in

L’ultimo caffè prima che il sogno diventi realtà: La La Land

Dai caffè serviti da Mia al jazz dolente di Sebastian: fenomenologia di un’opera diventata miliare

Qualsiasi sogno per essere realizzato, passa attraverso gli incubi più reconditi. Come quelli di non essere all’altezza delle aspettative, di cadere sul più bello, di finire, per tutta la vita, a servire caffè alle star del cinema, che passano lì, con il loro cappello chinato sulla testa e gli occhiali scuri, in un gioco di occasioni perse, perché, magari, il tuo desiderio più grande era proprio quello di diventare un’attrice di Hollywood. E invece, prima del provino che può costarti il destino, finisce che un cliente sbadato ti rovescia sulla camicia bianca uno di quei caffè espresso che gli avevi preparato poco prima.

la la land
Iconic Duo.

Del resto, è Los Angeles, sono gli Studios cinematografici più famosi del Globo, tutti arrivano con un sogno in mano, (quasi) tutti se ne vanno con i cocci in tasca. Eppure, se c’è qualcosa che il fenomeno La La Land ci ha insegnato, è che il sogno che brami più di tutti è pronto per essere materia vera. A costo di sacrificare qualcos’altro, chiaramente. Che sia l’integrità intellettuale, che sia uno sgabello su cui si è seduto Hoagy Carmichael, che sia l’amore più bello che tu potessi trovare, in mezzo alla folla festosa, convulsa, annoiata.

Fuori dal Café Sur Le Lot, negli Studios di Hollywood.

Un avvenimento, quello di Damien Chazelle, una fenomenologia entrata, quasi a bomba, nel bel mezzo della storia del cinema. La La Land, nemmeno fosse ancora uscito (era ormai il lontano 2016, inizio 2017 in Italia), diventò subito qualcosa di memorabile, per non dire miliare, con quello scambio di buste agli Oscar che hanno segnato un capitolo di entertainment da studiare a memoria. Prima? il passaggio trionfante alla Mostra del Cinema di Venezia, la critica atterrita per aver assistito al nuovo Casablanca, al nuovo Cantando Sotto la Pioggia, ad un altro Titanic.

Damien Chazelle ed Emma Stone sul set, nella caffetteria dove lavora Mia.

Il pubblico impazzito per la colonna sonora, finita per essere canticchiata da tutti, oltre che raggiungere, addirittura, la Top 5 della Billboard 200. E poi, soprattutto, per la storia d’amore in cui ognuno di noi avrebbe voluto trovarsi. Ardente eppure semplice, coinvolgente eppure scontata. Perché, Sebastian e Mia – che non potevano essere più belli di un Ryan Gosling impeccabile nelle sue stringate bianche e nere, con il suo Omega vintage al polso, e di una Emma Stone accecante con i suoi capelli rossi a riflettere il vestito di raso verde -, sono nell’assoluto il sogno assoluto ed emblematico.

Il primo appuntamento…

Lei, che appunto vuol fare l’attrice, ma intanto lavora nell’immaginario Café Sur Le Lot, all’intero degli Studi Warner, dividendo l’affitto con altre aspiranti star, mentre salta da provino a provino; lui, irresistibile squattrinato, innamorato del jazz puro, con l’aspirazione di aprirsi un club tutto suo, in barba a chi dice che il genere più bello di tutti sia morto e sepolto sotto uno strato di polvere. In mezzo a loro, come detto, i compromessi da ingoiare, infiniti come sono infinite le luci della City of Stars.

la la land
Emma Stone, in Technicolor, è Mia.

E le stagioni che passano veloci: la primavera che li fa incontrare, l’estate a guardar film in un cinema che non esiste più, l’autunno nello storico Lighthouse Café, ad Hermosa Beach, che serve jazz e fumanti caffè dal 1949. E l’inverno che non è mai inverno a Los Angeles, ma che li porta via, in un viale del tramonto che arriva fino all’alba di un nuovo inizio per entrambi. Si amano, Mia e Sebastian, si amano come pochi personaggi inventati dal cinema abbiano saputo fare.

la la land
Al Lighthouse Café di Hermosa Beach.

Ma, pure la passione più grande, finisce per disintegrarsi. Ed è nella completa distruzione dell’amore che Damien Chazelle, e tutta la sua scenografia da Old Movies, colorata, pomposa, studiata, crolla di tutte le sue artificiosità, per lasciare a Sebastian e Mia due facce della stessa medaglia. Quella del successo e quella dolorosa del rimpianto. E se fosse stato tutto uno sbaglio?

la la land
Ryan Gosling è Sebastian.

E se quel caffè non fosse finito sulla camicia pulita di Mia? E se la sera di Natale, un burbero J. K. Simmons avesse lasciato suonare il jazz tanto amato da Sebastian? E se John Legend non fosse arrivato, suonando una melodia che sapeva di implicazioni? Chazelle non ce lo dice, facendo calare il sipario su di un sogno ad occhi aperti. Gli sguardi che si incrociano, la musica che non smette di fluire, il sorriso che diventa una smorfia. E domani, sempre e comunque, un’altra giornata di sole.

  • Coffee and Tv #1 – Tarantino e quella colazione storica: Pulp Fiction
  • Coffee and Tv #2Un caffè sorseggiato all’alba: Colazione da Tiffany
  • Coffee and Tv #3Il caffè al porto e le verità nascoste di Big Little Lies
  • Coffee and Tv #4 – Il Café des Deux Moulins e i sogni colorati di Amélie
  • Coffee and Tv #5 L’amore in bilico di Harry, ti presento Sally
  • Coffee and Tv #6 Al Pacino, Robert De Niro e la sfida di Heat

Volete rivedere il film? Lo trovate su CHILI: La La Land

IL CONSIGLIO Volete continuare a sognare di diventare una star del cinema proprio come la Mia Dolan di Emma Stone? Allora fate un salto nelle Flagship Store di Lavazza. Per saperne di più: Flagship Store

 

Lascia un Commento

Da Caro Diario a Varèse Sarabande: l’incredibile viaggio di Giorgio Giampà

Il trailer della setttimana: Il nome della rosa