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La Zona Morta | David Cronenberg, Christopher Walken e i quarant’anni di un classico

Stanley Donen, gli incubi di Michael Kamen, la suggestione Bill Murray. Riscoprire un mito in streaming

Christopher Walken al centro della scena di La Zona Morta, un film di David Cronenberg
Christopher Walken al centro della scena di La Zona Morta, un film di David Cronenberg

ROMA – Nel 1983, accanto a quel Videodrome suggestione body-horror sul ruolo dell’informazione e dei mass media nella società, nella filmografia di David Cronenberg figura La zona morta, tratto dall’omonimo romanzo di Stephen King del 1979. Un dittico filmico straordinario, che della produzione cronenberghiana degli anni Ottanta è il cuore centrale accanto a Scanners e La Mosca, ma che la prova del tempo ha finito con il rendere distante e inevitabilmente spaccato in termini di percezione e valore. Anche per via delle riflessioni sociologiche al centro del racconto – oltre che del suo essere un prezioso tassello cognitivo nell’evoluzione e comprensione delle teorie body-horror – Videodrome ha finito con l’inglobare l’essenza filmica de La zona morta, privandolo quasi della paternità cronenberghiana per ricondurlo, principalmente, nel filotto dei grandi adattamenti kinghiani.

La Zona Morta di David Cronenberg è stato presentato in terra statunitense il 21 ottobre 1983
La Zona Morta di David Cronenberg è stato presentato in terra statunitense il 21 ottobre 1983

Un’epoca felice quella per King, che dalla fine degli anni Settanta con Carrie – Lo sguardo di Satana e la miniserie in due parti Le notti di Salem all’inizio degli anni Ottanta con Shining e Creepshow, accolse il 1983 come l’anno di Cujo, Grano rosso sangue, Christine – La macchina infernale e soprattutto La zona morta (lo trovate in streaming su Prime Video) che dalla sua si può quasi definire capitato per caso nella filmografia di Cronenberg. Nel 1979 infatti, all’indomani dall’uscita del romanzo, l’executive Carol Baum acquistò per conto della Lorimar Film Entertainment i diritti di utilizzazione economica da King, ingaggiando Jeffrey Boam (Indiana Jones e l’Ultima Crociata) per lo script: «Ho visto che La zona morta aveva grandi possibilità come concept e ho accettato di farlo», e proponendo il progetto al regista Stanley Donen: una suggestione durata appena una manciata di settimane.

Un estratto dalla locandina di La Zona Morta
Un estratto dalla locandina di La Zona Morta

Dopo che gli fu consegnato il primo draft di Boam, Donen scelse di tirarsi fuori da La zona morta nel pieno della pre-produzione. Parallelamente la Lorimar, che non navigava proprio in acque finanziarie limpide dopo i flop commerciali di Oltre il giardino, Cruising e Il postino suona sempre due volte, cedette i diritti al produttore Dino De Laurentiis, risultando comunque accreditata in co-produzione. A De Laurentiis non suonava bene lo script di Boam tanto da chiedere nel 1981 allo stesso King padre letterario di adattarlo in formato cinematografico, salvo poi rispedire al mittente il draft da lui prodotto perché ritenuto: «Troppo coinvolto e contorto, inutilmente brutale». In seconda battuta De Laurentiis assunse Andrzej Żuławski per la sceneggiatura, per poi, dopo due draft ritenuti impresentabili, tornare nuovamente da Boam alle pendici della lavorazione.

Christopher Walken è Johnny Smith in La zona morta
Christopher Walken è Johnny Smith in La zona morta

L’intuizione di Boam nel dare finalmente una quadra a La zona morta fu quella di abbandonare del tutto la struttura narrativa parallela del romanzo originario, ricalibrando l’inerzia del racconto in funzione di una struttura impropriamente episodica: «Il libro di King è più lungo di quanto doveva essere. Il romanzo si estende ed è a episodi. Quello che ho fatto è stato usare quella qualità episodica in un trittico», vale a dire: l’introduzione di Johnny Smith (Christopher Walken) prima dell’incidente d’auto e dopo che si è risvegliato dal coma, una storia su Johnny che aiuta lo sceriffo Bannerman (Tom Skerritt) a rintracciare l’assassino di Castle Rock, e Johnny che decide di affrontare il politico Stillson (Martin Sheen). Nel mezzo la gestione dell’arco narrativo di Johnny in funzione dell’accettazione del proprio potere.

