in

HOT CORN Awards | La Top 10 delle migliori serie dell’anno scelte dalla redazione di Hot Corn

Addii, rivelazioni, adattamenti, ritorni e animazione: le nostre 10 serie del cuore del 2018

MILANO – A poche settimane dalla 76ª edizione dei Golden Globes che incoronerà le migliori serie tv del 2018, anche noi di Hot Corn abbiamo deciso di stilare la nostra personale classifica degli show che più abbiamo amato nel corso dell’anno che sta per concludersi. E allora, dopo avervi raccontato i nostri film del cuore del 2018 (qui), ecco i nostri Hot Corn Awards tra irresistibili sociopatiche killer, spie del KGB, cavalli parlanti depressi e fantastiche stand-up comedian.

AMERICAN CRIME STORY: L’ASSASSINIO DI GIANNI VERSACE – Il 15 luglio 1997 Gianni Versace veniva ucciso davanti il cancello della sua villa a Miami Beach, Florida. Il secondo capito di American Crime Story, dopo il debutto impeccabile dedicato al caso O.J. Simpson, si concentra su un’altra pagina di cronaca nera altrettanto (tristemente) celebre. L’omicidio, cioè, del noto stilista italiano per mano di Andrew Cunanan (un ottimo Darren Criss). La serie antologica prodotta da Ryan Murphy – quest’anno artifice di un altro gioiello, Pose, da noi ancora inedito – racconta uno degli eventi più mediaticamente sconvolgenti degli Anni ’90 ripercorrendo a ritroso le tappe che hanno portato il giovane killer a premere il grilletto contro Versace interpretato da Édgar Ramírez. Nel cast anche Penélope Cruz nei panni della sorella Donatella e Ricky Martin in quelli del compagno dello stilista, Antonio D’Amico.

Darren Criss è Andrew Cunanan in ACS: L’assassionio di Gianni Versace.

KIDDING – Una delle serie più belle – nel significato assoluto del termine – degli ultimi anni. Dieci episodi da mezz’ora l’uno, in cui Jim Carrey tira fuori tutto il meglio dal mestiere dell’attore. Fa sorridere delle lacrime e fa piangere per le risate nere, con il protagonista, Jeff Piccirillo, padre afflitto da un dramma enorme, che ogni giorno, per la cattiveria del caso, fa ridere milioni di bambini con il suo seguitissimo show, in cui diventa Mr. Pickles. Kidding, che ha dietro quattro produttori importanti – lo stesso Jim Carrey, oltre a Michel Gondry, Jason Bateman e al creatore della serie Dave Holstein – è stata già rinnovata per una seconda stagione, oltread essere tra le protagoniste dei prossimi Golden Globe.

Jim Carrey in Kidding.

KILLING EVE – Phoebe Waller-Bridge aveva già dato prova del suo talento con Fleabag, irriverente, (auto)ironico e intenso ritratto di una giovane donna londinese da lei stessa interpretata. Il 2018 è stato l’anno della consacrazione grazie ad altri due personaggi femminili: Eve Polastri, una funzionaria dell’MI5 interpretata da Sandra Oh e Villanelle, sociopatica assassina con il volto di Jodie Comer. Basata sulle novelle Villanelle di Luke Jennings, la serie di BBC America è un inseguimento reciproco tra le due, ossessionate l’una dall’altra, tra Londra, Parigi e la Russia. Una spy story fuori dagli schemi, un thriller psicologico dai dialoghi brillanti a cui è impossibile resistere.

Jodie Comer è l’irresistibile killer sociopatica di Killing Eve.

THE AMERICANS – Dopo sei stagioni, il 2018 è stato l’anno della conclusione di una delle migliori serie tv americane, forse mai davvero celebrata quanto avrebbe meritato. Stiamo parlando di The Americans, la spy story targata FX sui due ufficiali sovietici del KGB, Elizabeth (Keri Russell) e Philip Jennings (Matthew Rhys) che si fingono una coppia di americani sposati durante l’amministrazione Reagan, in piena guerra fredda. Ideato da Joe Weisberg, lo show si è concluso con un capitolo finale tutt’altro che consolatorio e, anche per questo, si merita un posto nella nostra classifica (oltre che nella storia del piccolo schermo).

Keri Russell e Matthew Rhys in The Americans 6.

THE LOOMING TOWER – Non può bastare un Thanks for the service” o qualche tardiva scusa, ci dice, in una narrazione volutamente cronistica, The Looming Tower. Perché, di quella data di settembre, tanto si è scritto, tanto si è parlato, tanto si è ricordato. Ma pochi sanno che la rotta dei quattro aerei il 9/11, parte molto prima del 2001. E, mettendo per un attimo da parte i libri di storia, per capire la cruda realtà dei fatti – cosa sia realmente accaduto e perché -, la serie targata Hulu basata sul libro di Lawrence Wright, The Looming Tower: Al-Qaeda and the Road to 9/11, è una delle visioni necessarie, senza essere obbligatoriamente schiava del dolore di una ferita ancora sanguinante. Nel cast, tra i tanti, due grandissimi: Bill Camp e Jeff Daniels.

Una scena di The Looming Tower.

