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HOT CORN GUIDE | Da Il Padrino ad Apocalypse Now: 7 film per riscoprire Marlon Brando

Il Selvaggio, Fronte del Porto, La Caccia. Ecco la nostra guida d’autore per celebrare il centenario

Marlon Brando fa 100, il protagonista d'eccezione - e colonizzatore - della Hot Corn Guide di questa settimana
Marlon Brando fa 100, il protagonista d'eccezione - e colonizzatore - della Hot Corn Guide di questa settimana

ROMA – A cento anni dalla nascita – 3 aprile 1924 – Marlon Brando rimane oggi un simbolo assoluto, un imprescindibile punto di riferimento artistico oltre che attoriale. Brutale, implacabile, maestoso, ribelle, sensibile e selvaggio, capace di lasciare il segno come pochissimi altri con le sue interpretazioni. Perché per Brando recitare era semplicemente un’estensione del proprio io: «Recitare è l’espressione di un impulso neurale. È una vita noiosa. Il beneficio principale che ho tratto dall’essere un attore sono i soldi che uso per pagare il mio psicanalista». Per noi di Hot Corn è un Centenario e un giorno speciale che non possiamo non celebrare a dovere. Ed ecco quindi 7 film, perlopiù capolavori, visti, rivisti e stravisti, ma che in un modo o nell’altro ci ricordano la pesante e preziosa eredità di uno dei più grandi interpreti della sua epoca.

Due, cento, mille Brando.

numero uno_cinema UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO, di Elia Kazan – La pièce di Tennessee Williams fece la storia a Broadway come produzione teatrale di Irene Mayer Selznick e per la regia dello stesso Kazan, tanto da essere insignita del Premio Pulitzer per la drammaturgia. Da qui l’intuizione della Warner Bros di trasporre la stessa energia teatrale al cinema. Cast confermato in blocco, eccetto Jessica Tandy che abbandonò i panni tragici di Blanche DuBois per quella Vivien Leigh più appetibile al box-office. La vera attrattiva però è il (quasi) esordiente Marlon Brando che come Stanley Kowalski rubò la scena regalando ai posteri una masterclass di recitazione fatta di magnetismo, intensità ed esplosività attoriale, ed era solo il suo secondo film. Qui per il nostro Revisioni. Dove vederlo? Prime Video

Marlon Brando in una scena di Un Tram che si chiama Desiderio, un film di Elia Kazan del 1951
Marlon Brando in una scena di Un Tram che si chiama Desiderio, un film di Elia Kazan del 1951

numero due VIVA ZAPATA!, di Elia Kazan – Uno dei più celebri casi di whitewashing del cinema moderno americano, è vero, ma l’epica di Emiliano Zapata e la lotta armata con Francisco Madero e Pancho Villa che portò alla Rivoluzione Messicana con cui rovesciare il regime dittatoriale di Porfirio Díaz, meritarono la gloria di Hollywood in una produzione ambiziosissima targata Darryl F. Zanuck. Script di John Steinbeck e ancora il duo Elia Kazan-Marlon Brando dietro e davanti la macchina da presa. Il ritratto offerto da Brando dell’agricoltore divenuto fuorilegge e infine leader, è semplicemente sensazionale. Da segnalare la presenza nel cast di un grande Anthony Quinn vincitore dell’Oscar al Miglior attore non protagonista. Dove vederlo? Prime Video

Brando come Emiliano Zapata in un momento di Viva Zapata!, del 1952
Brando come Emiliano Zapata in un momento di Viva Zapata!, del 1952

numero tre_cinema IL SELVAGGIO, di László Benedek – Su questa lavorazione e sull’aura caratteriale di Johnny Strabler, si espresse così Marlon Brando tra le pagine di La mia vita (Frassinelli editore, 1994), la sua autobiografia, in un modo che ci sembra valga più di qualsiasi possibile commento critico: «Della maggior parte dei ruoli che ho interpretato tra cinema e teatro, sentivo di essere imparentato con Johnny, tanto da credere di averlo portato in scena in modo più sensibile e comprensivo di quanto previsto dallo script. C’è una battuta in cui Johnny ringhia: Nessuno mi dice cosa fare. È esattamente così che mi sono sentito in tutta la mia vita». Tratto dal racconto The Cyclists’ Raid di Frank Rooney e prodotto da Stanley Kramer, Il Selvaggio è il capostipite dei film sui motociclisti fuorilegge. Dove vederlo? Prime Video