Nei cinema italiani La Zona Morta fu distribuito il 12 settembre 1984
Nei cinema italiani il film fu distribuito il 12 settembre 1984

A detta di Boam: «È stato proprio questo tema che mi ha fatto apprezzare il libro di King e mi è particolarmente piaciuto scoprirlo in quello che era essenzialmente un romanzo di genere». Non a caso, proprio in funzione della specificità del romanzo prima e dell’adattamento cinematografico poi, quasi vent’anni dopo La zona morta tornerà a vivere in formato seriale grazie a Michael e Shawn Piller per cinque stagioni e ottantuno episodi tra il 2002 e il 2007 con Anthony Michael Hall, Nicole DeBoer e Sean Patrick Flanery nel cast principale. Per la scelta del giusto volto registico invece, archiviato Donen – e molto prima di Cronenberg – si fecero i nomi di quel Michael Cimino fresco del flop de I Cancelli del Cielo (qui per il nostro Longform) e John Badham: entrambi rifiuteranno.

Martin Sheen è il politico Stillson
Martin Sheen è il politico Stillson

Se Cimino tornerà a lavorare soltanto tre anni dopo – e sempre con De Laurentiis – con il mitologico L’anno del dragone, il rifiuto di Badham fece molto più rumore. Dopo che lesse lo script di Boam (a suo dire: «Disgustoso») si tirò indietro per subentrare a Martin Brest alla regia di Wargames – Giochi di guerra. Infine proprio Cronenberg che proprio assieme a Boam e all’executive Debra Hill fresca dei successi di Fog e 1997: Fuga da New York a firma John Carpenter, snellì l’intero corpus narrativo apportando dei miglioramenti che secondo lo stesso King: «Hanno migliorato e intensificato il potere della narrazione de La zona morta». A Cronenberg il merito di una gestione del momento delle rivelazioni di Johnny da manuale.

Nel cast del film anche un inedito Herbert Lom
Nel cast del film anche un inedito Herbert Lom

Predestinazioni e visioni di futuro e passato la cui cura registica e di montaggio, specie nel sync del tema musicale e degli effetti sonori, da manuale per ritmo, intensità e meraviglia filmica. E a proposito della colonna sonora. La zona morta è una delle rare occasioni in cui Cronenberg non si è servito del genio di Howard Shore. Al suo posto Michael Kamen su ordine della Paramount Pictures che ne curò la distribuzione globale. Trasferitosi a Londra durante le riprese, Kamen ricevette diverse lamentele dei vicini di casa per via dei toni tenebrosi delle composizioni suonate al pianoforte. Il risultato fu che uno di loro gli disse chiaro e tondo: «Potresti per favore smetterla di suonare quella musica? Non riesco a dormire e sta facendo venire gli incubi alla mia famiglia».

Nicholas Campbell avrebbe dovuto vestire i panni di Johnny Smith, prima di passare al ruolo di Frank Dodd
Nicholas Campbell avrebbe dovuto vestire i panni di Johnny Smith, prima di passare al ruolo di Frank Dodd

L’unico demerito, se così possiamo chiamarlo, de La zona morta è che, in funzione del discorso cronenberghiano sul body-horror e le sue teorizzazioni, non aggiunge nulla, proiettando però la poetica del regista canadese del primo periodo – quello in cui le aberrazioni del body-horror fungevano da allegoria della corruzione d’animo e dei corpi degli uomini – verso i territori nuovi e inesplorati di un sobrio thriller-horror tra il paranormale e lo psicologico. Talmente delineato ed efficace come concept che probabilmente avrebbe funzionato lo stesso se reso secondo il registro della commedia, dell’action puro, se non perfino, in tempi moderni, come cinecomic. Un classico insomma, oggi come ieri, quarant’anni dopo (fu distribuito nei cinema statunitensi e canadesi il 21 ottobre 1983), che sarebbe potuto essere ancora più caratteristico nelle intenzioni originarie di Cronenberg.

Brooke Adams è Sarah Bracknell in una scena di La zona morta
Brooke Adams è Sarah Bracknell in una scena de La zona morta

Non solo il ruolo dello sceriffo Bannerman sarebbe dovuto essere di Hal Holbrook, salvo rifiuto netto di De Laurentiis che non aveva la minima idea di chi fosse, ma per il ruolo di Johnny Smith, molto prima che fosse scelto Walken, fu autentica bagarre. De Laurentiis avrebbe voluto uno tra Al Pacino, Richard Gere e Robert De Niro come attore principale. Cronenberg vide l’interprete ideale in quel Nicholas Campbell a cui toccherà poi il ruolo del killer Frank Dodd e con cui aveva già collaborato tra Veloci di mestiere e Brood – La covata malefica. Non ultimo King che avrebbe fatto carte false pur di vedere Bill Murray protagonista de La zona morta, e non sarebbe stato l’unico in effetti…

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Qui sotto potete vedere il trailer del film 

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