film pregno di sguardi, gesti e, soprattutto, silenzi. Le emozioni dei protagonisti sono contenute nel loro sentirsi persi, nel vagare da un luogo all’altro della città senza più trovare un vero senso a ciò che gli sta attorno. Kyle si sente così, dopo che Colton – il suo migliore amico – perde tragicamente la vita. Anche Whitney si sente così dopo che la sua migliore amica l’ha abbandonata.

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Whitney è tra i protagonisti di The Maiden

Un burrone appena fuori città diventa il magico luogo dove realtà e paranormale si scontrano e si mischiano. È il diario di Whitney, affidato a una nicchia nascosta tra le rocce, che permette a Kyle di entrare quasi in un mondo parallelo, dove l’amore per la natura, la passione che univa lui e Colton nelle loro scampagnate ad esplorare il burrone, diventa il filo che connette i due migliori amici anche dopo la morte. The Maiden è un film lento e pieno di emozioni, si prende il suo tempo per farci stare con Kyle nella natura, immerso nel silenzio pieno di pace e inquietudine dove le parole non servono. Verso la fine di un’estate alienata che cambierà per sempre la sua vita, un gatto nero dà al ragazzo la speranza che tutto andrà davvero bene, mentre quando iniziano a scorrere i titoli di coda un sentimento misto di sollievo e angoscia attanaglia chi guarda. Da non perdere.

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