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Oda Mae, Patrick Swayze e quella canzone | Ma cosa rimane di Ghost trent’anni dopo?

La sceneggiatura, il ruolo di Sam, i due Oscar e quella fine. Cosa rimane oggi del cult di Jerry Zucker?

Demi Moore, Patrick Swayze e Whoopi Goldberg sul set di Ghost. Era il 1990.

LONDRA – Aveva trentasette anni e, in fondo, poteva ritenersi soddisfatto. Molti film girati, un pugno di ruoli memorabili, il successo di Dirty Dancing. No, invece non bastava. Le ultimi tre pellicole che aveva girato – Alba d’acciaio, Il duro del Road House e Vendetta trasversale – erano semplici action movie e Patrick Swayze iniziava a temere che a Holllywood finissero per considerarlo solo l’ennesimo macho da usare sul set. Fu in quel momento che arrivò la telefonata di Bruce Joel Rubin, uno sceneggiatore che aveva per le mani qualcosa di forte, qualcosa che lo avrebbe condotto all’Oscar. Ma lui ancora non lo sapeva. «Patrick, vorrei farti leggere una cosa, magari pensi non sia adatta per te, ma ci terrei, ecco tutto», gli disse Rubin. Era l’inverno del 1990: in pochi mesi sarebbe cambiato tutto.

Sul set: Whoopi Goldberg con Patrick Swayze e Demi Moore.

Swayze lesse il copione di Ghost e intuì subito le potenzialità che aveva quel personaggio. Sam, Sam Wheat. Ma perché Rubin aveva pensato proprio a lui? Qualche tempo prima lo sceneggiatore aveva visto un’intervista di Swayze in cui l’attore scoppiava a piangere a dirotto parlando del padre e capì che con quell’intensità avrebbe potuto arrivare a chiunque. C’era solo un problema: il regista. Rubin aveva portato Jerry Zucker al cinema a vedere Il duro del Road House. Pessima idea. All’uscita dalla sala, Zucker giurò a Rubin che Swayze non avrebbe mai messo piede sul suo set. Le cose però cambiarono quando Swayze convinse il regista a fargli comunque un provino e l’audizione finì con Zucker in lacrime. Era lui Sam. Solo Patrick poteva essere Sam.

Ghost
L’abbraccio sul set di Ghost tra il regista, Jerry Zucker, Swayze e Demi Moore.

Ma Swayze non si fermò. Dopo aver ottenuto la parte impose anche Whoopi Goldberg nel ruolo di Oda Mae Brown, la sensitiva cialtrona che riunisce Sam e Molly. La produzione però non vuole saperne e l’attore deve impuntarsi fino ad avere Whoopi nel cast. La cosa buffa? Che Swayze in realtà nemmeno conosce Whoopi, non l’ha mai incontrata, è semplicemente un suo grande fan. Storie dentro le storie, piccoli dettagli che alla fine però vanno a comporre un mosaico enorme che supera ogni aspettativa: il 13 luglio del 1990, Ghost esce in America (in Italia arriverà il 16 novembre) e diventa subito un successo colossale, tanto che incasserà mezzo miliardo di dollari al botteghino.

Ghost
Uno scatto sul set: con i tre protagonisti, anche il cattivo, Tony Goldwyn.

Fine della storia? No. Pochi mesi dopo arrivano anche le nomination all’Oscar, e sono cinque, tra cui quella come miglior film. Alla fine ad andarsene via con la statuetta dallo Shrine Civic Auditorium di Hollywood il 25 marzo 1991 saranno Bruce Joel Rubin per la miglior sceneggiatura originale e proprio Whoopi Goldberg, l’attrice che non doveva esserci e che, nel suo discorso, ringraziò proprio Swayze per la sua ostinazione. Ghost divenne la videocassetta più vista nel 1991 (altri tempi) e la scena con Demi Moore e Swayze su Unchained Melody dei Righteous Brothers divenne parte della cultura pop, citata praticamente da tutti. Nessuno però poteva sapere che Swayze, esattamente come Sam, avrebbe dovuto andarsene tanto presto.

  • Potete (ri)vedere Ghost su CHILI qui
  • Quando Whoopi Goldberg vinse l’Oscar per Ghost:

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