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L’ombra e la luce: Il Guardiano della Diga è la graphic novel che non potete perdere

Commovente, magico, profondo: il fumetto di Kondo e Tsutsumi è un capolavoro del genere

Che abbagliante viaggio che è Il Guardiano della Diga. Prendetevi un attimo di tempo, e scoprite il fantastico universo dipinto da Robert Kondo e Dice Tsutsumi nella loro abbagliante graphic novel. Un gioco di luce e ombra, a inseguirsi nei disegni così come nella storia. E che storia, quella del fumetto – il primo di una trilogia – edita in Italia dalla BAO Publishing e tratta dall’omonimo cortometraggio candidato all’Oscar nel 2015, diretto proprio dai due animatori dal background di quelli importanti. Infatti, sia Kondo che Tsusumi, sono di scuola Pixar, avendo lavorato nel dipartimento animato di Monsters University, Toy Story 3, Cars. E, in quel corto, The Dam Keeper, una sorta di approccio Made in Pixar è preponderante, pure se la produzione è della Tonko House, studio fondato proprio dai due artisti.

Il guardiano della diga
La copertina della graphic novel.

Così, direttamente dai quei diciotto minuti di animazione, è arrivata una graphic novel (ma è in sviluppo anche un sequel del corto nonché, andata in onda in Giappone, una serie tv animata, Pig: The Dam Keeper Poems). Bellissima, dolente, commovente. Qui, c’è il passo successivo all’evoluzione del linguaggio fiabesco: leggiadria, certo, ma anche estrema profondità, sceneggiatura che non trema nel sembrare troppo matura e troppo drammatica, disegni semplici eppure colmi di vita e vibrazione.

I protagonisti, Volpe, Maiale e Hippo.

Il protagonista, è un maialino rosa, eroe per caso con l’eredità lasciatagli dal padre: badare ad una diga che tiene lontana un’ombra nera che avvolge – e uccide – tutto ciò che è al di là della Valle dell’Aurora. Dunque, l’ancestrale potenza della battaglia tra il Bene e il Male. Lui, piccolo e malinconico, pur avendo addosso l’onore e l’onore di mantenere l’equilibrio, dal villaggio non è ben voluto: si siede agli ultimi posti sull’autobus, è freak e diverso, ha pochi amici se non Volpe, migliore amica e compagnia di avventure.

Il guardiano della diga
Una tavola, con i tre protagonisti e quel lungo viaggio.

C’è il significato dell’amicizia, della scoperta, della maturazione come catarsi. Ed è bello come i due autori abbiano mischiato secoli di fiabe e favole, da Esopo a Sepúlveda, da Fedro a Antoine Saint-Exupéry. Mischiando anche due stili di animazione e di prospettiva: c’è, si sente la Pixar, ma parallelamente viene fuori anche l’incanto dello Studio Ghibli. E che bell’incontro. Il confine e il bosco oscuro, il passato che torna – il padre di Maiale, appunto, è l’ombra nell’ombra nella storia, e forse l’elemento più complesso di tutto l’arco narrativo – l’accettazione di sé, le responsabilità. Ed è davvero meraviglioso sfogliare il libro, tavola dopo tavola.

Il guardiano della diga
Volpe e Maiale.

Con Maiale, Volpe e l’amico-bullo Hippo in un cammino impervio, che sembra proprio quello della crescita, alla scoperta di tutto quello che è sconosciuto. E poi la grafica, l’odore della pagine, lo spessore dei tratti e degli acquarelli sulle tavole e nelle vignette, un po’ concept art un po’ un po’ sogno. Come quello che arriva, silenzioso e fugace, dopo la buona notte, portandoci in un mondo incantato pieno di ricordi impolverati e lontani. Quanta magia, quanta bellezza, quanta commozione. Il Guardiano della Diga è un’opera straordinaria.

Qui, potete vedere il trailer del corto The Dam Keeper

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