ROMA – Chiacchierando al telefono con Stash, viene fuori che, un po’ come tutti quelli nati alla fine degli Anni Ottanta, anche lui è cresciuto con il mito del doppiaggio, scandito nello specifico da due voci ben distinte e, a loro modo, generazionali. Oltre al fatto che è un grande fan di Breaking Bad. Del resto, la voce dei The Kolors, è stata scelta per doppiare Branch, co-protagonista di Trolls World Tour, appena arrivato in digital (lo trovate qui su CHILI) dopo un record di pre-order. In questa avventura, Stash è stato affiancato da altre tre grandi voci, quelle di Francesca Michielin, Elodie e Sergio Sylvestre. «Scoprire che la mia voce si univa perfettamente a quella di Justin Timberlake è stata una bella soddisfazione…», ci ha raccontato, «Soprattutto se poi è in funzione di un film così, capace di trasmettre molta, molta positività».
JUSTIN TIMBERLAKE – «Per come sono fatto, affrontare un’esperienza di doppiaggio, era una cosa che mi stuzzicava, mi piace avventurarmi in cose nuove, anche se all’inizio era ovviamente un mondo sconosciuto. Sono partito dalle parti cantate, chiaramente: hanno scelto me, Francesca, Sergio ed Elodie perché siamo musicisti. Branch è il co-protagonista, c’erano tante righe da doppiare, ma non mi sono reso conto del tempo effettivo passato nello studio, ho studiato insieme ai fonici, per capire il più possibile. Sono abbastanza nerd in questo! L’obiettivo non facile era matchare, tra l’inglese e l’italiano: penso a Girls Just Want to Have Fun: la mia voce si sovrapponeva bene con quella di Justin Timberlake (che nella versione originale doppia Branch, ndr.). È stata una bella soddisfazione, e quello è il brano che mi ha fatto definitivamente dire di sì…».
HOMER & PETER – «In Italia la tradizione del doppiaggio è importante. Ma, se dovessi scegliere delle voci per me significative, dico che mi ha accompagna quella di Homer, semplicemente mitologica. Poi, è arrivata quella di Peter Griffin, tra l’altro Daniele (Mona, bassista dei The Kolors ndr.), si è proprio tatuato i Griffin e ride nello stesso modo di Peter… Insomma, la costante è questa: Peter Griffin adesso, Homer Simpson negli anni dell’adolescenza».
MUSICA LEGGERA – «Oggi il pop come genere assoluto non può esistere se rispetta dei canoni ferrei. C’è dentro tutto. Il pop è l’emblema della gioia, in gergo si chiama “musica leggera”, perché è vicina al popolo, è mainstream. Per questo è sempre stata bersaglio della ribellione: il rock vuole abbattere la formula, gli schemi. Per dire, i Rolling Stones e i Beatles erano i lati della stessa identica medaglia. In fondo non si può categorizzare la massa, il popolo che ascolta è contaminato da tante cose: sono convito che se ascolti Marilyn Manson ti piace anche Tiziano Ferro. Il pop e il rock non si sono mai fatti la guerra davvero, più che altro è una questione di mentalità».
BREAKING BAD – «L’industria della musica e del cinema è cambiata. Senza pensare troppo alla nostra situazione, adesso il film lo si guarda di più sul divano. Le piattaforme hanno cambiato il modo di vedere e di produrre. Stessa analisi, stesso risultato. Spotify ha rivoluzionato il modo di ascoltare la musica: puoi creare la tua playlist con Madonna, John Lennon e Cesare Cremonini. C’è più possibilità di decidere cosa ascoltare. Rap, trap, indie. Tutto. E in questo modo anche il cinema sta mutando: la serie tv prima era considerata secondaria? Senza ambizioni? Adesso è quasi il contrario. I contenuti sono essenziali, e ti permettono di appassionarti ancora di più: prendiamo Breaking Bad. La estendi su più stagioni, su più puntate. Entri letteralmente dentro ad un mondo».
LA SOSTANZA – «La stretta attualità? Ho una visione mia, è tragica, chiaro, ma cerco di prendere il positivo, anche da una situazione così negativa. Cè una meditazione forzata, hai più tempo per riflettere, su cosa sei, su cosa ti piace. Non sei condizionato da i bombardamenti della vita quotidiana. Non mi stupirò di vedere cambi di relazioni e di lavoro. Stiamo forse cambiando. Chiaro, vorrei finisse ora, ma è bello pensare che alla fine di tutto questo avremo una forza nuova nel capire la direzione da prendere. Poi, in questo momento storico pieno di ansia, c’è un ridimensionamento della comnunity degli influencer: si sta capendo che è più bello condividere qualcosa di reale e sostanzioso…»
- Trolls World Tour | La recensione
Francesca Michielin, Elodie, Stash e Sergio Sylvestre e il doppiaggio di Trolls World Tour:
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