MILANO – And the Oscar goes to… Anthony Hopkins! A ventinove anni dalla statuetta per l’ancora inquietante Hannibal Lecter de Il silenzio degli innocenti, il gigantesco attore britannico – ora ottantasettenne – ha nuovamente sentito le fatidiche parole grazie a The Father. Ma non è tutto: al film, agli Oscar 2021, è stata assegnata anche la statuetta per la sceneggiatura non originale di Christopher Hampton (già Oscar per Le relazioni pericolose) e Florian Zeller, quest’ultimo regista del film. Se vi state chiedendo perché mai ve ne parliamo in occasione del nuovo episodio di French Touch (qui le altre puntate), fughiamo subito ogni vostro legittimo dubbio: Zeller è uno stimato drammaturgo parigino, ancor prima che un regista. In secondo luogo, perché la sua pièce Le Père (da cui appunto l’inglese The Father) era già stata adattata per il grande schermo dal francese Philippe Le Guay.
Nel 2015 infatti il regista de Le donne del sesto piano (trovate qui la revisione) ne aveva tratto Florida: non vi è dunque migliore occasione per recuperare un titolo meno noto – lo trovate in streaming su Prime Video – ma di assoluto valore. Quale affascinante opportunità sarà comparare la diversa sensibilità delle due versioni? Come ogni adattamento che si rispetti, la forza di Florida risiede proprio nella solidità della sceneggiatura e nelle interpretazioni dei personaggi principali: un padre e una figlia. Il ruolo dell’anziano è qui di Jean Rochefort alla sua ultima interpretazione dopo una carriera al servizio di autori come Chabrol, Tavernier e Buñuel, mentre il personaggio della figlia ha le sembianze di Sandrine Kiberlain, già protagonista di tanto cinema francese di qualità.
L’anziano Claude, dopo una vita da dirigente ad Annecy, si ritrova all’improvviso schiavo di una memoria che vacilla e senza più il pieno controllo della sua persona. Florida si interessa con grande acume alla delicata fase della senilità, quel momento in cui, pur volendosi conservare la gloria e l’ardore di un tempo (ad esempio nell’arte dell’adulazione) viene a mancare il polso della situazione. Claude non può accettare di aver bisogno di aiuto e rifiuta le attenzioni di una figlia tanto premurosa nei fatti, ma ormai distante secondo la sua artefatta costruzione mentale. Per quanto Carole possa mettere a repentaglio la propria esistenza per occuparsi del padre, per lui sono sforzi vani: lei rimane sempre e solo una donna meschina e avida, interessata solo a organizzare la sua vita e non portata per la felicità quanto lui.
Nonostante tutto, proverete tenerezza per quest’uomo i cui propositi spesso folli sono unicamente dettati da una mente che funziona a intermittenza. Vi ritroverete affezionati al personaggio quando affermerà di voler essere una cipolla per far piangere una donna o quando scoprirà le funzionalità di una sedia a rotelle elettrica, come una piccola astronave. Al termine della visione una convinzione rimarrà, forse, con voi: non dovremmo mai arrabbiarci con le persone perché è una perdita di tempo!
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