THE MARVELOUS MRS. MAISEL – Sì, siamo in anticipo di qualche anno (fine Cinquanta, cuore dei Sessanta), ma se dovessimo paragonare un personaggio maschile al personaggio femminile dell’anno, il confronto non può che essere uno: la Mrs. Maisel di Rachel Brosnahan sta al Donald Draper di Jon Hamm per portamento e fascino, per caratterizzazione e per evoluzione, per influenza e stile, nelle diciotto puntate che compongono le prime due – premiate – stagioni. E, in più, la serie creata da Daniel e Amy Sherman-Palladino inverte una tendenza: chi ha detto che le donne non sanno far ridere? Semplicemente perfetta.

Rachel Brosnahan è la fantastica Signora Maisel.

BOJACK HORSEMAN – “Back in the 90s i was in a very famous tv show…”. Parola di BoJack Horseman, l’ex star di Hollywoo(d) protagonista dell’omonimo show creato da Raphael Bob-Waksberg e disegnato dall’illustratrice Lisa Hanawalt. Cinico, promiscuo e con una spiccata propensione alle dipendenze, BoJack è un personaggio complesso al pari del Don Draper di Man Man o dell’Hank Moody di Californication, nonostante i suoi tratti animati. Giunto alla sua quinta stagione – e già riconfermato per una sesta –, lo show non sembra dare segni di cedimento grazie capacità di parlare di tematiche che vanno dall’aborto alle malattie mentali, dagli abusi al suicidio, dalla depressione alla politica, con una chiave narrativa che mischia i registri e permette una commistione di livelli che dal drammatico vira al surreale, dal grottesco al comico, dal malinconico al buffo mettendo in scena la vita stessa in cui potersi riconoscere attraverso i suoi personaggi. Molto più, insomma, di una serie su «un cavallo parlante depresso».

Una scena di BoJack Horseman 5.

HOMECOMING – Basata sul podcast di Eli Horowitz e Micah Bloomberg – qui in veste di sceneggiatori – Homecoming, la nuova creatura di Sam Esmail (Mr. Robot) segna il debutto di Julia Roberts in una serie tv nel ruolo di Heidi Bergman, assistente sociale di una struttura governativa segreta, la Geist Group, che aiuta i militari – o almeno questo è quello che dichiara – a tornare alla vita civile. Tra i suoi pazienti un giovane veterano, Walter Cruz (Stephan James), reduce dalla guerra e desideroso di elaborare e liberarsi da quell’esperienza traumatica. Dieci episodi che mescolano dramma, thriller e noir alternando due piani temporali – il presente, ambientato ai giorni nostri, e il futuro del 2022 – per uno show che non è solo una riflessione sulle conseguenze fisiche e psicologiche e gli effetti collaterali con i quali i soldati devono confrontarsi di ritorno dal fronte. Una storia di apparenze, dove la verità è manipolata e nascosta così bene da sembrare reale.

Julia Roberts e Stephan James in una scena di Homecoming.

THE TERROR – Ispirato a eventi storici documentati – la scomparsa nel 1846 di due navi di esplorazione della Royal Navy, la Erebus e la Terror, nel Mar Glaciale Artico – la serie ricostruisce il possibile destino dei 129 uomini a bordo che non fecero mai ritorno. La cosiddetta spedizione sperduta di Frankli sviluppata però come un thriller/horror sovrannaturale. Fame, disperazione, rabbia, angoscia ma anche dignità, coraggio, lealtà e l’umanità sono i temi portanti di The Terror che annovera tra i suoi produttori Ridley Scott. Un thriller psicologico giocato sulla parabola drammatica dei personaggi e dove la narrazione è dilatata tra silenzi e lunghi dialoghi e dove il sonoro gioca un ruolo fondamentale tra lo scricchiolare del legno delle navi, lo stridere del ghiaccio e il fischio della bora gelida a fare da colonna sonora. Un’opera che lascia sbigottiti e ammirati.

Una scena di The Terror.

SHARP OBJECTS – Adattamento del romanzo Sulla Pelle di Gillian Flynn, Sharp Objects si snoda attraverso otto episodi prodotti dalla Blumhouse Productions e diretti da Jean-Marc Vallée. Al centro della storia, apparentemente, il doppio caso di omicidio di due adolescenti avvenuto in una cittadina del Missouri. Ma lo show svela ben presto il suo reale interesse: sciogliere i nodi del passato ingombrante e irrisolto che la sua protagonista, Camille Preaker – interpretata da una straordinaria Amy Adams – ha impresso indelebilmente sulla sua pelle. Un’opera ipnotica, tesa e avvolgente come il caldo che attanaglia l’estate di Wind Gap e detta il ritmo del racconto, dilatato e languido, tra il ronzio di un vecchio ventilatore e i cubetti di ghiaccio nel whiskey. Per noi di Hot Corn la miglior serie del 2018.

Amy Adams in una scena di Sharp Objects.

Da The Americans a Sharp Objetcs trovate le serie del cuore di Hot Corn su CHILI

Lascia un Commento

HOT CORN Awards | La Top 10 dei migliori film dell’anno scelti dalla redazione di Hot Corn

box office

Box Office | Il Ritorno di Mary Poppins sbanca il Natale, ma il 2018 è tutto di Bohemian Rhapsody