MILANO – Quando due anni fa, in pieno lockdown, uscì la notizia, qualcuno trasalì perché da un po’ aveva perso le tracce dell’amato teen idol Joshua Jackson, ovvero l’adorabile Pacey Witter di Dawson’s Creek, riapparso improvvisamente nelle cronache rosa a fianco di Jodie Turner-Smith, l’ex modella inglese prestata alla recitazione che ha catalizzato l’attenzione con un cult moderno come Queen & Slim (se non lo avete visto, leggete qui perché dovreste) e che oggi è sua moglie nonché madre di sua figlia. Insomma, dopo la storia (breve) con Katie Holmes e quella lunga (molto lunga) con Diane Kruger, l’attore canadese è tornato alla ribalta con una love story che ha ricordato a tutti (tutte) perché abbiamo amato così tanto il suo Pacey.
Perché, ammettiamolo Joshua Jackson è stato il degno erede di Luke Perry alla fine degli anni Novanta, quando una nuova generazione di ragazzi cresceva – televisivamente parlando – lontana dalla lussuosa Beverly Hills e immersa nella più tranquilla Capeside, salvo poi ritrovarsi tutti i pomeriggi a fare i conti con i drammi di adolescenziali di quattro amici con un lessico eccezionalmente forbito e un gusto quanto meno precoce per i dilemmi esistenziali. Ricordate? C’erano il sognatore a.k.a noioso Dawson (James Van Deer Beek), la lolita Jen (Michelle Williams avrebbe poi stregato anche il cinema), la dolce Joey (Katie Holmes prima del controverso matrimonio con Tom Cruise) e poi lo scapestrato Pacey.
Dei quattro era lui il vero protagonista: dalla relazione con una specie di Mrs Robinson, la professoressa Tamara, alle vessazioni subite in famiglia, senza dimenticare l’amore per la problematica Andie, fino alla folgorazione per Joey, secondo la ben nota legge degli opposti che si attraggono e finiscono pure per trascorrere tre mesi su una barca a vela rimessa a nuovo dal 16enne più sdolcinato della tv. Insomma, fra slanci romantici e cuori infranti, Witter ha conquistato il pubblico, finendo però per imprigionare Joshua che, all’epoca, era già un ex enfant prodige del cinema.
Per sopravvivere alla popolarità della serie, quindi, l’attore ha faticato e non poco. Si spiegano così i film adolescenziali girati durante le pause dello show come il cult Cruel Intentions (a metà fra Le relazioni pericolose e un Gossip Girl ante litteram) o il thriller The Skulls – I teschi con Jackson al fianco di un giovanissimo Paul Walker. Terminati gli impegni con Dawson’s Creek, Joshua ha proseguito la sua carriera al cinema con alterne fortune, passando da titoli dimenticabili ad altri diretti da grandi registi, come Cursed – Il maleficio di Wes Craven, datato 2005.
Ma l’anno del rilancio coincide con il 2008 e passa ancora dalla tv. Dopo i fasti di Lost, J.J. Abrams manda in tilt il cervello degli spettatori con Fringe. Lì Joshua Jackson è Peter Bishop e, in coppia con Anna Torv, si destreggia fra fenomeni fantascientifici e astruse linee temporali. Cinque anni e 96 episodi più tardi, l’attore cambia ancora maschera e diventa il tormentato Cole Lockhart in The Affair, che mette in scena un quadrato amoroso fatto di torbide passioni e narratori inaffidabili. Quando la serie inizia a mostrare segni di cedimento, l’attore prende il largo insieme alla collega Ruth Wilson.
Una scelta rischiosa, ma premiata con la partecipazione ad altre produzioni importanti come lo show-denuncia When They See Us di Ava DuVernay, che porta in scena l’agghiacciante storia vera di cinque ragazzini finiti nei gangli della giustizia americana. Così arriviamo al 2020 con Jackson impegnato a fare il marito: in scena con Reese Witherspoon per la miniserie Little Fires Everywhere, e nella realtà al fianco dell’adorata Jodie, dopo un fidanzamento lampo e le nozze top secret. A questo punto però ci restano due curiosità: Joshua avrà chiesto dei consigli sulla paternità all’ex collega James Van Deer Beek, che di figli ne ha già cinque? E soprattutto: perché all’improvviso ci sentiamo tutti più vecchi?
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