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Un Anno Difficile | Olivier Nakache, Eric Toledano e una commedia ecologista da non perdere

Pio Marmaï, Jonathan Cohen, Noémie Merlant e tante risate. Al cinema dal 30 novembre

Pio Marmaï e Jonathan Cohen al centro della scena di Un Anno Difficile di Olivier Nakache ed Eric Toledano, al cinema dal 30 novembre
Pio Marmaï e Jonathan Cohen al centro della scena di Un Anno Difficile di Olivier Nakache ed Eric Toledano.

MILANO – Proprio in tempo di Black Friday e di acquisti compulsivi in un universo che sta implodendo su se stesso, I Wonder Pictures posiziona correttamente l’uscita in sala di Un anno difficile, l’ultima fatica di Olivier Nakache e Eric Toledano, scelto anche per aprire il Torino Film Festival. Ogni cinefilo ricorda questi registi per aver diretto ormai più di dieci anni fa (come passa il tempo!) quel gioiellino di Quasi Amici, ancora uno dei più grandi successi francesi nel nostro Paese, ma anche per quel gioiello che fu C’est la vie. E qui, nuovamente, come in quel primo film diventato cult e rifatto in decine di Paesi e anche a teatro, c’è una coppia di amici protagonista, quella formata da Albert (Pio Marmaï) e Bruno (Jonathan Cohen), due eterni ragazzi immaturi, con una vita familiare distrutta e tanti debiti che non son capaci di onorare.

Un anno difficile, un film di Olivier Nakache ed Eric Toledano, al cinema dal 30 novembre
Una scena di Un anno difficile, un film di Olivier Nakache ed Eric Toledano

La loro vita subirà una svolta quando sul loro cammino spunterà Cactus (Noémie Merlant), una giovane attivista che soffre di eco-ansia e che farà rimettere (forse) loro in prospettiva le priorità in questa vita. Nakache e Toledano non negano di aver bene appreso la lezione della commedia all’italiana, citando in Un anno difficile – nello specifico – le pellicole di Monicelli, Risi e Scola, e lo si può ben notare in questo nuovo tassello del loro discorso sui nostri tempi. Albert e Bruno non sono abbastanza brutti, sporchi e cattivi, unicamente perché rappresentano degli anti-eroi più contemporanei, apparentemente più ripuliti, ma solo perché i nostri anni richiedono di spendere oltre le proprie possibilità, di riempirsi le case oltre gli spazi disponibili e di rispondere a bisogni che non sono in realtà tali.

Pio Marmaï e Jonathan Cohen in una scena del film
Pio Marmaï e Jonathan Cohen in una scena del film

Determinanti le tre domande proposte prima di qualsiasi acquisto da Enrico (un insospettabile Mathieu Amalric con tanto di spassosi travestimenti), l’uomo che sta seguendo per entrambi le pratiche per la cancellazione dei loro debiti: la prima è: «Ne ho bisogno?», la seconda: «Ne ho veramente bisogno?», la terza: «Ne ho veramente bisogno adesso?». Il successivo incontro con le più giovani ed estreme posizioni di Cactus arricchiranno ulteriormente il discorso sull’essenzialità, che tanto a cuore sta evidentemente ai registi, fini narratori dei nostri tempi. Dove Un anno difficile vacilla un po’ è forse nei momenti in cui forzatamente cerca di creare occasioni umoristiche o momenti di intrattenimento che, se in quel gioiello di Quasi Amici o nel successivo C’est la vie risultavano pienamente centrate e al loro posto, qui risultano a volte un po’ fuori luogo.

Nel cast anche una grande Noémie Merlant
Nel cast anche una grande Noémie Merlant

Non è comunque un’incoerenza che mini la definitiva piacevolezza dell’opera la quale, se può un po’ perdere di incisività nel messaggio finale, risulta complessivamente diversa dal solito e molto godibile nell’insieme. L’appunto che certamente non può farsi a Nakache e Toledano riguarda invece, come sempre, la scelta degli attori che da Quasi Amici fino all’ultimo The Specials – fuori dal comune con Vincent Cassel e Reda Kateb (anch’esso un nostro French Touch), è più che azzeccata anche in Un anno difficile. Pio Marmaï che avevamo amato in Parigi, tutto in una notte, per cui si era anche guadagnato una nomination ai César, è perfetto nelle sue espressioni ebeti soprattutto negli approcci impacciati con Cactus.

Da segnalare un formidabile Mathieu Amalric
Da segnalare un formidabile Mathieu Amalric

Jonathan Cohen ha un volto in grado di far tutto, anche dar credibilità a battute che, sulla bocca di qualcun altro risulterebbero ridicole: recuperatelo nella più recente e meravigliosa follia cinefila di Quentin Dupieux (Daaaaaaaaaaaaaali!), passata fuori concorso all’ultima mostra di Venezia perché sa essere ancora più spassoso. Infine, su Noémie Merlant non ci son più molte parole da spendere per encomiarne la bravura oltre quelle già spese con riferimento ad altre pellicole in cui tutti han potuto apprezzarla. Dopotutto son stati gli stessi registi a dichiarare di averla adorata in Ritratto della giovane donna in fiamme di Céline Sciamma e Parigi, 13° Arr. di Jacques Audiard, salvo poi restar stupiti dalle sue altrettanto brillanti capacità da comédienne ne L’innocente di Louis Garrel. La frase più bella del film? «Per essere se stessi bisogna proiettarsi in ciò che è estraneo».

  • STORIE | Quasi Amici, la storia vera che ha ispirato il film
  • VIDEO | Qui per il trailer di Un anno difficile 

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