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Una Poltrona Per Due | Dan Aykroyd, Eddie Murphy e il Classico di Natale di John Landis

La Eddie Murphy Rule, Jamie Lee Curtis, la genesi e quella tradizione natalizia. Celebrare un mito

Dan Aykroyd e lo spirito del Natale in una scena di Una poltrona per due, un film di John Landis del 1983
Dan Aykroyd e lo spirito del Natale in una scena di Una poltrona per due, un film di John Landis del 1983

ROMA – Per capire quanto ha inciso Una poltrona per due di John Landis nell’immaginario collettivo basti pensare che nel 2010, quasi trent’anni dopo quell’8 giugno 1993 che vide il film approdare nelle sale statunitensi, la CFTC – Commodity Futures Trading Commission – agenzia indipendente del Governo statunitense che regola i mercati dei derivati, inclusi futures, swap e alcuni tipi di opzioni – nella figura dell’allora capo Gary Gensler citò la pellicola in una testimonianza in merito alle nuove normative sui mercati finanziari: «Abbiamo raccomandato di vietare l’uso di informazioni governative sottratte per commerciare nei mercati delle materie prime. Nel film Una poltrona per due, con Eddie Murphy, i fratelli Duke intendevano trarre profitto dagli scambi di futures sui succhi d’aranci concentrati congelati, utilizzando un rapporto sul raccolto di arance del Dipartimento dell’Agricoltura ottenuto illegalmente e non ancora pubblicato».

Una poltrona per due di John Landis fu distribuito nei cinema statunitensi l'8 giugno 1983
Una poltrona per due di John Landis fu distribuito nei cinema statunitensi l’8 giugno 1983

La testimonianza di Gensler faceva parte del Dodd-Frank Wall Street Reform and Consumer Protection Act, progettato per prevenire l’insider trading sui mercati delle materie prime. Un’attività finanziaria fino a quel punto ritenuta sconveniente ma non illegale. La sezione 746 dell’atto di riforma è indicata come La Eddie Murphy Rule. Vale a dire l’intercettazione del rapporto sottratto (e scambiato) da parte di Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd) e Billy Ray Valentine (Eddie Murphy), in modo da trarre profitto e contemporaneamente ridurre sul lastrico Randolph e Mortimer Duke (Ralph Bellamy e Don Ameche). Ma fu tutto dell’intero terzo atto di Una poltrona per due (lo trovate su Paramount+) in realtà a essere oggetto di discussione, perché la Eddie Murphy Rule creò, a modo suo, un precedente pericoloso basato su fatti reali. Nei successivi quarant’anni numerose pubblicazioni hanno cercato di spiegare in che modo Valentine e Winthorpe riescono a ingannare i Duke.

Il finale di Una poltrona per due, e la nascita della cosiddetta: Eddie Murphy Rule
Il finale di Una poltrona per due e la nascita della cosiddetta Eddie Murphy Rule

In buona sostanza, il falso rapporto sul raccolto ideato da Valentine e Winthorpe nel climax di Una poltrona per due indica ai Duke che il raccolto di arance sarebbe stato scarso, rendendo le scorse limitate più preziose. I Duke cercano così di acquistare quanti più futures sul succo d’arancia in modo da controllarne il prezzo e mettere all’angolo il mercato. Gli altri trader, compreso l’agire dei Duke, si uniscono a loro nel comprare futures. L’aumento della domanda fa innalzare il prezzo in modo significativo. Esattamente in questo istante – valutando il prezzo gonfiato come massimo – Valentine e Winthorpe iniziano a vendere futures in previsione del vero rapporto sul raccolto che avrebbe fatto salire il valore del bene succo d’arancia ben oltre quello acquisito dal prezzo gonfiato del mercato. E in effetti così è stato: il vero rapporto sul raccolto spazza via qualsiasi ipotesi di carenza di succo d’arancia.

Paul Gleason e Jamie Lee Curtis in un momento di Una poltrona per due
Paul Gleason e Jamie Lee Curtis in un momento del film

Questo fa precipitare valore dei futures. Valentine e Winthorpe quindi riacquistano i futures dai trader ad eccezione di quelli dei Duke a un prezzo nettamente inferiore: 1,42 dollari a libbra del prezzo gonfiato contro il reale di 29 centesimi di dollaro. In quel margine di 1,13 dollari c’è il loro profitto. Un profitto maggiorato dal fatto che Valentine e Winthorpe vendono quote di succo d’arancia (che non avevano) a un prezzo elevato per poi riacquistarlo a un prezzo inferiore: profitto puro libero da commissioni e dalla necessità stessa di adempiere qualsiasi contratto. Parallelamente i Duke acquistano futures per 100.000 contratti e/o 1 milione e mezzo di scorte di succo d’arancia senza riuscire a venderne mezza. Alla chiusura delle negoziazioni la richiesta di margine dà loro una perdita totale di 394 milioni di dollari. Un finale leggendario che pose i sigilli sugli intenti filmici di Una poltrona per due.

