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HOT CORN FOOTBALL CLUB | Da Messi a Zlatan, quando il cinema scende in campo

Oltre Qatar 2022, tra Hollywood e Ultrà: cosa succede quando il cinema scende in campo?

Un eroe del calcio moderno? Oliver Hutton, dal manga al cartone animato.

MILANO – Affiancati poco e male, utilizzati ancora meno – anche se sempre di più negli ultimi anni – in realtà il calcio e il cinema da sempre condividono una cosa sopra le altre: l’epica. Ci sono grandi partite divenute puro cinema (Manchester City – Real Madrid 4 a 3 lo è già), momenti sportivi entrati nell’immaginario collettivo, quasi come fossero film, quasi come fossero frames. Un esempio? Zinedine Zidane che esce a testa bassa dopo l’espulsione contro l’Italia nella finale dei Mondiali del 2006 e, dirigendosi verso gli spogliatoi, sfila a fianco della Coppa del Mondo. Un’uscita di scena talmente plateale da sembrare quasi pianificata, scritta e messa in una sceneggiatura provata e riprovata. E invece no.

Berlino 2006, addio Zizou: l’ultimo atto di Zidane.

Eppure, dati alla mano, grandi film sul calcio ce ne sono pochi, soprattutto in Italia, ne abbiamo anche parlato con giornalisti come Paolo Condò (potete leggere la nostra intervista qui) e Ivan Zazzaroni (qui). Noi ricordiamo sempre volentieri Ultimo minuto con un grande Ugo Tognazzi e Diego Abatantuono, diretti da Pupi Avati nel 1987, oppure un cult poco citato come Ultrà di Ricky Tognazzi con Claudio Amendola e Ricky Memphis in trasferta a Torino durante un Juventus – Roma (colonna sonora di Antonello Venditti), cult che ci ha raccontato proprio lo stesso Ricky in un lungo dialogo (lo ritrovate qui). Di recente abbiamo invece visto Massimo Ghini nel ruolo di un procuratore sportivo à la Sabatini che ne La volta buona di Vincenzo Marra va sulle tracce di un piccolo talento in Uruguay.

Il piccolo Pablito in una scena de La volta buona.

Per non andare troppo indietro con la memoria (sì, Fuga per la vittoria era un grande film sul calcio) e non citare sempre le stesse cose (vedi L’allenatore nel pallone), in tempi recenti oltre a Il Divin Codino su Baggio (che a noi non è dispiaciuto) e Zlatan, abbiamo anche amato pellicole calcistiche dal taglio differente come Il miracolo di Berna (di cui già vi avevamo raccontato in un’altra puntata di Hot Corn Football Club qui) oppure un classico moderno come Il maledetto United con un grande Michael Sheen nel ruolo di Brian Clough, leggendario allenatore protagonista poi di un documentario, I Believe In Miracles.

Zlatan Ibrahimović in Becoming Zlatan.

E vista la difficoltà della finzione di trovare una chiave e senza dimenticare il mitico cartone animato Holly & Benji (amato da Neymar, ora lo trovate in streaming qui come Capitan Tsubasa, rivisto e corretto, sempre un bel vedere) proprio la forma documentario è quella più utilizzata negli ultimi anni per raccontare il calcio, basti pensare all’opera di Álex De La Iglesia su Messi (non male), oppure a Anthony Wonke con il suo documentario su Ronaldo, o ancora a Becoming Zlatan in cui Fredrik Gertten cercava di raccontare il fuoriclasse svedese senza dimenticare Asif Kepedia alle prese con l’enigma Diego Armando Maradona.

Gad Elmaleh e Omar Sy con Ramzy Bedia in Dream Team.

Consigli di visione? Dipende da cosa si cerca. Noi di Hot Corn da amanti di cinema e calcio ci teniamo a consigliarvi due film, entrambi francesi: il primo è Dream Team di Olivier Dahan, storia di Patrick Orbéra (José Garcia), ex top player della Nazionale francese che, una volta finita la carriera, precipita nel tunnel dell’alcolismo. Finirà ad allenare una della squadra di calcio di dilettanti a Île-Molène, un’isoletta della Bretagna. Menzione d’obbligo per il fantasista Rayane Ziani di Gad Elmaleh (sempre spassoso) e per Omar Sy nel ruolo del solido difensore Wéké N’Dogo. Godibile per amanti del calcio, ma anche per semplici spettatori.

Medi Sadoun e Gérard Depardieu in panchina in Una squadra da sogno.

L’ultimo titolo che vi consigliamo è un altro film francese, questa volta inedito: Una squadra da sogno, in cui troviamo Maxime Belloc (Medi Sadoun), giocatore del Paris Saint Germain nonché fuoriclasse della Ligue 1 (un po’ Mbappè), fuoriclasse poco umano però che durante un attacco d’ira in strada, si rompe una gamba. Il suo agente è costretto a metterlo in pausa forzata, ma durante il tempo della convalescenza Maxime finirà in campagna e cercherà di recuperare il suo rapporto con il padre, Gérard Depardieu.

 

 

 

 

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