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Che fine hanno fatto | Josh Hartnett, il divo che doveva essere il nuovo Johnny Depp

Da De Palma alle serie, la parabola del ragazzo del Minnesota che doveva diventare il re di Hollywood

Da Hollywood alla fuga inglese: la parabola di Josh Hartnett.

MILANO – Chi era un’adolescente nei primi anni Duemila molto probabilmente aveva incollato sul diario di scuola – tra una foto di Leonardo DiCaprio, Brad Pitt e Johnny Depp – anche l’immagine di Josh Hartnett. L’attore, nato nel Minnesota nel 1978, considerato uno dei ventenni più belli di fine millennio, venne subito indicato dalle più autorevoli riviste di cinema come il futuro divo di Hollywood, il prossimo sex symbol capace di abbinare talento e fascino, tra una carriera costellata di film diretti dai registi più importanti e un considerevole campionario di notizie di gossip.

Josh Hartnett e la fine degli anni Novanta.

Ecco, di sicuro non sono le fidanzate ad essere mancate a Hartnett: si vociferavano ripetuti tradimenti addirittura nei confronti di Scarlett Johansson ai tempi di Black Dahlia, a cui sono seguite le modelle Gisele Bündchen e Helena Christensen nonché Rihanna. E non si può neppure negare che i primi anni del giovane Josh sul grande schermo furono molto fortunati sul piano commerciale e convincenti su quello interpretativo. Dopo il debutto con il reboot di Halloween, Sofia Coppola lo scelse come il ragazzo perfetto per travolgere Kirsten Dunst ne Il giardino delle Vergini Suicide (1999), un ruolo perfetto in un film destinato a diventare un cult assoluto, anche per noi, che lo abbiamo celebrato qui.

Bello e impossibile: nel 1999 ne Il giardino delle vergini suicide.

Pochi anni più tardi – solo due – ecco il botto: era lui ad interpretare uno dei due principali personaggi di Pearl Harbor targato Michael Bay. Dopo gli incassi miliardari e l’esplosione ottenuta grazie al blockbuster, Hartnett si fece poi apprezzare anche per la versatilità delle sue scelte, mai banali e sempre azzeccate. Qualche esempio? La versione teen-pop di Shakespeare in O come Otello (2001), il potente Black Hawk Down (2001) a fianco di Ridley Scott, il cult demenziale 40 giorni e 40 notti (2002) e, soprattutto, nel cinefumetto pulp Sin City (2005) diretto da Robert Rodriguez.

Hartnett sul set di Black Hawk Down con Ridley Scott.

I ruoli migliori arrivarono dopo, nel 2006, anno del climax della breve ascesa di Josh verso il successo, ovvero quelli del protagonista nell’originalissimo noir post-tarantiniano Slevin – Patto criminale (2006) di Paul McGuigan e, ovviamente, del jamesellroyano Bucky in The Black Dahlia (2006) di Brian De Palma, film d’apertura di una Mostra di Venezia dove Josh spadroneggiò sul red carpet. Eppure, da quel momento, inaspettatamente, qualcosa si rompe tra lui e lo star system. Il suo nome non circola più nella Hollywood che conta, le riviste di cinema, di moda e per teenager non gli dedicano più attenzione, la stella si offusca.

Sul set di The Black Dhalia con Brian De Palma e Scarlett Johansson.

Sembra però che la scelta di Josh di allontanarsi sia stata voluta e consapevole: «Conoscevo le regole del gioco: un attore è un prodotto che si deve vendere. Ma io non ho voluto abitare a Hollywood perché lì non stacchi mai, volevo mantenere una distanza tra chi sono e cosa faccio. Non volevo la mia vita fosse uno show e me ne sono andato a Minneapolis, una città creativa nelle arti e non un’industria. Poi mi sono innamorato di una donna inglese e ho scelto di trasferirmi a Londra». Nel frattempo, Hartnett non ha smesso di recitare, ma lo ha fatto sempre per produzioni indipendenti, piccole o medie, e non più per i grossi produttori di Los Angeles.

Con Eva Green sul set di Penny Dreadful.

Arriviamo a oggi: gli appassionati di Penny Dreadful lo avranno riconosciuto nei panni di Ethan Chandler, mentre quelli dei survival movie non si saranno persi L’ultima discesa. Scelte differenti, e pensare che, inizialmente, doveva essere lui il Batman di Nolan al posto di Christian Bale: «Nolan mi propose il ruolo di Batman Begins, gli risposi che avrei preferito fare The Prestige. Alla fine, non feci né l’uno né l’altro. Ripensandoci ora nessuno avrebbe risposto così e forse allora non prendevo il lavoro seriamente». Qualcuno poi malignò: i suoi demoni erano reali, ed erano le dipendenze da alcol e droga, tentazioni che però poi lo spinsero ad abbandonare Hollywood.

Londra, oggi: Josh con la moglie Tamsin Egerton.

Oggi, Josh è uno splendido quarantaduenne, vive a Londra ed è un affettuoso padre di famiglia che ha scelto come priorità l’amore per la compagna – l’attrice inglese Tamsin Egerton – e per i due figli. Disattendendo i desideri dell’industria di Hollywood e dei giornalisti che lo etichettavano come il nuovo Johnny Depp, bello e maledetto da sfruttare per promozioni e campagne da milioni di dollari. E deludendo, forse, i sogni anche di una generazione di ragazze che avrebbero voluto trovarsi al posto di Scarlett Johansson, Gisele Bundchen oppure delle meno conosciute amanti.

Con altri due irregolari: James Franco e Robert Duvall in Wild Horses.

Per chi ha nostalgia di lui – in attesa di Cash Truck, il nuovo film di Guy Ritchie in cui apparirà a fianco di Scott Eastwood – un consiglio: ripescatevi una pellicola dimenticata e inedita girata pochi anni fa, Wild Horses (lo trovate su CHILI in streaming) diretto da Robert Duvall e al fianco di un altro poster boy negato che decise di prendere un’altra strada: James Franco.

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