LONDRA – È innegabile: Jaime Lannister è stato uno dei personaggi più odiati de Il Trono di Spade. Almeno durante la prima stagione quando, per amore di Cersei, ha commesso una serie di azioni a dir poco vili. Ma il personaggio interpretato da Nikolaj Coster-Waldau è anche uno di quelli che più di tutti si è evoluto nel corso delle varie stagioni mostrando sfaccettature inedite. Di questo e molto altro abbiamo parlato insieme all’attore a Londra dove lo abbiamo incontrato in occasione del press tour del capitolo finale della serie HBO celebrata ne Il Trono di Spade: La collezione completa, una raccolta Blu-Ray contenente le otto stagioni oltre a imperdibili contenuti speciali.

LE PERSONE «La natura della recitazione è frammentaria. Incontri sul set delle persone con le quali lavori qualche mese e devi sviluppare un legame velocemente e con il tempo impari anche che finirà e devi essere pronto. All’inizio di Jaime si vede solo l’azione, non ha nessun contesto e non puoi non pensare che sia solo uno stronzo. Poi, invece, ti ritrovi a pensare che sì, quello che ha fatto è orribile ma capisco cosa lo ha spinto a farlo. E quando incontra Brienne si vede anche che non è un’egoista e ha a cuore gli altri. Ma lavorare allo stesso show per anni, incontrare le stesse persone con le quali hai sviluppato un’amicizia sincera è la vera forza de Il Trono di Spade. È una serie basata sulle persone».

L’ULTIMA STAGIONE «Si può pensare che interpretare lo stesso personaggio anno dopo anno sia semplice. Ma per me non è stato così. Ogni volta ho avuto l’impressione di iniziare tutto di nuovo. Mi sono ritrovato a parlare per ore ed ore con gli autori. L’ottava stagione è quella che ha richiesto il maggior numero di giorni di riprese mentre cercavo di capire che direzione stesse prendendo il mio personaggio».

LA SERIE «Anche se fanno parte di un universo fantastico è facile empatizzare e capire questi personaggi. Sono così ben scritti che possiamo identificarci con loro. Basti pensare alla risposta del pubblico al rapporto tra Jaime e Brienne. All’inizio non avevamo idea di cosa aspettarci. Quando lessi per la prima volta il copione ricordo che pensai a quando fosse interessante ma non riuscivo a ricordare i nomi di tutti quei personaggi. Poi al nono episodio, quello in cui a Ned Stark viene tagliata la testa, capii che la serie era qualcosa di diverso da tutto il resto».

LE VOCI (INFONDATE) «Il pettegolezzo più assurdo sull’ultima stagione? Che abbiano girato più finali per depistare sia noi che il pubblico. L’HBO ha investito molto a livello economico sulla serie, specie nell’ultima stagione, e credo proprio che chi ha messo in giro questa voce non abbia preso in considerazione quest’aspetto (ride, ndr)».
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