LONDRA – Una folta barba rossa, completo scuro e una camicia con fiorellini rosa. Abbiamo incontrato a Londra Kristofer Hivju durante il press tour dedicato al capitolo finale de Il Trono di Spade, ora disponibile in un cofanetto contenente le otto stagioni e contenuti speciali della serie HBO. Per l’occasione ci ha raccontato del rapporto tra Tormund e Brienne, del primo giorno sul set e di quella telefonata che gli ha cambiato la vita…

BRIANNE «La storyline con Brienne è stata del tutto inaspettata. Ma è stata anche molto divertente. Sui social ricordo di aver visto un post, il giorno di San Valentino, che mi ha fatto molto ridere. Recitava: “Ti amo tanto quanto Tormund ama Brienne”».

I RICORDI «Cosa ricordo con più affetto? Il senso di gruppo che si è creato nel corso delle otto stagioni sia con il cast che con la crew. Un senso di unione che ha legato molte persone allo stesso obiettivo. E non non sto parlando del trono (ride, ndr) ma della riuscita dello show. Quando sono arrivato io, alla terza stagione, Il Trono di Spade era già popolare e ho dato tutto me stesso alla causa. Ricordo il mio primo giorno sul set. Ero in una tenda. Fuori pioveva, tirava vento e faceva freddissimo. Il pranzo non c’era. Si mangiava tra un ciak e l’altro e quando lasciavi la tua roulotte la mattina sapevi che non l’avresti rivista tutto il giorno!»

LA FORZA DELLA SERIE «Il Trono di Spade ha spezzato tutte le regole della narrazione. Non si uccide il protagonista alla fine della prima stagione come è accaduto con Ned Stark. Eppure proprio questo tipo di scelte ha stabilito la sua forza perché è come la vita che non segue un percorso lineare. Tutto può accedere: è orribile, illogico e bellissimo allo stesso tempo».

TORMUND & I DRAGHI «C’è una classifica online che tiene conto di tutte le uccisioni. Durante la stagione sei ero al terzo posto e mi contendevo il podio con Jon Snow ma sopra di noi ci sono sempre stati i draghi di Daenerys (ride, ndr). Quando interpreti un personaggio così a lungo diventa parte di te. Tutti i personaggi si sono evoluti e magari quelli che all’inizio detestavi, per le ragioni più disparate, finiscono per piacerti. Invece Tormund è sempre stato il ragazzone simpatico che cerca di godersi il meglio dalla vita anche quando le circostanze intorno a lui sono orribili. Un personaggio come Tormund ti aiuta a tirare fuori molta rabbia e ad essere un po’ selvaggio».

LA BATTAGLIA DEI BASTARDI «Abbiamo girato la Battaglia dei Bastardi in ordine cronologico. Un minuto al giorno seguendo l’odine degli eventi. C’erano centinai di persone e di cavalli sul set. È stato pazzesco ma ne è valsa la pensa perché è qualcosa che non si era mai fatto prima in televisione».

LA CHIAMATA «Guardavo lo show da fan, esattamente come si può essere fan dei Beatles. Poi un giorno ero nella sala dall’attesa del chiropratico per la mia schiena e ricevo una telefonata. Era un giornale che mi chiedeva di confermate la notizia della mia entrata nel cast. Ricordo di aver detto: “No, nooo, noooooo… comment!” e la stanza ha iniziato a girate intorno a me. Credevo si fossero sbagliati perché circa nello stesso periodo avevo fatto un provino per Vikings!».
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