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1997: Fuga da New York | Kurt Russell, Neuromante e il futuro di John Carpenter

William Gibson, le origini, i tanti volti di Jena e Isaac Hayes: cronaca di un cult assoluto. Su MUBI

Kurt Russell nei panni del mitologico Jena Plissken di 1997 Fuga da New York di John Carpenter
Kurt Russell nei panni del mitologico Jena Plissken di 1997 Fuga da New York di John Carpenter

ROMA – «Quindi è giusto dire che, il modo in cui Neuromante appare, è stato influenzato dalle immagini di Heavy Metal e Blade Runner, ma soprattutto da 1997: Fuga da New York. Rimasi incuriosito dallo scambio di battute in una delle scene iniziali, quando il Guardiano chiede a Plissken: “Hai sorvolato Leningrado con il Gullfire, vero? “Sembra una frase buttata là, ma per un momento ha funzionato come la miglior fantascienza possibile dove un riferimento casuale può implicare molto…». Così William Gibson parlò a proposito delle ispirazioni del suo Neuromante, manifesto del genere cyberpunk, la cui prima edizione risale al 1984. Tre anni prima, precisamente il 10 luglio 1981, John Carpenter visualizzava attraverso 1997: Fuga da New York un near-future barbaramente distopico in cui l’America è caduta per mano di criminali politici e insorti anti-governativi.

1997: Fuga da New York di John Carpenter fu distribuito nei cinema statunitensi il 10 luglio 1981
1997: Fuga da New York fu distribuito nei cinema americani il 10 luglio 1981

Il risultato? L’isola di Manhattan resa una terra di nessuno blindata e inviolabile, un borgo fortificato ospitante una maxi-prigione di massima sicurezza. Qui entra in gioco la lezione preziosa di Gibson, perché se è vero che la miglior fantascienza è quella in cui qualsiasi immagine contiene al suo interno un intero mondo di suggestioni e intuizioni che alimentano la fantasia e l’immaginario dello spettatore, un’opera come 1997: Fuga da New York spaventa nel modo in cui Carpenter immaginava quale sarebbe stato il futuro prossimo del suo (e del nostro) mondo. La storia, in fondo, la conosciamo tutti. Nel riproporre le dinamiche di squadra del suo film del cuore, quel Un dollaro d’onore a firma Howard Hawks capolavoro western inarrivabile, Carpenter porta in scena un’improbabile squadra di anti-eroi devianti, tutti in cerca di qualcosa, perlopiù di libertà e riscatto, nel salvare il Presidente dalle grinfie del Duca.

Il Presidente di Donald Pleasence in 1997: Fuga da New York: «Immaginalo come il figlio illegittimo di Ronald Reagan e Margaret Thatcher»
Il Presidente di Donald Pleasence: «Immaginalo come il figlio illegittimo di Ronald Reagan e Margaret Thatcher»

Ma soprattutto c’è Jena Plissken (Snake nella versione originale, e la saga videoludica di Metal Gear Solid ne sa qualcosa), il collante del gruppo e dal passato militare glorioso, le cui gesta eroiche a tempo limitato vedono la propria inerzia evolvere progressivamente dall’essere un atto di sopravvivenza individuale sino a simbolo del riscatto della gente comune e degli emarginati. E se è vero che il doppio gioco nel fulmineo climax livella la forbice valoriale tra Plissken e il Presidente rivelando chi dei due è realmente quello valoroso e patriottico – basti pensare che l’aura caratteriale del Presidente fu pitchata a Donald Pleasence come: «Immaginalo come il figlio illegittimo di Ronald Reagan e Margaret Thatcher» – è vero che molto del contesto storico-sociale alle origini della sua realizzazione svela le ragioni dietro a 1997: Fuga da New York. Lo script risale infatti al 1976.

Nei cinema italiani il film fu distribuito il 6 novembre 1981
Nei cinema italiani il film fu distribuito il 6 novembre 1981

Nello specifico all’indomani dello Scandalo Watergate – «L’intero sentimento della nazione era di vero cinismo nei confronti del Presidente» disse Carpenter in merito, così da spiegare le ragioni dietro all’agire codardo del Presidente/Pleasence – e nel pieno del boom mediatico di quel cult senza tempo che corrisponde al nome di Il giustiziere della notte di Michael Winner del 1974. A detta di Carpenter: «Non ero d’accordo con la filosofia di quel film ma mi piaceva il modo in cui raccontava di New York come una specie di giungla. Volevo fare un film di fantascienza che andasse in questa direzione», che la estremizzasse. Butto giù uno script che in verità nessuna casa di produzione trovò spendibile: «Tutti mi dicevano che era troppo violento, troppo spaventoso e troppo strano». Non un periodo facile per Carpenter comunque. All’indomani dello squinternato Dark Star nessuno voleva assumerlo come regista.

