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Ivan Zazzaroni: «Io, Sergio Leone, quel film su Brian Clough e l’epica di Maradona…»

Baggio, Diego, i francesi, ma anche Valerio Zurlini: dialogo su cinema e calcio con un ospite d’eccezione

Ivan Zazzaroni
Baggio e Diego, Zurlini e Leone: Ivan Zazzaroni tra calcio e cinema.

MILANO – Baggio e Maradona, quella volta con Sergio Leone e il quadrangolare con il Nottingham Forest, l’epica degli inglesi e i film da vedere: il nuovo ospite del nostro Hot Corn Football Club questa volta è Ivan Zazzaroni, direttore del Corriere dello Sport – Stadio e del Guerin Sportivo nonché una delle colonne di Fantacalcio Serie A TIM, nuovo programma disponibile in streaming su TimVision. «Una trasmissione moderna e molto centrata», riflette lui, «che funziona perché ormai oggi il fantacalcio lo fa chiunque, è diventato quasi un hobby collettivo». A Zazzaroni abbiamo così chiesto di raccontarci il binomio calcio e cinema e quali sono i suoi film di pallone preferiti di sempre.

Cinema e calcio: pronti a scendere in campo con Hot Corn.

I MIEI FILM – «Da dove partiamo? Dal miglior film sul calcio? Vediamo: al primo posto metto senza dubbio Il maledetto United di Tom Hooper, anche perché io ho anche conosciuto il vero Brian Clough (l’allenatore interpretato da Michael Sheen, nda) e suo figlio Nigel. Avevo organizzato a Pescara un quadrangolare con Colonia, Nottingham Forest, Pescara e Roma nel 1988. Clough praticamente era Mourinho prima di Mourinho, un allenatore che si inventava i nemici per proteggere lo spogliatoio e aveva una dialettica straordinaria. Al secondo posto metto Il mio amico Eric di Ken Loach con Eric Cantona e poi Febbre a 90° con Colin Firth, anche se onestamente lo considero più letteratura che calcio…».

Il maledetto United
Michael Sheen in una scena de Il maledetto United.

GLI ITALIANI – «Io amo il calcio inglese, sono figlio di quell’epica e ogni volta che vedo un film italiano capisco che noi raccontiamo storie, mentre loro raccontano il calcio. Gli inglesi hanno una visione sociale del fenomeno calcistico, noi ne facciamo la parodia e diventa occasione per parlare d’altro. Di amicizia, d’amore, ma sempre d’altro. Noi giriamo film carini sul calcio. Ultimo minuto, Il campione – in cui facevo anche un cameo – o La volta buona con Massimo Ghini. Il film su Baggio? Essendo il biografo sono stato coinvolto fin dall’inizio nella lavorazione de Il Divin Codino, ma è una storia talmente imponente che era difficile chiuderla in un film. Ci sono cose buone, come il rapporto con il padre, altre meno buone. Ma quella di Roby è una storia incredibile, arduo raccontarla…».

Andrea Arcangeli nel ruolo di Baggio in una scena de Il Divin Codino.

IO, LEONE & TROISI – «Questa devo raccontarla: Les Palétuviers, Costa d’Avorio, viaggio organizzato con ospiti incredibili: c’erano Eleonora Giorgi, Fabio Testi, Amanda Sandrelli, Mario Marenco, Giuliano Gemma e poi loro due: Massimo Troisi e Sergio Leone. Un ricordo indimenticabile. Fu come a essere al circo, non sapevo dove guardare. Avrò avuto ventisei anni e Leone allenò anche la nostra squadra. Incredibile. Ho un altro momento del genere, vissuto qualche anno dopo: io, Gabriele Salvatores e Fabrizio Bentivoglio in viaggio in macchina verso un Bologna – Inter del 1998…».

C’era una volta in Costa d’Avorio… Foto Archivio Zazzaroni

LE MIE PASSIONI – «I francesi. Le commedie francesi. Credo che oggi abbiano un livello di scrittura ancora ineguagliato, è molto difficile trovare una brutta sceneggiatura di un film francese. E poi gli attori: Jean Dujardin, François Cluzet, Gad Elmaleh. Il mio cult assoluto? La prima notte di quiete di Valero Zurlini. Alain Delon, Lea Massari, Giancarlo Giannini. Lo avrò visto almeno sedici volte, parla di roba mia, di qualcosa che mi tocca, che ho visto e vissuto. Rimini, Riccione, Misano. Vite passate. Non è un film che tutti amano ed è poco citato, ma è un insieme di storie davvero fenomenale….».

La prima notte di quiete
Alain Delon e Lea Massari ne La prima notte di quiete, cult di Ivan Zazzaroni.

EL DIEGO – «Raccontare Maradona? Quasi impossibile, per quanto ammetto mi siano piaciuti sia il film di Emir Kusturica che il documentario diretto da Asif Kepedia. Ho conosciuto Diego, ero a Sydney nel 1993 per lo spareggio mondiale tra Australia e Argentina. Una persona generosa, fondamentalmente buona, che oggi potrebbe riuscire a raccontare solo Gianni Minà. Credo che vivere da Diego fosse fondamentalmente impossibile. Come fai a sopravvivere a quel mito? Ad essere più famoso del Papa o di un divo di Hollywood? Devi avere una struttura forte, devi riuscire a rimanere in piedi e lui era fragile, fragilissimo…».

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  • VIDEO | Il trailer de Il maledetto United, cult da riscoprire:

 

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