Marlon Brando in un momento de Il Selvaggio, un film di László Benedek del 1953
Marlon Brando in un momento de Il Selvaggio, un film di László Benedek del 1953

numero quattro FRONTE DEL PORTO, di Elia Kazan – Il primo Oscar al Miglior attore protagonista di Marlon Brando è figlio di una performance di sacrificio, intensissima, dove riuscì a portare in scena forza e debolezza, fragilità e tenacia come Terry Malloy, tra sogni sfumati e desideri inespressi in un cammino di redenzione che è storia del cinema. Vincitore di 8 Oscar 1955 tra cui Miglior film, Miglior regia e Miglior attrice non protagonista, per capire quanto è stato importante Fronte del Porto nei decenni successivi, basterebbe il solo monologo in chiusura di racconto di Toro Scatenato di Martin Scorsese. Il film segnò, inoltre, l’ultima volta del sodalizio Brando-Kazan. Dove vederlo? Prime Video

Sempre Brando, ma un altro volto, un'altra pelle, Terry Malloy, Fronte del Porto del 1954, un capolavoro
Sempre Brando, ma un altro volto, un’altra pelle, Terry Malloy, Fronte del Porto del 1954, un capolavoro

numero cinque_cinema LA CACCIA, di Arthur Penn – Classico esempio di film che il tempo ha saputo rivalorizzare come in pochissimi altri casi. La critica dell’epoca, infatti, lo definì come un disastro di proporzioni epiche. Lo stesso Penn se ne dissociò quasi immediatamente: «Tutto fu una delusione in quel film, ogni regista ha vissuto un momento simile in carriera. È un peccato perché avrebbe potuto essere un grande film». Oggi però parliamo de La Caccia come di un cult problematico capace però di cogliere e cavalcare il vento creativo della New Hollywood restituendoci il ritratto acre di un’America difficile, immorale, fatta di razzismo, corruzione e vigilantismo. Memorabile la scena in cui lo Sceriffo Calder di Brando viene pestato brutalmente. Nel cast – oltre a lui – Robert Redford, Jane Fonda ed Angie Dickinson. Dove vederlo? Prime Video

Una scena de La Caccia, cult assoluto di Arthur Penn del 1966
Una scena de La Caccia, cult assoluto di Arthur Penn del 1966

numero sei IL PADRINO, di Francis Ford Coppola – In questo caso ci sono davvero pochi dubbi. Il Padrino è uno dei punti di riferimento della Hollywood degli anni Settanta. Rappresenta, infatti, la pellicola di raccordo tra passato e presente, Hollywood e New Hollywood, nel suo concatenamento di immagini iconiche e indimenticabili, intense e vibranti, divenute ormai leggenda. Marlon Brando fece la storia come Don Vito Corleone arrivando a vincere il suo secondo Oscar al Miglior attore protagonista, non senza qualche sorpresa però. La 45esima edizione degli Academy Awards (qui) entrò negli annali per ben altri motivi: Sacheen Littlefeather. Qui per il nostro Longform. Dove vederlo? Prime Video e Paramount+

La più bella transizione del cinema moderno americano è ne Il Padrino di Coppola. Il volto? Quello di Marlon Brando
La più bella transizione del cinema moderno americano è ne Il Padrino. Il volto? Quello di Marlon Brando

numero sette_cinema APOCALYPSE NOW, di Francis Ford Coppola – L’ultimo dei film scelti per celebrare Marlon Brando e il suo secolare retaggio non può che essere Apocalypse Now. Un capolavoro assoluto di pura creatività new-hollywoodiana che vide Coppola servirsi del Cuore di Tenebra di Joseph Conrad per raccontare del Vietnam, degli orrori della guerra e della natura umana, dialogando tra il concetto di bene e quello del male, tra raziocinio e follia, normalità e ribellione, ma anche purificazioni e psicotiche epifanie, e zone d’ombra caratteriali e libertà in luce dorata. Nei panni del Colonnello Kurtz fece suo il film e in particolare il terzo atto, plasmandolo a sua immagine e somiglianza. Qui per il nostro Longform. Dove vederlo? Prime Video e Infinity

Marlon Brando in una scena di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola
Marlon Brando in una scena di Apocalypse Now di Francis Ford Coppola
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