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Marco Tomaselli: «Quentin Tarantino e William Friedkin? Me li porto a Venezia!»

Il regista del cuore, la fotografia e quel documentario in arrivo a Venezia: l’incontro di Hot Corn con ”Toma”

quentin tarantino friedkin uncut
L'abbraccio tra Toma e Quentin Tarantino, direttamente dal profilo Instagram @tomacinematographer

Toscano, classe ’89, Marco Tomaselli – ma tutti lo chiamano Toma -, è di quelli che la creatività l’hanno nel sangue. Ha studiato fotografia fin da piccolo, trasferendosi a Londra per approdare poi negli States, continuando il suo lavoro di fotografo e cineasta freelance. Los Angeles, infatti, è diventata casa sua: ha messo lo zampino nel documentario Springsteen and I, prodotto da Ridley Scott, ha girato diversi e notevoli cortometraggi e ha realizzato diversi spot per Facebook, guidati dal premio Oscar Hoyte Van Hoyetama. E ora, lanciatissimo, sta per arrivare al Lido di Venezia, portando, come direttore della fotografia, il documentario Friedkin Uncut, girato da Francesco Zippel, e inserito nella sezione Venezia Classici Documentari. Per il progetto, incentrato sul regista de L’Esorcista, Toma ha avuto la possibilità di conoscere e lavorare con il suo cineasta del cuore: Quentin Tarantino. Ecco cosa ha raccontato ad Hot Corn.

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Ancora dal profilo Instagram di Toma, il banner di Friedkin Uncut.

IO E QUENTIN «Il mio incontro con Tarantino? Grazie al documentario Friedkin Uncut abbiamo avuto il piacere di incontrare e ascoltare le storie di personaggi di spicco del cinema mondiale, come Matthew McConaughey, Wes Anderson, lo stesso William Friedkin, Dario Argento, Walter Hill e molti altri. Lavorando spesso a Los Angeles è comune collaborare con artisti di alto calibro, ma non ho nascosto la contentezza quando tra la lista dei personaggi da intervistare ho letto il nome di Quentin Tarantino…»

William Friedkin.

WILLIAM «Perché Friedkin? È uno dei più influenti registi della New Hollywood, con un’intensa storia personale che ha portato una nuova ondata di stile nel cinema. Partendo dalla sua figura e dai molteplici capolavori come L’Esorcista e Il Braccio Violento Della Legge, è da un po’ che si parlava di farne un documentario. Nel 2017, sono iniziate le riprese di Friedkin Uncut sotto la regia di Francesco Zippel e la Quoiat Films, casa di produzione indipendente romana. In un’ora e mezza, tra storie da set, immagini di repertorio ed interviste che spaziano tra attori, premi Oscar, appassionati e collaboratori, andiamo alla sua scoperta. Questo è un documentario di riferimento per tutti i cinefili. E, per me, è stato un piacere ed un onore dirigere la fotografia, collaborando con grandi professionisti del settore come Zippel».

Friedkin con Zippel sul set.

L’INCONTRO «Tarantino sul set? Sicuramente, trovarsi di fronte ad uno dei registi che più ti ha colpito nella storia del cinema procura una certa tensione. Dopo cinque minuti però si è trasformata nel piacere di ascoltare le storie e gli aneddoti che ha condiviso davanti alla camera. Siamo andati a trovarlo a casa, e per l’occasione ha aperto le porte della sua sala di proiezione personale… naturalmente tutta per pellicole 35mm! È stato molto divertente trovare qua e là diversi cimeli usati come oggetti di scena nei suoi film più famosi».

IL MITO «Forse Tarantino è il regista americano che più mi ha fatto appassionare al cinema. Ha sviluppato il gusto e l’abilità di creare mondi sorretti su una sottile linea tra la realtà e l’assurdo, pieni di storie molto intricate che passano attraverso innumerevoli personaggi con caratteristiche ben marcate. Molto semplicemente, Tarantino ha successo nel far immergere completamente lo spettatore in una storia, che in fondo è lo scopo finale che ogni film dovrebbe avere. Registi così sono rari. Da professionista e appassionato, avere il piacere di lavorare con un personaggio di questo calibro è sicuramente una cosa che dona molta inspirazione».

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William Friedkin, lo scorso anno a Venezia. Photo Credits: Shutterstock.

VENEZIA «Siamo contenti che il documentario Friedkin Uncut sia stato selezionato per la Mostra del Cinema di Venezia, nella sezione Venezia Classici, in concorso come miglior documentario sul cinema. Non è un esordio per Zippel alla Mostra, che proprio nella scorsa edizione ha partecipato come produttore per un altro docu-film The Devil and Father Amorth, proprio di Friedkin. Il documentario inizierà “la sua vita” a Venezia e poi verrà distribuito in tutto il mondo. Allo stato attuale la produzione sta negoziando le varie release».

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