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Ice and the Sky e il pericolo dei cambiamenti climatici secondo Claude Lorius

Un celebre glaciologo, un documentario e un viaggio in streaming per capire quello che succederà…

Luc Jacquet sul set di Ice And The Sky.

MILANO – Prima di essere un semplice film, in realtà Ice and the Sky (lo trovate su Prime Video e CHILI) di Luc Jacquet è un campanello d’allarme che coinvolge tutti. Perché? Perché il processo del cambiamento climatico è raccontato dal punto di vista di Claude Lorius, un glaciologo che quarant’anni fa, prima di chiunque altro, ha espresso una manifesta preoccupazione sulla connessione tra gli esseri umani e il clima. Lorius ha infatti scoperto molti aspetti comuni tra l’attuale situazione ambientale del nostro pianeta e momenti del passato contraddistinti da calamità naturali. Come? Grazie allo studio di alcune bolle d’aria catturate nelle carote di ghiaccio estratte da migliaia di metri nella tundra antartica.

Ice and the Sky Claude Lorius
Claude Lorius in un’altra scena di Ice and the Sky.

L’obiettivo dell’ex biologo e filmmaker francese (già autore de La marcia dei pinguini, che trovate su CHILI), non è però semplicemente quello di denunciare l’indifferenza nei confronti del cambiamento climatico, bensì quello di omaggiare la vita di Lorius dedicata per decenni alla ricerca. Una ricerca diretta a ottenere il consenso scientifico unanime sulle trasformazioni del nostro ambiente. Lo spettatore non si troverà di fronte a un documentario accusatorio e dai toni insistiti, quanto ad un’interessante, accurata ed efficace analisi dei pericoli che la Terra (già) corre. Emblematiche, in tal senso, sono le immagini riprese da un drone che vola sui ghiacciai dell’Antartide e mostra, dettagliatamente, come le distese di ghiaccio si stiano sciogliendo.

Ice and the Sky Claude Lorius
Lorius in un momento di Ice and the Sky

I paesaggi di Ice and the Sky appariranno di rara bellezza, eppure rimarcano i rischi e le possibili e irreversibili conseguenze di cui potremmo essere responsabili. Jacquet omaggia innanzitutto gli scienziati che trascorrono la loro quotidianità lavorando in una delle zone più remote del pianeta e ne celebra gli sforzi, la fiducia nel loro ruolo e la perseveranza. Il film diventa così (anche) un diario di viaggio e una raccolta di appunti di studio tenuta da uomini che dedicano la loro esistenza alla sopravvivenza del mondo in cui abitiamo e si distanzia da documentari meramente informativi e illustrativi. Un’opera preziosa e necessaria che aiuta a rendere più consapevoli e che pone l’accento sul valore della scienza e della conoscenza.

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