MILANO – Ma cosa c’entra un fumettista spagnolo con un genio romagnolo? E perché Dick Tracy sta dentro queste pagine assieme al circo e all’amata via Margutta? NPE Edizioni pubblica la graphic novel Fellini a Roma (qui) di Tyto Alba, artista catalano classe 1975 e – come per magia – cinema e fumetto ancora una volta trovano l’occasione per fondersi in un abbraccio e tuffarsi nel mondo dei sogni. Questa volta però sono quelli di un (irraggiungibile) maestro come Federico Fellini che proprio dal fumetto e dalle caricature aveva iniziato sulle colonne del Marc’Aurelio. In queste ottantasette pagine, i sogni non si limitano però a fare da espediente narrativo per mettere in mostra l’immaginario del regista, ma sono al centro del racconto attraverso cui un anziano e insonne Fellini ricorda il rapporto con Roma, la giovinezza, i personaggi reali e quelli immaginari che sono stati importanti durante il corso di tutta la sua vita.

In Fellini a Roma, Alba racconta così – attraverso il vagare notturno e solitario per le strade di Roma, al confine tra realtà e dimensione onirica – gli incontri con Aldo Fabrizi, Salvador Dalì, Roberto Rossellini, Pier Paolo Pasolini, Giulietta Masina, Anita Ekberg ma anche personaggi di fantasia, clown, fiere, Papi, pittori e Dick Tracy, il tutto in un immaginario potente fatto di arte, luci e donne che riassumono le ossessioni sovrastanti (e benevole) del regista. Un racconto delicato e delizioso, ambientato in quel non-luogo instabile dove ogni uomo con l’età finisce per perdersi, a diluirsi fino a scomparire tra ricordi e immaginazione. In questo viaggio intimo e senza confini, Alba accompagna il lettore attraverso una poetica molto sudamericana, con acquarelli che restituiscono Roma come unico elemento reale, con la sua luce e i colori, con la sua luna che illumina il Campidoglio.

E così tra le pagine ecco emergere Roma, il luogo che accoglie i sogni di Fellini perché è allo stesso tempo spirituale e carnale come il mondo interiore da cui arrivano le sue grandi opere: «Roma resta la madre ideale, la madre che non ti obbliga a comportarti bene. Anche la frase molto comune: “Ma chi sei? Nun sei nessuno!” è confortante. Perché non c’è solo disprezzo, ma anche una carica liberatoria». Cosa ne esce? Un racconto sull’incontro tra due modi di interpretare la grande, inconsapevole bellezza del nostro Paese. E sì, forse solo un autore non italiano poteva avere la sensibilità di comprendere il significato di questo incontro e comunicarlo con il corretto linguaggio espressivo, attraverso tavole così luminose e attraenti. Fellini a Roma, una gemma preziosa di arte purissima da scoprire a ogni costo. Volume consigliato.
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Qui sotto potete vedere una featurette a tema Fellini a Roma:
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