Il caffè al porto, le bugie e la seconda stagione | Big Little Lies è una delle migliori serie tv

Madeline e Celeste e Jane. Ogni giorno, dopo aver accompagnato i figli a scuola, si ritrovano in una caffetteria sul molo, il Seaside Coffe Shop, con l’insegna turchese e i tavoli di legno, bevendo un caffè caldissimo, appena servito dal gentile e mite Tom. È un rito per loro, un rito perché escono dalla complessità delle loro vite, riuscendo, anche per un attimo, a liberarsi da quelle enormi bugie su cui le loro vite girano, tra feste da organizzare, mariti perfetti, forma fisica da invida. È un incastro di verità e menzogne Big Little Lies, rivelate piano piano, come ci si scopre al mattino in una bella casa sul mare affacciata sulle scogliere arrabbiate di Monterey, California. Una serie quella HBO che è un piccolo grande cosmo in cui si alternano i drammi e le battaglie di tre donne, diverse ma unite, mamme fino in fondo, sul filo dello sbaglio e della caduta.

Nessun dubbio: È una delle migliori serie in circolazione quella di Jean-Marc Vallée. In Big Little Lies tutto è perfetto, come le foto su un catalogo di mobili. Ma non c’è ombra di artificio, qui. La fotografia fredda di Yves Bélanger è scaldata da una colonna sonora che si apre con la calda voce di Michael Kiwanuka e Cold Little Heart, in ogni episodio dei sette che compongono la prima stagione, proseguendo poi in una vibrazione emozionante di autori come Leon Bridges, gli Alabama Shakes, Martha Wainwright, il soul graffiante di Charles Bradley. Madeline e Celeste e Jane, ma pure la prepotente Renata e la silenziosa Bonnie – e il cast, perfetto, Reese Witherspoon, Nicole Kidman, Shailene Woodley, Laura Dern, Zoë Kravitz. Amiche e rivali.

Come quando, appena arrivata in città, Jane si ritrova in una zuffa verbale con Renata. L’accusa? Ziggy, chiamato come quella canzone di Bowie, pare aver aggredito Amabella, figlia dell’influente Renata. La città è un buco, tutti parlano, nessuno può comprendere. Da lì, Vallée, gioca con la materia, montando e smontando una narrazione da grandissima opera, portando, tassello dopo tassello, ad una rivelazione finale costruita su un incrocio di sguardi e mani che si intrecciano, letteralmente, da brividi. C’è tutta la forza della femminilità, in Big Little Lies. Eppure, senza slogan o frasi ad effetto. Le donne, le madri, le amiche, dice Vallée, non posso essere uguali all’uomo, anzi. Sono più sensibili, più fragili, più insicure.

Eppure, sono molto più coraggiose, vere e leali. Resistono, anche in mezzo ad una corrente ascensionale che conduce alla tempesta. Che grande serie, Big Little Lies, in questo nuovo flusso di linguaggi lontani dal grande schermo, eppure capaci di trasmettere emozioni nuove e diverse. Sono belle, Madeline, Celeste, Jane, Renata, Bonnie. Sono perfette così. Con i loro difetti, i loro occhi pieni di lacrime, con quella voglia di andare avanti attraverso il temporale, vestite come Audrey Hepburn una sera d’estate, cantando un malinconico Elvis Presley. Per ritrovarsi, poi, sedute a quel caffè, in un’altra giornata di sole e nuvole, in un’altra stagione promessa e che non vediamo l’ora di scoprire, insieme a loro.

Volete rivedere la serie di Jean-Marc Vallée? Trovate tutte le puntate su CHILI: Big Little Lies

• Coffee and Tv #1 – Quentin Tarantino e quella colazione che fece la storia: Pulp Fiction
• Coffee and Tv #2 – Un caffè sorseggiato all’alba: Colazione da Tiffany

IL CONSIGLIO Un luogo unico in cui ritrovarsi per parlare e confrontarsi, proprio come il Seaside: questa volta il consiglio è di scoprire il Flagship Store Lavazza di Milano, in piazza San Fedele.