Che trio grandioso quello de La Favorita, ultimo film del greco Yorgos Lanthimos che porta al Festival di Venezia le figure femminili più interessanti tra quelle presenti quest’anno al Lido (e nel panorama cinematografico). Non donne coraggiose, non considerate tali perché detentrici dei propri diritti, né tanto meno donne che si sacrificano per proteggere famiglia od onore. Le donne de La Favorita hanno la libertà dalla loro parte, potendosi esprimere su più fronti e, soprattutto, in quella zona di assoluta emancipazione che permette loro di poter essere più che semplici esempi da seguire, ma capricciose, egoiste, viziate, maligne. Di essere grandi donne proprio dove non riescono a comportarsi come tali.
Emma Stone, Rachel Weisz e Olivia Coleman non solo aderiscono con perfezione alla farsa scritta da Deborah Davis e Tony McNamara, ma la interpretano con il divertimento che non manca di fondersi con le ombre del film. Tre attrici, tre donne differenti e una peculiarità comune: l’aver saputo cucire sulla pelle il proprio personaggio e averlo integrato in maniera ben congegnata non solo col contesto circostante, ma con le altre interpreti con le quali condividono la scena.
Rachel Weisz non si scompone, la risolutezza della nobiltà la pervade pur quando ad uscire dalla sua bocca sono cattiverie irripetibili. E, pur marcando una volgarità inimmaginabile, mantiene fisso il proprio equilibrio intorno a cui gravitano le emotività delle altre due donne, distanti per carattere, ma bisognose di amore o potere. Come la Emma Stone del film: provocatoria, divertente, astuta, sessuale. Un coniglio che esce dalla tana grazie all’acume del proprio cervello e che l’interprete esalta con la prestazione più accattivante della sua carriera. Ogni smorfia che distorce il viso, ogni angolatura del corpo, sono un’aggiunta in più alla conferma del talento dell’attrice, che si prenota di diritto tra le contendenti della prossima season award.
E così Olivia Coleman, la cui regina strazia il cuore – e le orecchie – per l’infelicità che prova, rendendola un fardello non solo fisico, ma anche affettivo. Sul volto della Coleman passa tutto; un’attrice che ha portato il peso del personaggio interiorizzandone l’insicurezza e il senso di morte, rendendoli veicoli con cui far conoscere meglio ai propri servitori cosa li attende. Nell’insieme o individualmente, le tre attrici provano l’assurdità e ci prendono gusto. E noi con loro.
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Qui, potete vedere il trailer de La Favorita:
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