Nel ruolo di Don Ameche ci sarebbe dovuto essere l'altrettanto mitologico Ray Milland in Una poltrona per due
Nel ruolo di Don Ameche ci sarebbe dovuto essere l’altrettanto mitologico Ray Milland

Una narrazione che è satira sociale costruita intorno al valore del denaro, lo status che garantisce possederlo e a coloro che aspirano, ad averlo. A conti fatti un’ode inconscia al reaganismo dove l’accumulo di ricchezze è sinonimo di successo, condita però da un’amara riflessione sull’avidità dalle conseguenze degne di un contrappasso dantesco. Ma non solo, perché Una poltrona per due sfrutta le aspettative degli stereotipi razziali per ribaltarli nei ruoli sociali di Valentine e Winthorpe ricalibrandoli, infine, in un racconto che è evidente (e dichiarata) rilettura e mescolanza postmoderna di due capisaldi della produzione letteraria di Mark Twain: Il Principe e il Povero del 1881 e il racconto breve The Million Pound Bank Note del 1893. Del primo lo script di Timothy Harris e Herschel Weingrod rievoca lo scambio di identità tra due persone appartenenti a due mondi narrativi opposti, del secondo invece l’espediente della scommessa tra fratelli.

Una poltrona per due: o di come un solo misero dollaro - se speso bene - può cambiare la vita di un uomo (anzi due!)
Una poltrona per due: o di come un solo misero dollaro – se speso bene – può cambiare la vita di un uomo

Non ultimo il Natale, perché dalla sua Una poltrona per due fa suoi i topos natalizi per evidenziare la solitudine dei personaggi principali. In particolare di Winthorpe che, nei panni di un alcolizzato e caotico Babbo Natale, cerca di trovare prove a sostegno della natura deviante di Valentine finendo con l’umiliarsi di fronte ai suoi ex-capi durante il party di Natale aziendale per poi divorare, a bordo di un solitario autobus, del salmone rubato. In quella stessa serata un cane gli urina addosso e tenta il suicidio con una pistola. L’indomani, il giorno di Natale, si ritrova integrato nell’unità familiare non-tradizionale del maggiordomo Coleman (Denholm Elliott), Valentine e Ofelia (Jamie Lee Curtis). Tanto è bastato al programmista televisivo di Italia 1 del 1997 da decidere di inserirlo in palinsesto come film della Vigilia di Natale. Una scelta casuale, frutto dell’intuizione del momento: l’inizio di una bizzarra tradizione pluriventennale.

Il cameo (esilarante!) di Jim Belushi in Una poltrona per due
Il cameo (esilarante!) di Jim Belushi

Perché in fondo Una poltrona per due, nei cinema italiani, ci arrivò il 19 gennaio 1984. Ben oltre sia il periodo natalizio che, più in generale, quello delle Festività. Non riconducibile quindi, in un primo momento, al Natale come può esserlo un La vita è meravigliosa di Frank Capra dallo spontaneo e naturale fascino natalizio. Il medium televisivo ha finito con il renderlo un classico moderno della programmazione festiva italiana tanto da essere presenza fissa del palinsesto della Vigilia dal 1997 ad oggi (con il 2005 come unica eccezione) con uno share stabile tra il 10 e il 14%. D’altra parte aveva i numeri dalla sua Una poltrona per due: oltre 120 milioni di dollari di incassi world-wide al botteghino. Un risultato straordinario per la Paramount Pictures. Specie tenendo conto sia dei 15 milioni di dollari di budget stanziato, sia di avversari al box-office di tutto rispetto.

