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Vincent Macaigne: «Il mio Pierre, Ritratto di un amore, Marthe e il valore della scelta…»

Cécile de France, la caratterizzazione, i costumi, la lezione: Vincent Macaigne a ruota libera

Ritratto di un amore, di Martin Provost, dal 16 maggio al cinema con I Wonder Pictures
Vincent Macaigne in una foto promozionale. Ritratto di un amore, di Martin Provost, dal 16 maggio al cinema con I Wonder Pictures

ROMA – Una storia vera, unica, quella della passione fuori da ogni schema vissuta tra il pittore francese Pierre Bonnard – post-impressionista nel giro di Degas e Renoir, vissuto tra il 1867 e il 1947 – e Marthe de Méligny, la modella disposta a posare per lui che diventò la sua compagna. Marthe si rivelerà infatti un’anima vicina a lui, una compagna d’arte e di vita, una donna dallo spirito moderno. Martin Provost cerca di raccontare la vera relazione tra i due in un film commovente, una emozionante esplorazione del confine tra arte e vita, passato a Cannes 76 sotto il titolo: Bonnard, Pierre e Marthe. Qui invece si chiamerà Ritratto di un amore (Al cinema dal 16 maggio con I Wonder Pictures), con la sempre meravigliosa Cécile De France (Marthe) e Vincent Macaigne (Bonnard) che abbiamo avuto il piacere di incontrare in un colloquio intimo, accompagnato da una tazza di caffè.

Un estratto della locandina ufficiale di Ritratto di un amore, di Martin Provost, dal 16 maggio al cinema con I Wonder Pictures
Un estratto della locandina di Ritratto di un amore, di Martin Provost, dal 16 maggio al cinema con I Wonder Pictures

PIERRE BONNARD – «Ho seguito dei corsi di pittura, perché Martin (Provost nda) voleva che dipingessi per davvero. Nella maggior parte delle scene in cui vediamo dipingere Bonnard, sono io che in realtà ho dipinto dal vivo. In questo lui è molto preciso per cui ho dovuto imparare il gesto della pittura, sono dovuto dimagrire parecchio perché Bonnard era molto più magro di me, mi sono dovuto depilare completamente, che può sembrare una cosa scema, ma come puoi vedere dal mio braccio sono abbastanza peloso. L’ho fatto perché Martin in questo è molto molto meticoloso. Quando ho visto Ritratto di un amore, poi, mi sono accorto che quando c’è il gesto del dipingere, del mio braccio, senza questa opportuna depilazione il mio personaggio sarebbe stato diverso! Sembrano particolari banali ma invece sono importanti. Piccole cose come questa mi hanno poi aiutato ad avvicinarmi sempre di più a Bonnard».

Vincent Macaigne è Pierre Bonnard in una scena di Ritratto di un amore
Vincent Macaigne è Pierre Bonnard in una scena di Ritratto di un amore

I COSTUMI, IL RITMO – «Altra cosa fondamentale in Ritratto di un amore sono i costumi. Abbiamo avuto un costumista eccezionale (Pierre-Jean Larroque nda) ma i costumi, non solo ti danno un’indicazione sul colore e sul tono, ma ti impongono di muoverti e di stare in una postura diversa. Oggi per come siamo vestiti, non teniamo belle posture, erette, giuste, come si faceva in passato. Il costume ti porta anche a comportarti e a relazionarti al mondo in maniera diversa. Tutte queste cose mi hanno aiutato ad avvicinarmi al personaggio, ma per me, la più importante come attore, è quella di capire il ritmo del regista. La sua maniera di raccontare la storia, che è diversa da un regista all’altro. Justine Triet, con cui ho lavorato (nel 2013, La Bataille de Solférino nda), è una che filma il presente, Martin Provost parte da C’era una volta. Può sembrare banale ma c’è una grande differenza. E visto che il suo ritmo è molto distante dal mio, ho dovuto imparare e mettermi in sintonia con lui».

