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La Vita Nascosta | E se fosse il miglior film di Malick dai tempi di The Tree of Life?

Finalmente il regista texano torna alla forma, alla narrazione e alla sostanza. Dal 9 dicembre su CHILI

August Diehl e Valerie Pachner in La Vita Nascosta - A Hidden Life
August Diehl e Valerie Pachner in La Vita Nascosta - A Hidden Life

MACAO – Lo abbiamo pensato tutti dopo La Sottile Linea Rossa. Terence Malick dovrebbe fare più film. Ma, come spesso accade, bisogna fare molta attenzione a cosa si desidera. Da To the Wonder a Song to Song, il regista texano è passato da instant classic come I Giorni del Cielo a epopee sussurrate, cinematografia mistica e assenza quasi totale di narrazione. Ma, il suo nuovo film La Vita Nascosta – A Hidden Life – dal 9 dicembre in digitale su CHILI – rappresenta un netto miglioramento del suo lavoro post The Tree of Life.

La Vita Nascosta
August Diehl è Franz Jägerstätter

La storia? Racconta la vicenda vera dell’obiettore di coscienza Franz Jägerstätter (August Diehl) e di sua moglie Fani (Valerie Pachner), che viveva a St. Radegund, una comunità agricola austriaca. L’idilliaca cornice delle splendide montagne infonde una sorta di innocenza primordiale, proprio come fecero le isole tropicali nel prologo de La Sottile Linea Rossa. Ma Hitler, originario della stessa regione, attraversa prima la Francia e poi va in Austria. A questo punto, Franz decide di non poter prestare giuramento di fedeltà a un uomo che considera l’anticristo. Un risveglio religioso piuttosto che politico.

La Vita Nascosta
La luce di Malick

Franz è un buon uomo, a priori. Altri abitanti del villaggio cercano di persuaderlo contro la sua decisione. Stranamente non sentiamo mai menzionare gli ebrei, nonostante il fatto che l’antisemitismo fosse diffuso in Austria. La xenofobia e l’antisemitismo di Hitler furono un prodotto diretto della sua educazione austriaca. Ovviamente non un’esclusività dell’Austria o della Germania, ma lì c’era una particolare virulenza che faceva risuonare il messaggio del nazionalsocialismo. Tutto ciò, Malick lo riassume attraverso una serie di monologhi, con una voce fuori campo (sì, c’è una voce fuori campo) che, semplicemente, ribadisce gran parte di ciò che stiamo vedendo sullo schermo.

August Diehl e Valerie Pachner in una scena del film
August Diehl e Valerie Pachner in una scena del film

Parallelamente all’ascesa di Hitler, Franz e Fani godono di una felice relazione di amore totale e totalizzante, e la loro famiglia cresce con l’arrivo di tre figlie estremamente belle. Come sempre, in un film di Malick, la fotografia (di Joerg Widmer) è impressionante. Nonostante i suoi difetti come drammaturgo, l’occhio per i dettagli naturali è strabiliante: un improvviso cambio di luce, il panorama delle montagne oppure i moti di polvere nella fattoria, a danzare con il vento. Infatti, a livello tecnico, il film è eccezionale. Allo stesso modo, la scelta musicale di Malick riesce a offrire un’esperienza sensuale travolgente.

Un momento de La Vita Nascosta
Un momento de La Vita Nascosta

Ma è l’ultima parte del film, con Franz che sta affrontando conseguenze sempre più gravi per la sua resistenza, che Malick inizia a costruire uno dei migliori lavori della sua recente carriera. Franz diventa qualcosa come la Giovanne d’Arco di Carl Theodor Dreyer. Il suo rifiuto di pronunciare il giuramento verso l’Anschluss lo nobilita anche se lo separa dall’amore della sua vita e dal suo amore per la vita. Nonostante alcuni dubbi – specialmente nella scelta di realizzare il film in lingua inglese – quest’ultima metà del film è davvero commovente e, a differenza di molte opere di Malick, qui la realtà la fanno finalmente i personaggi. Così, La Vita Nascosta, diventa il ritorno alla sostanza, da parte di un regista dalla visione eccezionale e, ancora un volta, ineguagliabile.

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Qui potete vedere il trailer di La Vita Nascosta – A Hidden Life:

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