Ralph Bellamy in una scena di Una poltrona per due
Ralph Bellamy in una scena di Una poltrona per due

In quella finestra distributiva Una poltrona per due dovette vedersela con Octopussy – Operazione piovra, Superman III, Wargames e Star Wars: Episodio VI – Il ritorno dello Jedi (qui per il nostro Longform). Da dove nasce però l’idea alla base della pellicola? La risposta ce la dà proprio uno dei co-autori dello script. Quel Timothy Harris che iniziò ad immaginarne i contorni dopo aver incontrato due ricchi fratelli impegnati in una continua rivalità tra loro: «C’erano questi due fratelli, entrambi medici, con cui giocavo regolarmente. Era incredibilmente irritante giocare con loro perché vivevano di una grande rivalità, su tutto!». Assieme a Herschel Weingord sviluppò il concept sulla base di due fratelli che scommettono sulla natura contro l’educazione in termini di capacità umane. Una riflessione che nacque spontaneamente in Harris che a quel tempo viveva in una zona fatiscente vicino a Fairfax Avenue, a Los Angeles, dominata dalla criminalità.

Nei cinema italiani il film fu distribuito il 19 gennaio 1984
Nei cinema italiani il film fu distribuito il 19 gennaio 1984

Immaginando Una poltrona per due come una commedia da adattare allo stile della coppia Richard Pryor-Gene Wilder, sotto il working-title di Black & White, Harris e Weingrod studiarono il mercato delle materie prime e vennero a conoscenza di svariati incidenti finanziari per lo script. Tra questi i tentativi russi di accaparrarsi il mercato del grano e gli sforzi dei fratelli Hunt per quello dell’argento. Pensarono così di scambiare succo d’arancia e pancetta di maiale con grano e argento in modo da rendere il tutto più accessibile al grande pubblico. Il resto lo fecero il Reaganismo galoppante e il sempreverde ideale del Sogno Americano. Dello spec-script si interessò la Paramount nella figura dell’executive Jeffrey Katzenberg che offrì la regia a quel John Landis che per prima cosa offrì 100 dollari a chiunque, alla Paramount, proponesse un titolo migliore di Black & White. La scelta ricadrà sull’originale Trading Places.

Kristin Holby in un momento di Una poltrona per due
Kristin Holby in un momento del film

Il motivo è presto detto: spostare l’attenzione del pubblico dal colore della pelle dei protagonisti (e riflessioni socio-culturali annesse e connesse) alla connotazione finanziaria del contesto narrativo. Così Una poltrona per due sarebbe stato accolto meglio dal pubblico. Specie perché Landis, dalla sua, pur facendo enorme fatica a capire le delicate dinamiche finanziarie del climax (e noi con lui nda), si innamorò dell’umorismo dello script alla maniera delle stravaganti screwball comedy degli anni Trenta che sapevano fare satira su costrutti e classi sociali. A quel punto si trattò solo di scegliere gli interpreti: Richard Pryor e Gene Wilder per l’appunto, che tra Wagons-lits con omicidi e Nessuno ci può fermare si erano imposti come nuovo duo tutto da seguire. E sarebbe stato il loro terzo film se nel giugno 1980 Pryor, a causa dell’abuso di cocaina, non fosse incorso in un incidente durante le riprese di Libertà poco vigilata.

Eddie Murphy fu il primo nome della lista della Paramount dopo la "rinuncia" di Richard Pryor
Eddie Murphy fu il primo nome della lista della Paramount dopo la “rinuncia” di Richard Pryor

Pryor si cosparse il corpo di rum per poi darsi fuoco. Nudo e in fiamme, corse sul marciapiede fuori dalla sua villa di Los Angeles finché la polizia non intervenne scongiurando il peggio. Fu trasportato in ospedale con ustioni di secondo e terzo grado per circa metà del corpo. Gli executive della Paramount non ebbero scelta che depennare il suo nome dalla lista dei papabili attori di Una poltrona per due e con lui la suggestione Pryor-Wilder. Al suo posto suggerirono quell’Eddie Murphy stella emergente del Saturday Night Live che di lì a poco avrebbe esordito nel cinema che conta con 48 ore. Un film che al momento della pre-produzione di Una poltrona per due non era ancora stato avvolto dal buio della sala. Organizzarono una proiezione in anteprima in modo che Landis potesse rendersi conto di quale bomba a orologeria comica si sarebbe ritrovato tra le mani.

Denholm Elliott in una scena del film
Denholm Elliott in una scena del film

Fu talmente colpito dalla sua performance da recarsi a casa sua, a New York, per incontrarlo e affidargli di persona il ruolo di Billy Ray Valentine. Per Louis Winthorpe III fu tutto più semplice. Landis volle a tutti i costi Dan Aykroyd con cui aveva lavorato un paio d’anni prima per The Blues Brothers nonostante lo scetticismo della Paramount che riteneva lavorasse meglio in coppia che da solista: «Potrebbe facilmente interpretarlo, gli dici cosa vuoi e lui te lo dà. Ho pensato che Aykroyd sarebbe stato meraviglioso come Winthorpe». Lo stesso avvenne per Jamie Lee Curtis come Ophelia, imposta da Landis alla Paramount (temevano per le capacità comiche visto il background horror tra Halloween e The Fog) dopo avervi lavorato nel film documentario Coming Soon. Pur di prendere parte a Una poltrona per due rifiutò il ruolo da protagonista nel chiacchierato Psycho II.

