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Isaac Hempstead-Wright: «Io, Il Trono di Spade e quelle strane teorie su Bran»

George R.R. Martin, l’unione sul set e le richieste dei fan: abbiamo incontrato l’attore a Londra

Isaac Hempstead-Wright

LONDRA – La prima volta che l’abbiamo visto sul piccolo schermo era solo un bambino, il più giovane della dinastia degli Stark. Tra i protagonisti di quella che sarebbe diventata la serie del decennio, lo abbiamo ritrovato giovane uomo a Londra in occasione del press tour del capitolo finale della serie HBO celebrata ne Il Trono di Spade: La collezione completa, una raccolta Blu-Ray contenente le otto stagioni oltre a imperdibili contenuti speciali. Isaac Hempstead-Wright, camicia scura e atteggiamento rilassato, ha sottolineato la forza del suo Bran, tra crescita personale e bizzarre teorie sul suo personaggio, ricordando anche di quelle strane richieste da parte dei fan…

Isaac Hempstead-Wright alla première dell'ultima stagione de Il Trono di Spade
Isaac Hempstead-Wright alla première dell’ultima stagione de Il Trono di Spade

LE PERSONE «Qual è il ricordo preferito de Il Trono di Spade? È una domanda difficile, come se mi chiedessero qual è il mio ricordo del cuore dell’infanzia. Sarà melenso ma devo proprio dire le persone. Sono certo che molti di loro saranno amici per la vita. L’ottava stagione poi ha creato un senso di unione assente nei capitoli precedenti perché, per copione, molti attori che non avevamo mai lavorato insieme si sono ritrovati sullo stesso set».

Isaac Hempstead-Wright ne Il Trono di Spade
Maise Williams, Isaac Hempstead-Wright e Sophie Turner

TRA SET E STUDIO «Dopo la fine delle riprese ho avuto bisogno di sei mesi per tornare alla normalità, come se mi trovassi in una cabina di decompressione. Ho avuto un’infanzia molto bizzarra e l’ultima stagione ha coinciso con la mia entrata al college. Tutte le volte che ero sul set a Belfast pensavo al dover tornare all’università e viceversa così mi sono preso una pausa momentanea dagli studi per riprendere una volta concluse le riprese. Cosa non mi mancherà della serie? Beh di certo il freddo e le riprese notturne. E poi i costumi. Sono meravigliosi ma scomodissimi e morivamo tutti dal freddo sul set».

Isaac Hempstead-Wright sul set
Isaac Hempstead-Wright, un ombrello e il Re della Notte

I FAN «Ho iniziato a lavorare ne Il Trono di Spade quando avevo dieci anni. Non ricordo di aver letto il copione della prima stagione. Mi sembrava che il set fosse una sorta di incredibile campo estivo. Anche se sullo schermo poteva sembrare terrificante quello che accadeva, per me non c’è stato nulla di stressante o negativo. Mi stavo semplicemente divertendo. Non ho mai trovato l’affetto dei fan opprimente. Semplicemente trovo buffo, quando esco o vado al ristorante, ritrovarmi gli occhi delle persone addosso che mi fissano e la prima cosa che mi viene da pensare è: “Che c’è? Ho qualcosa in faccia?”. La cosa bella è quando incontri qualcuno che davvero ama lo show e vedi come quell’incontro gli cambi la giornata e li renda felici. Il lato buffo, invece, è che provano sempre a sollevarmi come Hodor… e qualche volta gliel’ho lasciato fare (ride, ndr)

Il Trono di Spade
Bran e Hodor, aka Isaac e Kristian Nairn

IL CAMBIAMENTO «È raro avere la possibilità di interpretare un personaggio che subisce un tale cambiamento nel corso di una serie. È stato molto interessante prendere parte a questo processo perché per anni ero un bambino che interpretava un bambino e non dovevo trasformarmi per interpretarlo. Ma tra la stagione sesta e settima Bran è cambiato e, nello stesso periodo, anche io stavo cambiando, stavo crescendo. È stato divertente farlo perché diventa così misterioso ed è l’unico a conoscere le varie carte del gioco. E poi mi sono divertito moltissimo a leggere tutte le varie teorie che circolavano in rete su di lui. La mia preferita è che fosse parte di una specie di paradosso temporale».

Isaac Hempstead-Wright in una scena
Isaac Hempstead-Wright è Bran Stark

LA FORZA DI BRAN «Il percorso di Bran è così intenso. Era un ragazzino che voleva diventare cavaliere e improvvisamente si vede portare via tutto e deve affrontare non solo la perdita dell’uso delle gambe ma anche quella della sua famiglia. Inoltre si ritrova a doversi confrontare con queste assurde visioni. Tutto questo lo ha reso uno dei personaggi più saggi e forti de Il Trono di Spade. Credo sia un messaggio meraviglioso. Non sono necessariamente il potere, l’uso delle armi o la prestanza fisica a fare di te una persona forte ma è la tua mente e l’uso che ne fai in situazioni complesse».

Il Trono di Spade
George R.R. Martin e il cast della serie alla premiazione degli Emmy

GEORGE R.R. MARTIN «Il segreto del successo della serie? Beh vorremmo conoscerlo tutti per fare altri show come questo. Credo che molto della forza de Il Trono di Spade derivi dal mondo creato da George R.R. Martin. Si è inventato decine di linee narrative in un contesto storico credibile. Siamo partiti da questo per dare vita a questo pezzo di storia della televisione in cui i personaggi sono autentici e si confrontano con tematiche con le quali è facile relazionarsi. C’è amore, azione, dramma. Anche se è ambientato in un mondo fantastico è molto reale».

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