CANNES – Ci sono molti (molti) motivi per vedere Furiosa: A Mad Max Saga – fuori concorso a Cannes e ora al cinema con Warner Bros – e tutti molto differenti tra loro. Il genio folle di George Miller oppure la reincarnazione di Anja Taylor-Joy passando per la fotografia sabbiosa di Simon Duggan, ma un aspetto fondamentale per cui in molti (noi compresi) aspettiamo il nuovo capitolo della saga è la colonna sonora. Nove anni fa, in Mad Max: Fury Road, il bordone elettronico firmato da Junkie XL, ovvero Tom Holkenborg fu una rivelazione assoluta, un elemento di sceneggiatura fondamentale, al punto da spedire poi il compositore olandese nell’olimpo di Hollywood, voluto e richiesto da tutti, da Robert Rodriguez a Zach Snyder. «Però mettiamo subito una cosa in chiaro», precisa Holkenborg, «Non è mai stata mia intenzione registrare una colonna sonora in stile Fury Road. Con George abbiamo da subito avuto le idee molto chiare…».
FURY ROAD 2? NO – «Durante tutte le conversazioni avute con George (Miller, nda), abbiamo sempre considerato non solo lo sviluppo dei personaggi, ma anche il modo in cui la musica poteva aiutare a raccontare la loro storia. Questo per dire che non abbiamo mai pensato di mettere musica ovunque nel film solo perché avevamo paura di non averne. Furiosa è un’opera unica e – paradossalmente, anche se forse non dovrei dirlo – funziona bene anche senza musica. La musica però la esalta, la amplifica. Una figura fondamentale? Quella di Rob MacKenzie, supervisore al montaggio del suono: sia io che lui siamo ossessionati dai molti modi in cui la musica e il sound design possono unirsi. Abbiamo lavorato su molte idee differenti da presentare a George e lui ci ha ascoltato quasi sempre».
IO & GEORGE – «Ho lavorato con George per quasi due anni su Mad Max: Fury Road e posso dire che dopo tutta questa strada fatta siamo ormai buoni amici. Ma Furiosa non è stata una normale commissione per colonna sonora, perché per anni io e lui abbiamo parlato di questo progetto, di quanto sarebbe stato diverso il film e di quale sarebbe stato l’equivalente sonoro. La maggior parte del lavoro che oggi sentite nel film è stato fatto grazie alle conversazioni che abbiamo avuto, anche perché entrambi abbiamo una filosofia interessante sul modo di collaborare: parliamo per ore di cose che non riguardano il film, argomenti diversi che però poi alla fine ci aiutano a capire cosa vogliamo».
IL TEMA – «Il tema che ascoltate in Furiosa è essenzialmente una pulsazione che si ripete e che cambia in base allo stato d’animo. Quando Furiosa è impaurita ha sussulti che interrompono il ritmo e poi ricomincia, come fossero palpitazioni cardiache. Quando invece si sente a proprio agio, il battito è lento, costante. Durante le scene d’azione, i battiti accelerano con ritmo irregolare, per sottolineare l’imprevedibilità di ciò che accade. Ho pensato di rendere il tema il più semplice possibile e ho spiegato a George perché. Ed ecco che abbiamo solo una pulsazione di synth, nessuna melodia, nessuna armonia. Solo una pulsazione, che poi però funziona in modo molto efficace durante la pellicola film».
LO STILE – «L’approccio sia al film che alla musica è stato abbastanza leggero. Mad Max: Fury Road era grandioso, roboante e molto aggressivo a livello sonoro, dall’inizio del film fino alla fine, se ci pensate bene. Ecco, Furiosa invece è esattamente il contrario. La musica è suonata e eseguita in modo davvero elementare. Ho provato a chiedermi quali fossero gli elementi essenziali di cui avevo bisogno per una determinata scena? Di quanto tempo potessi farne a meno prima che entrasse in scena la musica? Il ruolo della musica è ancora lo stesso di Fury Road, ovvero una sorta di secondo narratore della storia, ma è orchestrato in un modo molto diverso e con più moderazione, almeno questo è quello che credo di aver fatto».
GLI STRUMENTI – «Se ricordate, in Mad Max: Fury Road gli oggetti venivano utilizzati per produrre suoni diversi, con gli strumenti a corda usati come percussioni. In Furiosa riprendo quel concetto con l’aggiunta di due elementi, due strumenti che occupano un posto centrale nella partitura. Uno è il duduk, strumento tradizionale armeno, che si ascolta quando si parla del Luogo Verde delle Molte Madri, dove Furiosa viveva da bambina. Ha un ruolo importante e un tono morbido, che avvicina alle emozioni più profonde. Il secondo è un didgeridoo, strumento della tradizione aborigena, molto importante perché ha – nemmeno a dirlo – un suono australiano e rende chiaro dove ci troviamo. Duduk e didgeridoo hanno lo scopo di evocare a Furiosa la casa perduta: più il suo viaggio si allontana e più i suoni le ricordano la promessa fatta a sua madre…».
- SOUNDTRACK | La musica da cinema secondo Hot Corn
- AUDIO | Qui un anticipo della soundtrack di Furiosa:
Lascia un Commento