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The Gray Man | Ryan Gosling, Chris Evans e un film di spionaggio che è puro intrattenimento

I registi di Avengers: Endgame regalano a Netflix una storia di spie, ma com’è davvero il film?

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Tra azione e spionaggio: The Gray Man

MILANO – Capitan America passa dalla parte dell’eroe a quello di un super cattivo senza scrupoli, dopo James Bond, Ana de Armas viene reclutata in un’altra vicenda di spionaggio e i fratelli Russo – già registi di Avengers: Endgame – sono pronti a dare a Netflix il suo personale franchise. Sono solo alcuni degli elementi che fanno di The Gray Man, tratto dal romanzo Tre giorni per un delitto di Mark Greaney, l’ennesimo di una lunga serie di film d’azione della piattaforma che contano molto più sulla spettacolarità e su un cast di grandi nomi piuttosto che sul contenuto. Spettacolare, certo, ma com’è davvero?

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Ryan Gosling è l’agente Sei in The Gray Man

La star assoluta di The Gray Man è un Ryan Gosling in veste di spia internazionale. Sei è il suo nome in codice, perché il Sette era già stato preso (!). L’agenzia per cui lavora è la classica sfilza di burocrazia con un doppio piano in mente e anche il suo personaggio non poteva non avere un passato oscuro e tormentato che lo porta ad eseguire gli ordini in modo freddo e distaccato ma ad avere un momento di cedimento quando tra i danni collaterali finisce anche un bambino. Conosciamo fin troppo bene i tipi come lui, anche se forse l’introduzione che ce ne dà il film è talmente breve e coincisa che non c’è il tempo materiale per creare una vera empatia con il personaggio.

Chris Evans in The Gray Man

La sua vita cambia in modo abbastanza prevedibile quando gli viene affidato un drive che contiene materiale incriminante sui suoi capi. E sì, dopo una serie quasi infinita di film di spionaggio, dopo tutti i Mission Impossible e i James Bond, vediamo ancora una chiavetta USB mettere in moto l’azione del film. Se l’obiettivo dei fratelli Russo era creare un compendio di cliché del genere, ci sono riusciti alla grande. L’implacabile personaggio di Gosling, comunque, accetta il suo destino con filosofia, rimanendo stoico mentre precipita da un aereo esploso in volo o viaggia su un tram che sta distruggendo le strade di una città.

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Ana de Armas in The Gray Man

La parte migliore di The Gray Man è lo showdown tra Gosling e Chris Evans con il suo Lloyd Hansen, deciso a trarre vantaggio dalla sua posizione. Ingaggiato per eliminare Sei, cerca in realtà di impossessarsi del drive per ottenere potere sui piani alti dell’organizzazione. Per non essere abituato ad interpretare la parte dell’antagonista spietato, vendicativo e senza cuore, Evans fa sicuramente un ottimo lavoro ed è anche molto credibile. In generale i fratelli Russo non regalano chissà quale spessore ai loro personaggi, ma tutto sommato si può fare anche a meno della psicologia quando si può assistere a una lotta all’ultimo colpo che si alterna in diverse parti del mondo, una città dopo l’altra.

Una scena di The Gray Man

Il successo di The Gray Man è quasi assicurato. La mancanza di una vera e propria originalità viene coperta da due ore di lotte, combattimenti, sparatorie e inseguimenti che sono puro e semplice intrattenimento. Non importa se già il giorno dopo sarà difficile riportare alla memoria dei momenti davvero salienti della storia, il film dei fratelli Russo sembra essere fatto proprio per passare una serata leggera senza preoccuparsi della costruzione di un nuovo universo di spie. Cosa che i creatori sembrano già intenzionati a fare. Se dovesse davvero esserci un seguito, speriamo solo che la cosa si faccia decisamente più interessante.

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Qui il trailer di The Gray Man:

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