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Federico Bacci: «Elio Petri, i miei appunti su un autore e l’importanza delle storie»

Il cinema politico, la sua visione e i prossimi progetti: il regista racconta il suo percorso

Frammenti di un capolavoro: Todo Modo di Elio Petri.

FIRENZE – È possibile cercare e trasmettere la bellezza di storie poco narrate, in una società universale in cui tutto sembra essere, sì. narrato ma poi subito scartato? Per Federico Bacci sì, e questo è proprio quello che fa. Alla ricerca di un tempo diverso, paziente e lento, che culli lui autore e gli altri suoi spettatori in un sogno e in un racconto autentici, soggettivi, ma autentici. In occasione del suo intervento al Sentiero Film Festival di Firenze, vetrina preziosa per cortometraggi da tutto il mondo appena conclusa, il regista – con Stefano Leone e Nicola Guarnieri – del documentario Elio Petri. Appunti su un autore ci ha raccontato il regista e la sua importanza.

Il cofanetto di Elio Petri. Appunti su un autore di Federico Bacci.

LA POLITICA «A differenza di quanto si crede, la filmografia di Elio Petri non è politica e anche i suoi film più noti non lo sono, a parte Todo Modo. Parlano invece della società, di sfruttamento e di repressione. Della vita, insomma, una vita che ha saputo descrivere attraverso diverse opere di genere. Il cinema di Petri si rivolgeva alla politica, ma non era politico, come fa oggi quello di Garrone con Io Capitano. La storia e la vita di Petri si illuminano proprio nel momento in cui ci si accorge che è stata poco narrata nei suoi dettagli fondamentali..».

Todo Modo
Marcello Mastroianni e Ciccio Ingrassia in una scena di Todo Modo

STORIE E COMUNICAZIONE – «Si, esiste questo spazio di storie da esplorare e approfondire proprio perché la comunicazione abbandona la narrazione e adotta la rappresentazione poco profonda e superficiale, attraverso cui si vuole descrivere un luogo in cinque foto. Narrare richiede pazienza e passione. Ascoltare gli anziani, ascoltare la radio, ascoltare e raccontare. Questo, se mi perdoni la suggestione poetica, è quello che cerco di fare. In questo momento sto lavorando su quella di Giorgio Lolli, operaio radiofonico, primo a riprendere la strage di Bologna e poi in Africa primo a creare radio rurali lasciandone poi 550».

Gian Maria Volonté e Florinda Bolkan in Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto

SENTIERO FILM FESTIVAL – «Gli organizzatori del Sentiero Film Festival sono anche persone del mestiere, lavoratori del set, che hanno scelto di impegnarsi anche nel dare visibilità a chi fatica e prova a fare cinema come loro, raccontandosi e raccontando storie. E il cinema italiano è vivo, vibra. Anche se gli investimenti sono pochi, anche rispetto a altre cinematografie che, pur aiutate molto di più, non hanno risultati diversi, il cinema italiano, con le sue ataviche difficoltà, riesce a essere premiato in tutto il mondo e a produrre bei film. Con tutta la fatica che conosce bene chi fa questo lavoro. Che in fondo è un hobby costoso.

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Qui sotto potete vedere una clip del documentario: 

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