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Quasi Amici | Omar Sy, François Cluzet e la storia vera che ha ispirato il film

Tutto nasce dall’amicizia fra l’aristocratico Philippe Pozzo di Borgo e il suo diavolo custode Abdel

Quasi Amici
Un'insolita passeggiata per i protagonisti di Quasi Amici

MILANO – Un ricco uomo tetraplegico. Una sbandato di buon cuore. Due mondi che collidono e un’amicizia fuori dal comune. Se pensando a questa storia vi viene in mente un parapendio, il sorriso di Omar Sy, la musica degli Earth Wind & Fire e il volto del Dustin Hoffman francese, ovvero François Cluzet, allora ci sono buone probabilità che abbiate visto Quasi Amici.

Quasi Amici
François Cluzet e Omar Sy in Quasi Amici

Ma la commedia che ha conquistato la Francia – e poi il mondo – nasce da una vicenda realmente accaduta con protagonisti Philippe Pozzo di Borgo e Abdel Yasmin Sellou. La loro identità ci viene svelata alla fine del film di Olivier Nakache e Éric Toledano, ma quello che molti non sanno è che questa amicizia ha una storia molto più lunga, che era già stata raccontata in un romanzo e in un documentario. Ma facciamo un passo indietro.

Abdel e Philippe
Abdel è il diavolo custode di Philippe

Siamo nel 1993. Un incidente in parapendio sulle Alpi svizzere sconvolge l’esistenza del 42enne Philippe Pozzo di Borgo: origini nobili, un matrimonio felice con Béatrice, una vita di agi vissuta a Parigi, fra la gestione di uno storico hotel della Capitale, le responsabilità come direttore della rinomata azienda di champagne Pommery e il precedente incarico come manager per Moët & Chandon. Un incidente, dicevamo, e il suo mondo cambia: dal prendere ogni giorno decisioni per gli altri, Phillipe si ritrova a dipendere sempre da qualcuno. Un incubo reso ancora più triste perché l’amatissima moglie è malata di cancro. Morirà nel 1996.

Quasi Amici
François Cluzet sul parapendio in una scena del film

Quindi serve qualcuno, un aiuto, su cui contare quotidianamente. Un annuncio formale richiama 90 candidati. Vengono vagliati uno ad uno. Referenze, competenze e precedenti incarichi però non bastano. Serve una persona che stia vicino a Philippe senza compatirlo. Qualcuno che lo aiuti a convivere con il dolore. Qualcuno che lo faccia sentire vivo. E qui entra in scena Abdel: algerino, umili origini, seduttore per passione, qualche precedente penale e un lavoro al mercato nero per sbarcare il lunario. Basta però un sorriso, qualche battuta fulminante e il resto viene da sé.

Quasi Amici
L’arte contemporanea divide i due protagonisti

Le giornate trascorrono fra mostre di arte contemporanea, che Abdel detesta, e l’ascolto di musica pop che Phillipe tollera anche meno. Distanti ma uniti, i due vanno avanti, superando molte difficoltà ed anche il tentativo di suicidio di Pozzo di Borgo che, un giorno, si stringe il tubo dell’ossigeno attorno al collo. Non vuole più sentirsi un peso. Non vuole più provare quel dolore. Lo stesso che lo tiene sveglio di notte e lo porta a scrivere con l’ausilio di un registratore a comando vocale. Un passatempo o una terapia che prenderà la forma di un libro, A Second Wind.

François Cluzet
Il film racconta le difficoltà quotidiane di Philippe

Nel 2001 il memoir viene pubblicato anche in Italia come Il diavolo custode, lo stesso appellativo, ben più intrigante rispetto a badante, affibbiato da Philippe all’imprevedibile Abdel. Due anni più tardi questa incredibile amicizia debutta sul grande schermo con il documentario A la vie, à la mort. Ed è a questo punto che il cinema si accorge di avere di fronte una storia da raccontare. Arrivano registi e sceneggiatori. Il parere di Philippe e Abdel è fondamentale per rendere tutto più vero. Quando vengono scelti François Cluzet e Omar Sy, Quasi Amici diventa una favola atipica, che non nasconde i momenti difficili ma esalta lo spirito con cui vengono affrontati.

Omar Sy e François Cluzet
Sy e Cluzet in una delle sequenze più irriverenti del film

Lo stesso spirito che ha portato Philippe a scegliere di non arrendersi e a rifarsi una vita in Tunisia, insieme alla moglie Khadija e ai figli Robert-Jean, Sabah, Laetitia e Na. Ancora, lo stesso che ha spinto Abdel a cambiare la propria esistenza dopo aver messo la testa apposto, con un matrimonio e un lavoro stabile. «Non era dispiaciuto per me: era irriverente, sfacciato e aveva un senso dell’umorismo scandaloso. All’improvviso ho scoperto che mi stavo godendo di nuovo la vita» ha ricordato Philippe al Telegraph. E se qualcuno di voi se lo stesse chiedendo: Abdel non ha mai fatto i baffi in stile Hitler all’amico come vediamo in Quasi Amici, ma di certo lo ha fatto sfrecciare sulle strade francesi a bordo di una Rolls-Royce.

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