«Potrebbe facilmente interpretarlo, gli dici cosa vuoi e lui te lo dà. Ho pensato che Aykroyd sarebbe stato meraviglioso come Winthorpe» (John Landis)
«Potrebbe facilmente interpretarlo, gli dici cosa vuoi e lui te lo dà. Ho pensato che Aykroyd sarebbe stato meraviglioso come Winthorpe» (John Landis)

Non ultimo i fratelli Duke per cui Landis volle due volti noti della Golden Age hollywoodiana: Ralph Bellamy e Don Ameche che prima di Una poltrona per due, a causa dell’appartenenza a due major opposte e rivali (Bellamy tra Warner Bros e RKO, Ameche alla 20th Century Fox) non ebbero mai modo di dividere la scena in un film. Nel caso di Ameche il suo casting ebbe dell’incredibile. In origine la sua parte sarebbe dovuta essere di Ray Milland che però non fu in grado di superare un test fisico per l’assicurazione sanitaria. Al suo posto proprio Ameche aggregatosi in concomitanza dell’inizio delle riprese. Quando Landis sentì dal casting director che Ameche non aveva preso parte ad alcun film nei tredici anni precedenti, pensò fosse morto. Contattato dalla Screen Actors Guild, saltò fuori che Ameche non disponeva di un agente e le sue royalties erano tutte intestate al figlio.

Mai, nell'epoca d'oro di Hollywood, Ameche e Bellamy riuscirono a lavorare assieme in un film
Mai, nell’epoca d’oro di Hollywood, Ameche e Bellamy riuscirono a lavorare assieme in un film

Il suo silenzio cinematografico decennale fu semplicemente frutto del fatto che, senza un agente, nessuno pensò mai a lui per una parte. Nonostante tutto però Ameche si comportò da divo a tutti gli effetti finendo con il pretendere – seppur da indipendente e con una carriera a quel punto praticamente in naftalina – lo stesso ingaggio di un Milland attivissimo sino al 1984 (due anni prima della sua scomparsa). Sta di fatto che vinse lui e che il budget per Una poltrona per due fu ridotto a causa delle sue pretese economiche. Parallelamente lo script subì alcune piccole modifiche in modo da incoraggiare lo spirito d’improvvisazione dei suoi comici superlativi. Merito di Murphy in particolare che rese lo slang del suo personaggio meno prevedibile e più autentico, che non suonasse insomma, come se uno scrittore bianco avesse scritto (male) un personaggio afroamericano.

La gang di Una poltrona per due al gran completo
La gang di Una poltrona per due al gran completo

Il risultato è sotto gli occhi di tutti. Uno straordinario retaggio quarantennale per una delle commedie più spassose e imprevedibili di tutti i tempi. Dalla sua Una poltrona per due ebbe diversi meriti. Prima di tutto permise a Landis di rimettersi in sella dopo il triste incidente occorso a Vic Morrow durante le riprese del suo segmento narrativo nel film a episodi Ai confini della realtà. Contribuì non solo a lanciare la stella di una Curtis che di lì a poco troverà la sua consacrazione comica con quel capolavoro monty-pythoniano di Un pesce di nome Wanda di John Cleese, ma anche la carriera di Aykroyd che tra Ghostbusters, Spie come noi e La retata saprà conquistarsi la sua fetta di immortalità artistica. Ma soprattutto quella di Murphy che la Paramount volle mettere sotto contratto per un’esclusiva di cinque film da 25 milioni di dollari.

«Te la godi Billy Ray?!?»
«Te la godi Billy Ray?!?»

E quindi La miglior difesa è…la fuga, Beverly Hills Cop, Il bambino d’oro, Beverly Hills Cop II – Un piedipiatti a Beverly Hills (il migliore della trilogia, a firma Tony Scott), Il principe cerca moglie. Tutte (o quasi) opere entrate di diritto nell’immaginario collettivo per l’umorismo incisivo, frizzante, che fa ridere con la pancia. Prima di tutto però c’è Una poltrona per due che ci ricorda ancora una volta come – se speso bene – può bastare un solo misero dollaro a cambiare la vita di una persona (anzi due!).

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Qui sotto potete vedere il trailer originale del film 

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