In rete, sui vari tumblr., Flickr e Pinterest, ci hanno provato un po’ tutti (e diversi di loro con risultati più che notevoli), con le loro home-made-cover suggestive e di belle speranze, a ricreare le atmosfere di quella serie che, negli ultimi due o tre anni, è riuscita ad impattare sul pubblico (trasversale, dai giovanissimi fino agli adulti) con la sua carica da coming-of-age prima dark poi fantasy, poi retrò e pop, con quelle citazioni dal tipico sapore Anni Ottanta.

Insomma, avrete immaginato che si parla di Eleven, Will, dei Demogorgoni e di tutto l’universo di Stranger Things, talmente vasto che, molti artisti, hanno tentato di immaginare come potesse essere la serie Netflix se, un giorno, fosse diventata un fumetto della Marvel, della Dark Horse o della DC. Alcuni, pensate, l’hanno disegnato pure su un numero della celebre rivista umoristica Mad Magazine. Ora, dopo molta attesa, Stranger Things è diventato un albo comics.

A pubblicarla – qualcuno, quindi, aveva indovinato – l’americana e indipendente Dark Horse, da sempre legata ai titoli cinematografici e televisivi (vi avevamo già raccontato di Indiana Jones in versione fumetti, ma la Dark Horse ha trattato anche Alien, Scarface e alcune collane di Star Wars, ed è presente ad Hollywood con la compagnia di produzione Dark Horse Entertainment), oltre che possedere una sua identità ben definita, amatissima dagli appassionati dei fumetti.

«Dark Horse è nota per la promozione di storie e di narratori», ha dichiarato il presidente e fondatore di Dark Horse, Mike Richardson. «Siamo entusiasti di lavorare con Netflix per portare il mondo di Stranger Things ai fumetti». Un mondo (capovolto) che, debuttando sulla carta, segue così quell’intuizione che vuole le storie dei film o delle serie del cuore, adatte a sconfinare oltre gli orizzonti conosciuti.

A scrivere la novelization di Stranger Things, c’è la sceneggiatrice Jodi Housner (apprezzata autrice di Faith, eroina curvy, femminista e americana fino al midollo), mentre Stefano Martino, Keith Champagne, Lauren Affe e Nate Piekos curano l’aspetto grafico della collana che, oltre prevedere una regular series, comprende anche diverse graphic novel. Partendo con Stranger Things #1, nel giro di quattro numeri, ci caliamo nell’upside-down insieme a Will Byers, che dovrà vedersela con i demogorgoni, il buio, la lotta per la sopravvivenza.

Ma, nella serie, si torna anche ad Hawkins, portando con lei tutti i characters della serie, disegnati, lo vediamo dalle prime pagine rilasciate, in uno stile accattivante e ricco di dettagli, in piena onda Dark Horse. Se, il processo inverso – ovvero quello da fumetto a pellicola – è ormai cosa fondamentale ad Hollywood, il reverso (per restare in tema) è un’importante viadico (libero) per espandere le storie e le avventure dei personaggi più amati dal pubblico. E Stranger Things, impregnata di richiami nerd e geek, con quella cornice da fumetto stropicciato letto e riletto d’estate, con la torcia e sotto un lenzuolo a quadri, diventa, ora, l’ispirazione della sua stessa ispirazione. Tutta da leggere.
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