in

Voyage of Time | Cate Blanchett e la nascita dell’Universo
 secondo Terrence Malick

Un’opera folle e ambiziosa, tra il romanticismo dell’arte e il rigore della ricerca scientifica

Un Helium Flash in Voyage of Time
Un Helium Flash in Voyage of Time

MILANO – Chi conosce il mito registico di Terrence Malick lo sa già. Il suo è cinema mutevole e in divenire. Assieme a Michael Cimino fu la grande sensazione della stagione new-hollywoodiana (La rabbia giovane, I giorni del cielo). Poi un silenzio ventennale rotto soltanto da La sottile linea rossa del 1998 che ne creò un’aura da autore leggendario. Eppure non ha mai smesso di creare Malick. Grazie a Double Line dal 3 marzo lo ritroviamo in sala con Voyage of Time – Il cammino della vita. Opera sperimentale presentata nel 2016 alla 73° Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia che trova origine proprio nel mitologico momento di silenzio dell’autore.

voyage of time
… L’acqua

La prima volta in cui sentiamo parlare di Voyage of Time infatti è nel 1979, all’indomani del successo de I giorni del cielo. Solo che al tempo si intitolava Q – Qasida. Una storia d’amore multi-personaggio ambientata in Medio Oriente al tempo della Grande Guerra. Il concept originale prevedeva un prologo ambientato nella preistoria. Le successive riscritture del soggetto videro il taglio definitivo del tempo bellico in favore di un approfondimento di quello preistorico. La narrazione divenne così metaforica. Coinvolgendo una sorta di divinità delle fattezze di un Minotauro che sognava le origini e la formazione dell’Universo. Ecco Voyage of Time parte proprio da qui: dal narrare l’inizio della vita sulla Terra.

L'aria
L’aria

A detta della produttrice Sarah Green, Voyage of Time ha rappresentato per Malick uno dei punti d’arrivo della sua carriera: «Fare un film che esamini il nostro rapporto con la natura. Il nostro posto con la natura. Noi come esseri umani». Un processo di lunga gestazione che ha visto Malick cogliere immagini lungo gli anni. Dai preistorici aborigeni negli anni settanta, alle esplosioni magmatiche nel 2003, sino agli scatti astrofici con il telescopio spaziale Hubble nel 2010. Del resto quella di Voyage of Time era una sfida artistica non indifferente. Si trattava infatti di concepire immagini astrofisiche prima dell’esistenza del sistema solare – e di riflesso – visualizzarne il futuro in modo scientificamente accurato navigando tra forme di vita unicellulari e animali ormai estinti mescolati ad equivalenti viventi analoghi. Tutto per ottenere la perfetta alchimia filmica.

voyage of time
La terra

Secondo il VFX supervisor Dan Glass, Malick ricercava in essa una certa eterogeneità visiva. Come se ogni inquadratura di Voyage of Time potesse dare allo spettatore la sensazione di essere disegnata dalla mano di un artista diverso. Risultato raggiunto attraverso degli shunkworks. Veri e propri esperimenti condotti da Malick e Glass per testare la reazione di liquidi, coloranti, gas, e fluidi, alle riprese ad alta velocità. Uno stadio realizzativo che Malick ebbe a definire come Bierstadting perché liberamente ispirato alla ricca opera del pittore Albert Bierstadt. Ne scaturisce così un Voyage of Time che tra il romanticismo dell’arte e il rigore della ricerca scientifica – tra passato e presente, nascita e morte, madri e figlie – disegna l’esistenza dell’universo e dell’umanità intera in un armonico montaggio.

voyage of time
E il fuoco…

Non solo, l’altro punto di riferimento, e come unica guida, è la voce della narratrice Cate Blanchett, che finisce con il porre lo spettatore dinanzi all’irrimediabilità del suo destino in una ricerca di sé complementare a quella di The Tree of Life (di cui rappresenta la sua dichiarata chiusura tematica). Un’opera ambiziosa, folle, e dal fascino irresistibile Voyage of Life. Che nel porsi come apogeo di quel percorso sperimentale di destrutturazione narrativa avviato da Malick con Knight of Cups per poi proseguire con Song to Song, funge da ideale anello di congiunzione tra il kubrickiano 2001: Odissea nello Spazio e Koyaanisqatsi di Godfrey Reggio: immagini al potere, al servizio del pubblico e del suo senso di meraviglia.

Qui il trailer di Voyage of Time:

Lascia un Commento

The Batman, la vendetta e la redenzione secondo il film di Matt Reeves

The Batman | Ombra, luce e Robert Pattinson: un’esperienza più che un grande film

cyrano

Cyrano | Il classico di Joe Wright e quel musical nel quale potersi specchiare