ROMA – È stata la prima vera screwball comedy di Hollywood, uno dei primi road movie, nonché il primo film della storia del cinema a realizzare la cinquina perfetta agli Oscar (Miglior film, Miglior regia, Miglior attore protagonista, Miglior attrice protagonista, Miglior sceneggiatura) come solo sapranno fare Qualcuno volò sul nido del cuculo e Il silenzio degli innocenti, rispettivamente, nel 1976 e nel 1992, ma per capire quanto incise – per davvero – Accadde una notte nell’immaginario collettivo, servono solo due cose: magliette della salute e Bugs Bunny. All’indomani di quel 22 febbraio 1934 che vide il premiato film di Frank Capra approdare nelle sale statunitensi, dopo che la scena in cui Peter Warne (Clark Gable) si sveste per andare a letto – rivelandosi a torso nudo – finì sulla bocca di tutti, sembrerebbe che le vendite delle magliette della salute diminuirono notevolmente.
Una curiosità commentata così dallo stesso Capra: «Non avevo idea dell’effetto che ciò avrebbe avuto sugli uomini americani. Volevo semplicemente mostrare il petto di Gable, ma ciò ha inspiegabilmente creato il panico nel settore della biancheria intima. Da un giorno all’altro nessuno volle più indossare magliette. Fino a quando la maglietta non divenne popolare, alcuni anni dopo, i negozianti erano pieni di pile di magliette che non potevano vendere!». Lo stesso può dirsi degli effetti avuti dalle scene a bordo dell’autobus Greyhound. Quei pochi momenti filmici colpirono talmente il pubblico da stimolarlo a viaggiare per l’America non unicamente a bordo di automobili e treni. Ma soprattutto, come riportato nelle sue memorie, Accadde una notte (lo trovate su RaiPlay) divenne da subito uno dei film del cuore dell’animatore Friz Freleng: l’ideatore di Bugs Bunny di cui, si dice, si fosse ispirato all’aura caratteriale di Peter per disegnarne il temperamento.
E dire che nacque tutto un po’ per caso in Accadde una notte, a partire proprio dalla scelta dei protagonisti. Né Clark Gable, né Claudette Colbert, infatti, furono la prima scelta per interpretare i ruoli principali. Per quelli chiedere a Robert Montgomery e Myrna Loy che rifiutarono seccamente lo script. Per il ruolo di Ellie Andrews la produzione setacciò il meglio dello star system hollywoodiano: Loretta Young, Miriam Hopkins, Margaret Sullavan, per citarne alcune. Peccato che tutte, o quasi, rispedirono al mittente l’offerta della Columbia Pictures. Poi ci furono le eccezioni, come Constance Bennett che avrebbe anche voluto produrlo ma la Columbia rispose picche, o Carole Lombard che si vide costretta a rifiutare la parte a causa del conflitto di lavorazione con Bolero della Paramount. Infine Bette Davis che avrebbe fatto carte false pur di prendere parte al film, ma lì fu la Warner Bros a fare muro.
Il motivo? All’epoca la Columbia era considerato uno studio minore rispetto alle altre majors. Non a caso, la Colbert – all’epoca della Paramount – inizialmente rifiutò il ruolo perché non riteneva il progetto all’altezza. Accettò la parte di Ellie per il semplice fatto che la Columbia le offrì il doppio dello stipendio che prendeva alla Paramount (50.000 contro i 25.000 dollari abituali nda) e il tutto per sole quattro settimane di lavoro. Lo stesso può dirsi per Gable che si dice fu prestato dalla MGM – Metro-Goldwyn-Mayer alla Columbia come punizione per aver rifiutato un ruolo che gli fu assegnato, e per via dell’affair che ebbe con Joan Crawford, ma non solo. Il contratto di Gable prevedeva, infatti, uno stipendio fisso, settimanale, di 2.000 dollari indipendentemente dal fatto che lavorasse o meno. Alla Columbia gliene offrirono 2.500. Per la MGM fu una semplice questione di affari.
Un clima di sfiducia generale che incise e non poco sul morale di Capra, che si rivolse al drammaturgo Myles Connolly prima e allo sceneggiatore Robert Riskin poi, in modo da rendere i contorni caratteriali di Peter ed Ellie più comprensivi, affettuosi ed empatici per gli spettatori. Via via però che i giorni sul set andavano a consumarsi, ecco come la magia di Accadde una notte iniziò a sprigionarsi dentro-e-fuori lo schermo finendo con il coinvolgere tutti: «Lo abbiamo girato molto velocemente: quattro settimane. Ci siamo imbattuti in esso, riso a crepapelle, e questo dimostra quanta fortuna, tempismo ed essere al posto giusto al momento giusto significhino a Hollywood; come a volte nessuna preparazione sia meglio di tutta la preparazione del mondo e a volte ci vuole qualcosa che non si può indovinare: si chiama creatività, e avviene nei modi e nella circostanze più strane».
Fu proprio una semplice questione di tempismo e fortuna a rendere grande Accadde una notte. Una commedia piccola nei mezzi e nella struttura (ma non nel risultato nda), semplice e dallo sviluppo lineare tipico del cinema classico fatto di svolte narrative armoniche e di umorismo brillante, che non disdegna la provocazione garbata (la scena dell’autostop è un classico di seduzione) né l’intelligente riflessione sociale sulle disuguaglianze tra ricchi e poveri sullo sfondo del periodo più nero della Grande Depressione. Intento, quest’ultimo, cementificato da quel climax leggendario meticolosamente costruito da Capra scena dopo scena. E poi ci sono loro, Peter ed Ellie, due opposti da manuale: un idealista e una viziata ribelle. Due tipi caratteriali divenuti presto archetipi capaci di segnare e far sognare intere generazioni di spettatori, oggi come ieri, novant’anni dopo, in quel viaggio lungo gli Stati Uniti che li ha infine scoperti felici e follemente innamorati.
Ecco, nonostante la critica dell’epoca lo accolse tiepidamente, non ci volle molto perché Accadde una notte conquistasse il cuore di milioni di spettatori. La differenza la fece quel tipico tocco Capra capace di raccontare di speranza e buoni sentimenti come nessun altro nella Golden Age Hollywoodiana – «I miei film devono far sapere a ogni uomo, donna e bambino che Dio li ama e che la pace e la salvezza diventeranno realtà solo quando tutti impareranno ad amarsi a vicenda» disse in merito – e di sostenere il popolo americano nel suo periodo più buio raccontandone il Sogno attraverso un cinema di evasione garbato e coraggioso, eroico e profondo, dai toni dolci e raffinati. O per usare le parole di John Cassavetes: «Magari non c’è mai stata un’America, magari c’erano soltanto i film di Frank Capra…».
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Qui sotto potete vedere una featurette a tema Accadde una notte
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