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Aretha Franklin: la Regina del Soul e il suo tempio ad Harlem

Aretha ha sempre avuto un rapporto speciale con New York, ieri come oggi

La musica di Aretha Franklin ha attraversato, verticalmente, almeno quattro generazioni, da quella dei nostri genitori alla nostra. E, nonostante siano passati decenni da quando la “Regina del Soul” chiamava New York City casa sua, le sue innumerevoli performance e gli avvistamenti in metropolitana non verranno mai dimenticati dai newyorchesi. La diciotto volte vincitrice dei Grammys, che si è spenta il 16 agosto all’età di 76 anni, ha vissuto una vita e una carriera straordinarie, guadagnando l’amore e il rispetto di milioni di fan.

Aretha Franklin all’Apollo Theater, era il 3 giugno 1971.

L’interprete si era trasferita nella Grande Mela e aveva firmato un contratto con la Columbia Records nei primi Anni Sessanta, alcuni anni prima che la sua incredibile hit Respect diventasse un “inno” per i movimenti femministi, oltre che dei diritti civili. Trascorse quasi un decennio in città, prima di trasferirsi in California nei Settanta e poi tornare a Detroit nel 1982. La sua carriera in ascesa – con venti successi R&B in vetta alle classifiche, come (You Make Me Feel Like) A Natural Woman e un posto nella Rock and Roll Hall of Fame – la riportò più volte sulle strade di New York, soprattutto al famoso Apollo Theatre, nel ventre di Harlem. Nel 1971, il teatro della black music soprannominò, appunto, la sede come la seconda casa di Aretha Franklin.

L’Apollo Theater, la sua casa.

Dalla sua scomparsa, il teatro si è trasformato in luogo di lutto con centinaia di fans che si fermano a lasciare un mazzo di fiori sulla sua targa. Si respira tristezza per il mondo della musica e per la comunità afroamericana che ha avuto la Franklin come figura simbolo, contribuendo, in maniera forte, anche alla ricchezza della vita e della cultura di Harlem stessa. Innumerevoli i fotogrfi che, più volte negli ultimi anni, l’hanno immortalata in giro per Gotham. Un esempio? Manny Carabel, fotografo di celebrità per Getty Images, è stato assunto per immortale il settantacinquesimo compleanno della Franklin al Ritz-Carlton nel 2016. «Mi ha dato il benvenuto alla sua festa di compleanno e ha detto: “Sentiti libero di scattare le foto che vuoi, fammi solo venire fuori bene”. Così ho detto: “Tu sei la Regina del Soul, verrai sempre bene!”».

L’omaggio, oggi.

Quando, un anno fa, Aretha si ritirò dalle scene, il suo publicist rivelò che aveva combattuto contro un cancro al pancreas avanzato e che, secondo quanto riferito, sarebbe stata trasferita in una casa di riposo per i suoi ultimi attimi. E, due giorni prima della sua morte, un tributo alla cantante è apparso nella stazione della metropolitana di Franklin Street a TriBeCa. Adesivi con scritto “I Say a Little Prayer” e “Aretha mi fa sentire A Natural Woman” sono stati incollati sui gradini dell’ingresso della stazione. Questa è la sua eredità. Tutto ciò che ha rappresentato, tutto ciò che ha realizzato sarà sempre ricordato nella sua New York City.

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