MILANO – Un uomo e una donna, non più giovani. Un incontro casuale a Parigi. Un dialogo che non finisce. Mai. L’attesa. Poi, finalmente, arriva quel pomeriggio, ma al Giardino delle Tuileries lei aspetta lui, ma lui non arriva. Non hanno il numero di telefono, si conoscono appena e così tutto finisce. O forse no. Il nuovo appuntamento del nostro viaggio nel cinema francese con French Touch (qui trovate tutte le puntate precedenti) questa volta fa tappa a Parigi con Tre cuori, film diretto da Benoît Jacquot e passato per la Mostra di Venezia nel 2014. Di primo acchito la definizione che stiamo per darvi potrebbe sembrare assurda, eppure è così: un thriller sentimentale. Possibile? Sì, se le uniche vittime sono i cuori di tre persone.
Ma andiamo con ordine: Marc (Benoît Poelvoorde, che attore magnifico, mai lodato abbastanza), in trasferta da Parigi in una cittadina di provincia, una sera perde il treno che doveva riportarlo a casa e incontra casualmente Sylvie (Charlotte Gainsbourg, smarrita il giusto). Con lei passeggia fino al mattino, parlano di tutto, si scoprono e si sentono vicini, anime gemelle. Al mattino Marc riparte, ma prima dice che vuole rivedere lei e le dà appuntamento a Parigi, al Giardino delle Tuileries, fiducioso nel destino. In realtà sarà il destino a prendersi gioco di loro: Sylvie si presenta, Marc invece ha un contrattempo e arriva troppo tardi. Fine della storia? No.
Marc cerca di darsi pace, non ce la fa, ma un giorno trova lei, Sophie (Chiara Mastroianni). Ed è qui che il thriller gioca con le carte della vita e scopriamo che Sophie è la sorella di Sylvie. Chiudiamo subito con le anticipazioni, perché abbiamo detto anche troppo, ma Tre cuori certo non è un giallo, non si guarda per sapere come va a finire anche se Benoît Jacquot – veterano classe 1947, se riuscite ripescate Pas de Scandal con un altro trio, Luchini, Huppert & Lindon – gioca con maestria con lo spettatore, lo conduce e lo obbliga a seguire i ricami di vite che si intrecciano e si confondono senza capirci granché.
A fare il resto ci sono le sfumature di tre attori meravigliosi (ma c’è anche Catherine Deneuve, che interpreta la madre delle due sorelle) che rendono credibile una storia che si regge proprio sulle loro espressioni, facce di adulti costretti a fare i conti con sentimenti da adolescenti. Finiranno per esserne travolti. Cento minuti di vite prestate, cento minuti in cui vi ritroverete immischiati nelle esistenze ordinarie di Marc, Sylvie, Sophie, cuori ingannevoli finiti in un triangolo che certo non avevano previsto. Perché, come diceva Jung: «I drammi più commoventi non si svolgono nei teatri, ma nel cuore degli uomini…».
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