Un momento di Ritratto di un amore
Un momento di Ritratto di un amore

IL SEGRETO DI MARTHE – «Proprio come dice il titolo originale (Bonnard, Pierre e Marthe) – soprattutto nelle intenzioni del regista – Ritratto di un amore è un film principalmente su Marthe. Provost ha voluto raccontare la storia, la pittura del suo pittore, Pierre, attraverso gli occhi della sua modella, Marthe, e noi seguiamo tutta la sua vita e capiamo che la sua vita è anche abbastanza folle, e quindi, di riflesso, anche la relazione instaurata con Pierre e la sua pittura è folle. Noi sappiamo, ad esempio, che Bonnard l’ha ritratta due se non tremila volte in tutti i suoi quadri, i suoi disegni, ma non è mai riuscito a realizzare un suo primo piano definito. Se vediamo i dipinti di Marthe, il suo volto è sempre o nascosto, o coperto, o in pieno sole in modo che non si veda bene il suo sguardo. Non le ha mai fatto un ritratto vero, ed è incredibile se pensiamo che l’ha avuta accanto e l’ha osservata per tutta la vita! E quindi, forse Provost in questo film ha capito il segreto di Marthe. Sappiamo che lei ha un segreto, che mente sulle sue origini, al punto da inventarsi un cognome nobile di origine italiana quando sappiamo che non lo è. Sappiamo che gli ha perfino rubato dei soldi. È come se questo segreto Pierre Bonnard l’avesse provato a capire, come se sapesse che qualcosa, di lei, gli continuava a sfuggire. In questo senso, è bello come Provost non ci abbia mai parlato di bugie: Le bugie di Marthe. No, ha sempre parlato di segreto, il che rende questa storia ancora più romantica».

Cécile De France è Marthe de Méligny in un momento del film
Cécile De France è Marthe de Méligny in un momento di Ritratto di un amore

PIERRE E MARTHE – «Pierre e Marthe sono due persone che si sono amate tantissimo, si sono tradite, si sono dette bugie, anche importanti, ma alla fine hanno deciso di stare insieme. Ritratto di un amore, è un film sull’amore e sulle scelte che le persone fanno. C’è la storia di Renée (una pazzesca Stacy Martin nda), quando Bonnard va a Roma. Nel film si ha l’impressione che sia stata una storia breve, in realtà è durata degli anni. Ciononostante, però, loro sono tornati insieme, si sono scelti e scelti di nuovo in un’età più avanzata e hanno deciso di invecchiare insieme prendendo una decisione importante nella vita. Anche perché oggi si pensa che le relazioni siano facili, che vada tutto bene, e poi finiscono. Invece no, le relazioni sono difficili. Però, nel caso di Pierre e Marthe, la cosa commuovente è che si sono scelti. La traiettoria di Marthe è quella poi di una donna che arriva infine al perdono, perché decide di invecchiare con lui. È anche un film sull’essere osservati per tutta la vita. Tanti film hanno voluto raccontare dei pittori dal punto di vista dell’artista, in questo caso, invece, della modella, osservata, dipinta e raffigurata per tutta la vita. Questo, si, è uno dei punti più interessanti del film».

Una scena del film
Una scena del film

SEPPELLISCIMI – «Presa fuori contesto è un po’ difficile spiegare il senso di questa parola, provo a prenderla alla larga. Credo che non esista un modo migliore di questo di amare, però la cosa bella – e forse, mi ripeto, ma torno sullo stesso punto di questo film – è che alla fine loro abbiano per davvero deciso di invecchiare insieme. Ritratto di un amore, secondo me, è una dichiarazione d’amore. Un amore che inizia come passionale ma che finisce con l’essere una decisione. Capiscono che stanno meglio insieme. Diventano degli alleati e capiscono che forse è meglio tornare insieme e arrivare a morire insieme. Questa per me è una cosa molto toccante. Non è un film romantico Ritratto di un amore, non agli inizi perlomeno, ma lo diventa. Scelgono di ritrovarsi, di perdonarsi e di tornare insieme. Una decisione che secondo me va un po’ al di là dell’amore. Tutti noi ci rendiamo, o forse ci renderemo, conto, che invecchiando ci circondiamo, si, di amici, ma le persone veramente vicine sono poche. Come sono davvero poche le storie d’amore profonde che possono sopravvivere a tanti anni e resistere. È una cosa molto rara al giorno d’oggi, capita, ma è abbastanza rara».

  • HOT CORN TV | Qui per il trailer di Ritratto di un amore

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