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Da Lazzaro Felice a Il Primo Re: quando il cinema italiano all’estero è un successo

Sono tanti i titoli nostrani (di qualità) a varcare il confine trovando distribuzioni in mercati nevralgici

ROMA – La frase adatta a tutte le situazioni è la solita: il cinema italiano è in crisi. Ma, guardando la situazione da una prospettiva invertita, forse, non è così vera. Gli incassi in Italia – per alcuni titoli – sono estremamente deludenti, è chiaro. Basti pensare che sono decine le produzioni nostrane a non aver superato il milione di euro, così come sono centinai i film passati in sala da inizio anno a non aver sfondato il muro del milione. Dati che dovrebbero far riflettere. Ma, anche se spesso non viene sottolineato, c’è un altro cinema italiano che invece va benissimo. Quello all’estero. Per dire, al netto delle varie mostre, retrospettive e proiezioni speciali in giro per il mondo – proprio in questi giorni il Film at Lincoln Center di New York ha messo in programmazione le pellicole di Ermanno Olmi, mentre qualche settimana fa è passato il documentario Sono Gassman! Vittorio re della Commedia di Fabrizio Corallo – sono tanti (e importanti) i film esportati dall’industria italiana.

Romulus & Remus – The First King, nella home di Indie Sales

L’ultimo, in ordine di tempo, è proprio Il Primo Re di Matteo Rovere, acquistato da Indie Sales e rivenduto per l’uscita in Nord America, UK, Francia, Germania, Australia, Medio Oriente e altri paesi europei. Andando a ritroso, un altro film uscito all’estero e accolto a braccia aperte (tanto che Martin Scorsese lo ha messo tra i suoi preferiti) è stato Lazzaro Felice (Happy as Lazzaro, titolo d’esportazione) di Alice Rohrwacher. Andando a dare un occhio agli incassi, il dato è alquanto significativo: in Italia ha incassato – basandoci sui dati di Box Office Mojo – 502 mila dollari, in un mercato ricco di scelte come la Francia oltre 600. Cosa vuol dire, quindi? Che la qualità, paga. E soprattutto che è l’unica carta per far sì che il cinema italiano venga visto fuori dai confini, globalizzando il mercato.

Happy as Lazzaro

Un altro titolo andato benissimo, è stato Perfetti Sconosciuti che, pensate, ha fatto ben 8 milioni di dollari in Cina, con annessi remake prodotti da diversi paesi. E, pensate, La Terra dell’Abbastanza dei Fratelli d’Innocenzo, dopo essere passato al Miami Film Festival è uscito in Francia, Grecia, Belgio e, il prossimo 20 giugno, in Olanda. Il titolo? Boys Cry. E la lista prosegue: Dogman di Garrone è stato rilasciato praticamente in tutta Europa, Capri-Revolution di Mario Martone è arrivato al Festival del Cinema di Tokyo, uscendo lo scorso gennaio in Francia; mentre Il Traditore – o meglio, The Tratitor – è stato acquisito dalla Sony Pictures Classics per la distribuzione negli USA. Data di uscita? 28 agosto.

Boys Cry by D’Innocenzo Brothers

Non è da escludere una possibile acquisizione straniera anche di Fiore Gemello di Laura Luchetti, avendo fatto molto parlare di sé dopo il passaggio al Seattle Film Festival, dove è passato anche Croce e Delizia, con il titolo (ad effetto) An Almost Ordinary Summer. Attenzione anche a La Paranza dei Bambini (enfatizzato dal titolo Piranhas): distribuito prima in Francia e poi in Portogallo passerà sempre al Film at Lincoln Center ad agosto. Così, dopo questa sfilza (lunga) di pellicole italiane, è lampante che il nostro cinema se la passa meglio all’estero che in Italia. Il motivo? Non così scontato. Infatti, è vero che il pubblico ignora quasi totalmente le produzione nazionali (in top 10 stagionale non c’è nemmeno un film italiano…), ma è innegabile che diversi titoli acquistati all’estero non hanno avuto in Patria lo spazio che avrebbero meritato.

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