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Caro Diario #3: stanze dei balocchi, laboriosi make-up artist e party esclusivi

Tra star coccolate e dress code obbligatori: terza puntata del nostro diario da Venezia

Caro Diario, sai che a #Venezia75 esiste una “stanza dei balocchi”? Le star la chiamano così, con un nome in codice che l’ex Miss Detective Sandra Bullock amerebbe alla follia. Ci sono giochi, sì, ma per adulti… e no, non ha nulla a che vedere con la Stanza Rossa di Mister Grey. È piuttosto un angolo di paradiso dove le celebrity vengono coccolate e accudite per stemperare lo stress da red carpet. Chiamarla “gift room” sarebbe riduttivo perché non è il solito tour di sponsor con sorrisi finti e spiegoni infiniti sui prodotti. Circondata da vetrate sul Canal Grande, riecheggia dell’antico splendore della dimora nobiliare che la ospita, il Palazzo Genovese. Al centro di questo luminosissimo spazio del Sina Centurion Palace troneggia un divano gigante con vista gondole su cui gli invitati sprofondano beatamente. E la magia ha inizio…

Nell’angolo beauty Cotril un esercito di laboriosi stylist e make-up artist realizzano ristrutturazioni degne del Colosseo: in pratica arrivi in versione “figlia di Fantozzi” e ne esci come se fossi una a caso delle Kardashian. Ieri sera l’ha inaugurata Paz Vega, vincitrice del Filming Italy Award Speciale Venezia che ha ritirato durante la serata charity di Diva e Donna. Prima che aprisse i battenti ufficialmente, invece, ci ha fatto un salto Michele Riordino. Il padrino ha subito messo ai piedi le runner color ghiaccio di Fragiacomo per gironzolare per le calle veneziane tra un impegno ufficiale e l’altro. Per gli eventi mondani, invece, si è riservato i mocassini grigi con nappe.

Il team dell’accoglienza ha un master in emergenze. Un po’ come George Clooney in E.R., ma senza bisturi. Qui il codice rosso scatta se un’attrice dimentica di mettere in valigia le scarpe abbinate al look della serata. No panic: nel Paese delle Meraviglie si trovano taglie e misure per ogni esigenza. Lo sa bene Francesca Inaudi che ha scovato un paio di sandali panna e oro per la serata o Francesca Valtorta, che non ha saputo resistere al look da principessa firmato Ottaviani, un collarino con cascata di Swarovski sul decollettè.

Vuoi il thè da borsetta? Ce l’hanno. Quando Sant’Anna ci ha pensato tutte le assistenti della terra hanno acceso un cero. Di solito sono cariche come sherpa mentre le loro vip-cape sfoggiano pochette dov’è complicato infilare persino un biglietto da visita, figurarsi una bottiglietta. Ti viene lo sfizio di un kimono? Trovi pure questo. Immaginate la sorpresa della campionessa di karate Sara Cardin quando ne ha scovato uno in seta di Rosae Donika.

In Laguna il dress code diventa un imperativo morale. Immagina la scena: il meteo prevede bombe d’acqua ma tu hai un party esclusivo per cui hai già ricevuto due messaggi in codice, tre reminder, sei password crittografate e un monito rigido sull’etichetta. Pur di partecipare ti arrendi alla legge del tacco a spillo e del total black, così molli a casa le ballerine e il colorato k-way. Quando arrivi sei un mix tra Mrs. Doubtfire e Amelia la fattucchiera, ma almeno ti senti in tono con l’ambiente.

E ti consoli sapendo che le stelle sono più insicure di te, anche se sono griffate dallo smalto dei piedi al piercing del sopracciglio. Intanto le comuni mortali con la ricrescita e le doppie punte, strizzate in un minidress di elastene della Upim passeggiano beate per piazza San Marco, ignare del dramma che si sta consumando qualche isolato più in là.

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