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Stand By Me | River Phoenix, quel racconto di Stephen King e un’estate unica

Castle Rock, Ray Brower, gli amici e quei giorni che non torneranno. Perché rivedere un classico

Stand By Me
Wil Wheaton, Jerry O'Connell, Corey Feldman e River Phoenix in Stand By Me.

MILANO – E se Stand By Me fosse un film sul futuro che arriva? Se non pensassimo più a quegli addii con la nostalgia dei giorni migliori e con il mal di pancia di chi teme che il meglio sia stato già vissuto? Difficile, non c’è dubbio. Perché quei due giorni che valgono un’estate trascorsi da Gordie Lachance, Chris Chambers, Teddy Duchamp e Vern Tessio, tra corse per non finire sotto un treno, racconti goliardici, sanguisughe e ritrovamenti di cadaveri possiedono la brutalità del momento di passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Lì dentro c’è tutta la presa di consapevolezza che crescere significa avvicinarsi alle responsabilità, alle perdite, ai dolori. Perché diventare grandi è una conquista, un punto d’arrivo e un punto di partenza, un crocevia che non si può dimenticare e ognuno di noi ha vissuto quegli istanti: quelli dove il centro del mondo siamo noi e gli amici che abbiamo intorno, dove tutto ciò che accade da un’altra parte non conta. Perché? Perché ciò vale è soltanto essere lì per vivere l’avventura. Insieme a loro.

Gordie, Chris, Teddy, Vern e l’avventura: i quattro protagonisti di Stand by Me.

Continuiamo a portarceli dietro quei giorni e sappiamo che non riusciremo mai a farli andar via: per questo rivedere (e rivedere) Stand by Me – Ricordo di un’estate  – uscito nelle sale americane il 6 agosto 1986, ora in streaming anche su Netflix – richiede sempre un inevitabile resoconto di noi stessi e del nostro percorso. Rivedere il film di Rob Reiner significa ritornare agli attimi della giovinezza che si sono voluti rendere memorabili, quelli da cui partirà il confronto tra le aspettative e quello che poi siamo diventati. E per Gordon Lachance detto Gordie, diventato scrittore (lo vediamo interpretato da Richard Dryfuss), tornare indietro con la memoria vuol dire arrivare alla conclusione che la vita divide e no, non riunisce, e che non ha mai più avuto amici come quelli che aveva a dodici anni. Saranno loro i fantasmi, i suoi fantasmi, che riemergeranno nella solitudine, avvolti sempre da una dolce, impietosa, malinconia.

River Phoenix e Will Wheaton in una delle scene più belle di Stand by Me.

Adattamento del racconto Il corpo di Stephen King – lo trovate incluso nell’antologia Stagioni diverse Stand By Me è un sontuoso romanzo di formazione, una macabra caccia al tesoro (il corpo di Ray Brower), un affettuoso canto all’amicizia di gruppo, istantanea ed eterna, personale e condivisa. Ovviamente, è anche il ritratto di un’America di provincia di fine anni Cinquanta (siamo nel settembre del 1959) da cui è necessario fuggire il prima possibile per aprire gli orizzonti mentali e intellettuali. Non è un caso che per i giovani protagonisti siano stati sufficienti solo due giorni di lontananza perché la loro Castle Rock, in Oregon, poche strade e quattro negozi, gli sembrasse improvvisamente diversa. Più piccola. «Non avevo ancora tredici anni la prima volta che vidi un essere umano morto. Fu nell’estate del 1959, molto tempo fa. Ma solo misurando il tempo in termini di anni».

Il tiro a sorte.

Oggi, a trentasette anni dalla sua uscita, Stand By Me è un classico del cinema, che ha però portato fortune diverse agli attori coinvolti: le carriere di Will Wheaton e Corey Feldman si alternano a tribolate vicende personali, quella di River Phoenix si è drammaticamente fermata nel 1993 proprio come la vita del suo Chris Chambers, generoso, troppo generoso, e ucciso da un colpo di coltello non destinato a lui. Miglior sorte per Jerry O’Connell, all’epoca in evidente sovrappeso: sex symbol con un notevole curriculum di fidanzate, si divide tra apparizioni in serie e commedie americane. C’erano anche Kiefer Sutherland e John Cusack, ventenni. C’era – e rimarrà sempre intatto – il brano omonimo di Ben E. King. E poi c’erano loro quattro, Gordie, Chris, Teddy, Vern, e c’eravamo anche noi. «Non ho mai più avuto amici come quelli che avevo a dodici anni. Gesù, ma chi li ha?». 

  • LEGENDS | River Phoenix e il vuoto dell’assenza 
  • VIDEO | Il video di Stand By Me con Phoenix e Will Wheaton:

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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