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Caro Diario #11: Niente caffè gratis, i selfie alla Zoolander e il vaporetto alle tre di mattina

Party, ego ipertrofici, imbucati e giovani promesse in attesa di scoprire chi vincerà il Leone d’Oro

Caro Diario,

il vero tema di #Venezia75 dovrebbe essere Red is the new black. E non solo per la sfilata del cast di Suspiria in total look rosso sangue. Con l’arrivo di Campari come main sponsor della Mostra, a tutti gli eventi scorre alcool a fiumi ed è stato persino creato un cocktail ad hoc dal titolo Red Carpet. Risultato? Tutti un po’ brilli a fare le interviste. Al Lido è al vaglio una proposta di legge per dare la cittadinanza onoraria agli ego ipertrofici dei partecipanti alla Mostra. Perfino ad una festa casual come il party di un noto magazine di cinema, il numero dei drink necessario a smettere di parlare di sé in terza persona lievita di anno in anno. Si prendono tutti un po’ troppo sul serio, come notano i colleghi stranieri con grande stupore. È questa la seconda considerazione sulla Biennale dopo il classico “Niente caffè o acqua gratis?” (eh sì, alla Berlinale e sulla Croisette sono free).

Meno male che si pensa l’Uomo Ken, ospite d’onore della serata, a distrarre gli addetti ai lavori dall’hobby preferito: sciorinare curriculum, 730 e titoli a chiunque capiti a tiro. E poco importa che sia l’autista del vaporetto per Venezia o il poliziotto ai varchi cittadini. La serata è dedicata al compleanno di Freddy Mercury e l’animazione è a tema, con dj vestito con tanto di corona e mantello di ermellino. Si approfitta dell’occasione mondana per promuovere il film Bohemian Rapsody. Il momento Zoolander arriva quando sulla pista si balla Relax. E tutti giù a scattare selfie con la Magnum. Lo spazio Lexus si trasforma in una specie di gabbia dorata che accoglie i vip in un privé stile acquario: la struttura è interamente circondata da porte-finestre ma la temperatura sfiora l’ebollizione. Sembrano tutti un po’ sciolti e lessi, ma non mollano: restano lì a boccheggiare e darsi un tono. Nonostante gli infiltrati.

Gli imbucati professionisti hanno subito trovato una falla nella sicurezza e, con fare circospetto alla Ocean’s 11, si sono appiattiti tra due vasi giganti di piante sgusciando dal retro della terrazza per l’assalto all’area privata. Alcuni invitati d’onore se ne fregano dell’etichetta e si mischiano alla folla danzante, primo tra tutti Paolo Genovese. Lo accompagnano Ladyvette, che non si sparano pose da celebrity neppure quando tornano in hotel. Sono gli unici personaggi famosi, infatti, a salire sul vaporetto (il mezzo di trasporto della gente comune qui al Lido). In parte perché sono le 3.30 del mattino e in parte perché qui, chi conta davvero, si muove in “lancia”, il taxi boat con interni in pelle che collega le varie isole della Laguna.

Questa serata che festeggia il cinema italiano ha l’aria democratica: sono invitati anche i diciannove giovani giurati per il premio Leoncino d’oro. Sono ragazzi con il pallino del cinema che sognano una carriera nello showbusiness. Uno di loro, Claudio Fabbroni, arriva all’evento con gli occhi ancora pieni di stupore per le emozioni della giornata. Quotidianamente tiene il conto del numero di film visti, degli incontri e delle ore di sonno (stanotte solo 3!) e il viso gli s’illumina di gioia. Respira aria di cinema, quella ancora non contaminata dai poser che scambiano il Lido per un salone di specchi. Come spiega Natalie Portman nel suo Vox Lux: gli artisti, quelli veri, non hanno bisogno di riflettori e capricci. Brillano di luce propria.

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