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Batman | E se fosse La Maschera del Fantasma il miglior film sul Cavaliere Oscuro?

Tra Welles e Hitchcock: celebriamo Bruce Wayne con un gioiello d’animazione anni Novanta

ROMA – No, né quello di Tim Burton e nemmeno quello di Christopher Nolan. Ovviamente, a maggior ragione, neanche quello dello sfortunato Ben Affleck. Lo è quello di Matt Reeves, con Robert Pattinson? Forse sì, forse no. Insomma, per ora nessun lungometraggio sull’Uomo Pipistrello può eguagliare Batman: La Maschera del Fantasma, cartoon (per grandi) datato 1993. Pochi ricami, il film diretto da Eric Radomski e Bruce Timm è un gioiello. Narrativo, metaforico, visivo. L’idea (e la voglia) per il film venne alla Warner, seguendo il successo di quel capolavoro che fu Batman: The Animated Series, andata in onda dal 1992 al 1995.

la maschera fantasma
«I’m Batman»

L’eco del memorabile show (e nei tempi moderni di serialità televisiva, questa meriterebbe di essere portata come esempio) spinse la produzione, su indicazione dei registi, a sviluppare uno spin-off direct-to-video, salvo distribuirla poi al cinema, dopo le recensioni entusiaste. Lo studios lasciò libero arbitrio agli sceneggiatori: Alan Burnett, Paul Dini, Martin Pasko e Michael Reaves. Gli stessi autori della serie animata, profondi conoscitori di quel personaggio creato da Bob Kane e Bill Finger ottant’anni fa. Mentre Radomski e Timm non riuscivano a smettere di pensare a Batman: Anno Due di Barr, David e McFarlane, che fece da leva e ispirazione totale al film d’animazione.

Batman e il Joker ne La Maschera del Fantasma
Batman e il Joker ne La Maschera del Fantasma

Appena otto mesi per realizzaro, l’ambizioso formato widescreen (che era solo per la sala, non per l’home video) e un budget di ben 6 milioni di dollari. Chiaro che le premesse avrebbero portato quello che divenne «il miglior film d’animazione dell’anno». Ma, fumetti a parte, nella serie originale e ne La Maschera del Fantasma c’è tutta l’iconografia di Batman. E il lungometraggio che ne deriva non è solo un episodio espanso, ma qualcosa a sé stante, minuzioso nei dettagli, maestoso nella messa in scena. A cominciare dai titoli di testa, con una Gotham City espressionista, disegnata come avrebbero fatto Fritz Lang, Paul Leni o Friedrich Wilhelm Murnau.

la maschera fantasma
La fotografia a tinte noir del film

Sotto, dirompente, la musica di Shirley Walker, facendoci entrare nel mondo oscuro e inquietante di Bruce Wayne e del suo Batman, attraverso i ricordi di un amore perduto. Allora, le citazioni alla storia cinematografica e letteraria del Novecento continuano nei tragici flashback che fanno da raccordo nell’intero arco narrativo: da Quarto Potere di Orson Welles (!) al Canto di Natale di Charles Dickens, fino a Vertigo di Alfred Hitchcock. E le tracce le troviamo nella sceneggiatura: una spettrale figura – scambiata per il Cavaliere Oscuro – che uccide i criminali, un’indagine corrotta e Andrea Beaumont, vecchio amore di Bruce Wayne che ritorna dal passato, confondendolo con segreti, rivelazioni e tormenti.

Più giù, insinuante e perversa, la risata del Joker (nella versione originale è doppiato da Mark Hamill), facendo diventare reale l’incubo da cui non riusciamo a svegliarci. Concettuale ma pop, Mask of the Phantasm, come una tragedia greca o un noir Anni Quaranta, si taglia in tre o quattro momenti cruciali, cuciti tra il dramma e la metamorfosi di Bruce Wayne, di Batman e della sua indispensabile e folle nemesi mascherata da pagliaccio. Capace di spezzare una promessa d’amore e di pace, creando lui stesso la maschera tenebrosa del Giustiziere. Così, per tutto questo e molto altro, Batman: la Maschera del Fantasma è, ancora oggi, il miglior film sul Cavaliere Oscuro.

Qui potete vedere gli splendidi titoli di testa de La Maschera del Fantasma:

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