Lee Van Cleef in una scena di 1997: Fuga da New York
Lee Van Cleef

Si convinse così che se non avesse potuto fare il regista, avrebbe sbancato come sceneggiatore: il successo clamoroso di Halloween – La notte delle streghe decise diversamente. La Avco-Embassy rimase talmente impressionata dal suo lavoro da offrire nel 1980, a lui e alla produttrice Debra Hill, un accordo di esclusiva per due film. Il primo sarebbe stato The Fog, il secondo, inizialmente, Philadelphia Experiment. A causa di alcuni problemi di sviluppo creativo però, il progetto non vedrà mai la luce a firma Carpenter. Per quello ci penserà Stewart Raffill nel 1984 (Carpenter figurerà come executive). Al suo posto proprio 1997: Fuga da New York anche se Carpenter sentiva che lo script mancava di qualcosa: «Questo era fondamentalmente un film d’azione. A un certo punto, mi sono reso conto che non ha davvero quel tipo di umorismo folle che le persone di New York si aspetterebbero di vedere».

Il Duca in 1997: Fuga da New York è interpretato dal leggendario Soul Man Isaac Hayes
Il Duca è interpretato dal grande Isaac Hayes

In soccorso venne il fido Nick Castle che, oltre ad alleggerire il tono dello script, introdusse il personaggio del Tassista (Ernest Borgnine) e ideò l’iconico climax. Parallelamente entrarono in produzione la International Film Investors e la Goldcrest Films con accordi di co-finanziamento per poco meno di un milione di dollari in due. Assieme all’investimento della Avco-Embassy di 6 milioni di dollari, il budget di 1997: Fuga da New York fu di 7 milioni tonti-tondi: ne incasserà oltre 25 nell’estate del 1981. Un successo straordinario reso possibile anche dalla costruzione d’immagine carpenteriana, rigorosissima e colorata, resa eccelsa dal DoP Dean Cundey e da un giovane ma già rodato James Cameron – pupillo di Roger Corman alla New World Pictures – addetto agli effetti speciali dopo le esperienze di I magnifici sette nello spazio, Il pianeta del terrore e lo (s)cult Piraña paura.

Kurt Russell ed Ernest Borgnine in una scena di 1997: Fuga da New York
Kurt Russell ed Ernest Borgnine

L’intento di Carpenter era infatti quello di creare due look distinti per il film: «Uno è lo stato di polizia, l’alta tecnologia, un sacco di neon, gli Stati Uniti dominati da computer sotterranei. Era facile da girare rispetto alle sequenze della prigione dell’isola di Manhattan, che avevano poche luci, principalmente torce, come l’Inghilterra feudale» al punto che 1997: Fuga da New York (disponibile su Prime Video e MUBI) fu girato tra l’agosto e novembre 1980 quasi tutto in notturna con giornate sul set che non prevedevano il sole come compagno di viaggio: «Finivamo le riprese verso le sei del mattino, andavo a dormire alle sette, mi svegliavo verso le cinque del pomeriggio. Per circa due mesi e mezzo non ho visto la luce del giorno, è stato strano». A proposito del casting invece, la scelta di volto e corpo di Jena Plissken fu uno dei nodi gordiani della produzione del film.

Adrianne Barbeau e Harry Dean Stanton in una scena di 1997: Fuga da New York
Adrianne Barbeau e Harry Dean Stanton

Intanto il nome, perché l’originale Snake, nacque su intuizione di Carpenter che scelse di usare il nome proprio di un suo conoscente al liceo: «Era una specie di duro, un tale che portava un grande serpente tatuato sull’addome. Il suo cognome era Plissken e tutti lo chiamavano Snake. Chiunque abbia un serpente tatuato su di sé, da qualche parte, quello è il mio tipo di eroe». Gli executive della Avco-Embassy, alla voce «Tipo tosto» immaginarono già la locandina con uno tra Clint Eastwood (che fu pensando a lui che Carpenter scrisse la parte), Charles Bronson (per via dell’ispirazione narrativa Paul Kersey, ma era troppo in là con gli anni), Tommy Lee Jones, oltre ai soliti noti Chuck Norris e Nick Nolte. Infine Kurt Russell su cui gli executive nutrivano numerose perplessità, non fosse altro perché veniva da una sfilza di progetti Disney che lo rendevano poco appetibile.

«Un mercenario, in combattimento un misto tra Bruce Lee, Robert Ginty in versione Exterminator, Darth Vader e con la voce di Clint Eastwood, vive esattamente ogni secondo di quel minuto» (Kurt Russell a proposito di Jena Plissken)
«Un misto tra Bruce Lee, Exterminator, Darth Vader e Clint Eastwood» Kurt Russell a proposito di Jena

Il ruolo di Plissken, che Russell descrisse come: «Un mercenario, in combattimento un misto tra Bruce Lee, Exterminator, Darth Vader e con la voce di Clint Eastwood, vive esattamente ogni secondo di quel minuto», lo volle a tutti i costi, tanto da rifiutare il ruolo di Buck Rogers nell’omonimo serial del 1979. L’obiettivo era ripulire l’immagine leggera che lo fece conoscere al grande pubblico come attore di commedie per famiglie. E ci riuscì, alla grandissima, specie con il successivo La cosa che ne rivelò tutto il talento thriller-horror. Sua, tra l’altro, l’intuizione dell’iconica benda sull’occhio di Plissken che diede al personaggio quell’aria straniante da pirata urbano. La mitologica colonna sonora a firma Carpenter fece il resto. Più che un film 1997: Fuga da New York, un’autentica religione, un mito, senza tempo e fuori dal tempo.

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Qui sotto potete vedere il trailer del film: 

 

 

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