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Che fine hanno fatto | Julia Stiles, ballerina dei sogni mai diventata veramente grande

Doveva essere la Audrey Hepburn di inizio millennio, invece le cose andarono diversamente. Perché?

Da Heath Ledger a Riviera: Julia Stiles.

MILANO – Ricordate? Julia Stiles si affacciò su Hollywood come la principessina del nuovo millennio, merito del successo di un riuscito college movie del 1999, 10 cose che odio di te, una versione de La bisbetica domata adattata all’epoca di One Week dei Barenaked Ladies e di Sexy Boy degli Air. Lì, la diciottenne Julia interpretava un’adolescente iper-femminista che detesta gli uomini e la superficie delle cose e che diventa prima il bersaglio – e poi l’ossessione – di un Heath Ledger capellone ruvido che deve farla innamorare. Il film fu subito un cult tra gli adolescenti, rispecchiando lo spirito del tempo: Ledger a far breccia nel cuore di ragazzi e ragazze e il volto della Stiles che finì per essere premiato con l’MTV Movie Awards per la miglior rivelazione.

1999: Julia Stiles e Heath Ledger in 10 cose che odio di te.

Nel giro di poco tempo, agli occhi dello spettatore più giovane, la Stiles diventa così la compagna di banco carina, non bellissima, più simpatica di quanto possa sembrare, di cui conoscendo poco a poco segreti e interessi si finisce per innamorarsene, incantati senza preavviso dalle fossette sulle guance e da quel sorriso luminoso. Per riviste di cinema di fine anni Novanta e non solo, nessun dubbio: la Stiles è il volto teen su cui puntare, sarà lei l’attrice del futuro. Serve ancora aspettare però: nel 2000 eccola nella commedia Pazzo di te! e un altro aggiornamento di Shakespeare (Hamlet 2000 con Ethan Hawke) che però replicano soltanto in parte il successo dell’anno precedente.

Julia Stiles con Rain Phoenix, sorella di River, in O. Era il 2002.

L’esplosione definitiva arriva nel 2001, con il film perfetto, passaggio di transizione tra le turbe giovanili e il cinema per grandi: Save the Last Dance diventa un fenomeno globale, crocevia per l’industria americana per introdurre nei primi anni Duemila una lunga serie di film dedicati alla danza (A Time for Dancing, Step Up, Stepping…) e al mondo dell’hip-hop (8 mile con Eminem esce l’anno successivo). La prova di Julia? Ottima, drammatica al punto giusto, e dopo aver vinto un altro MTV Movie Awards per il miglior bacio, la ragazza sembra finalmente matura per diventare la nuova diva di Hollywood, l’Audrey Hepburn del nuovo secolo.

La svolta: con Sean Patrick Thomas in Save the last dance. Era il 2001.

E invece, nel 2002 ecco un altro Shakespeare da aggiornare nel mondo degli adolescenti: la formula di O come Otello però mostra la corda e annoia tutti. La carriera della Stiles arriva così a un nodo cruciale: crescere e giocare nel campionato delle star di Hollywood, oppure fermarsi. Nessuno può rimproverarle di non averci provato: prima si ritaglia un ruolo importante in The Bourne Identity con Matt Damon, poi in Mona Lisa Smile viene oscurata da Julia Roberts. E invece di andare avanti, torna indietro: nel 2004 arriva Un principe tutto mio, ennesima strizzatina d’occhio alle ragazzine. Ma gli anni passano, e Julia si fa scavalcare da attrici fino a poco prima sconosciute: Anne Hathaway e Keira Knightley.

Con Matt Damon nella saga di Jason Bourne.

Ci vorrà (molto) tempo prima che il pubblico torni a ricordarsi di lei, grazie a Dexter, mentre i più attenti la riconoscono nel ruolo della detestabile moglie di Bradley Cooper ne Il lato positivo. La riflessione è scontata quanto inevitabile e un po’ crudele: sarebbe potuta esserci lei al posto di Jennifer Lawrence. Invece no. Vale la pena di essere recuperato un bel thriller del 2015 dove è al fianco di Anthony Hopkins, Go With Me – Sul sentiero della vendetta, così come, nonostante tutto,  il ruolo di Nicky Parsons anche nei sequel di Jason Bourne. Nel 2017 arriva un’occasione clamorosa per tornare alla ribalta: Riviera, una serie scritta da Neil Jordan su misura per lei, bella e annoiata miliardaria in Costa Azzurra che decide di indagare sulle cause della morte del marito.

Il presente: Julia Stiles in Riviera.

Sulla carta un mystery di grande fascino, tra Colombo e Dynasty. Purtroppo non tutto funziona, la patina prevale eccessivamente sugli sviluppi narrativi e il tentativo di Julia Stiles di riproporsi in questa nuova veste convince parzialmente, anche se il fascino rimane intatto. Ma forse non tutto è perduto: dopo averla rivista ne Le ragazze di Wall Street e in attesa dell’appena concluso The God Committee, ecco che le nuove generazioni continuano a passarsi Save the Last Dance, al punto che si vocifera della realizzazione di un sequel. Che sia la nostalgia a offrire una seconda possibilità per Julia Stiles?

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