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Sex Education 4 | Asa Butterfield, Emma Mackey e il lungo addio al clan di Moordale

La quarta e ultima stagione, il retaggio e quel finale atteso. Ma cosa resta della serie Netflix?

La locandina promozionale della quarta stagione di Sex Education
La locandina promozionale della quarta stagione di Sex Education

ROMA – Nel magico mondo del binge watching e delle serie divorate in pochi giorni – o poche ore – ci sono storie che non vorremmo mai finire per non abbandonare personaggi e luoghi a cui siamo affezionati. Una di queste? Senza dubbio Sex Education, una delle più esplicite, innovative e apprezzate degli ultimi anni. Una serie sull’educazione sessuale che di fatto ha insegnato tante cose ai più giovani, la più importante proprio il superamento del tabù sul sesso, oltre che l’importanza del dialogo e dell’accettazione di sé. Quattro coloratissime stagioni in cui le tematiche sessuali e relazionali tipiche dell’adolescenza – ma non solo – sono state raccontate come mai prima. Merito di un cast incredibile, formato da giovani attori (al tempo della prima stagione in gran parte sconosciuti) e di una scrittura estremamente moderna e sensibile.

Ncuti Gatwa e Asa Butterfield in una scena di Sex Education 4
Ncuti Gatwa e Asa Butterfield in una scena di Sex Education 4

Non ultimo, un’ambientazione mai vista prima che unisce stili ed epoche, moda e musica in un tempo sospeso, un luogo ideale e idealizzato. Sex Education è nata nel 2019 dalla mente di Laurie Nunn, giovane sceneggiatrice britannica, e racconta le vicende di un gruppo di studenti della Moordale High, liceo di Moordale, cittadina fittizia del Regno Unito. Protagonista della storia è Otis (Asa Butterfield, lo ricordate in Hugo Cabret?), un adolescente impacciato che si ritroverà a dare consigli sul sesso ai suoi compagni di scuola, pur non sapendo nulla sull’argomento. Otis metterà su una vera e propria clinica a pagamento insieme a Maeve (Emma Mackey), ragazza solitaria ed emarginata di cui finirà per innamorarsi, dando inizio ad un rincorrersi senza fine. Attorno a questi, altri personaggi, tutti con un proprio arco narrativo e un percorso autonomo rispetto a quello dei protagonisti.

Gillian Anderson e Asa Butterfield madre-figlio in Sex Education
Gillian Anderson e Asa Butterfield madre-figlio in Sex Education

Da Eric (Ncuti Gatwa), migliore amico di Otis la cui identità gay, seppur vissuta sempre liberamente, affronta vari passaggi legati non solo alle relazioni amorose ma anche alla famiglia, all’identità culturale e alla religione, ad Aimee (Aimee Lou Woods) migliore amica di Maeve, che intraprende un percorso di rinascita, un abbandono cruento dell’innocenza che porta a una rinascita e consapevolezza di sé, passando per Adam (Connor Swindells), Ruby (Mimi Keene) e Jackson (Kedar Williams-Stirling). Accanto a loro, in Sex Education, anche alcuni adulti tra cui spicca Jean Milburn, la mamma di Otis, interpretata magistralmente dall’ex-X-Files Gillian Anderson. Anche lei, seppur lontana dai turbamenti dell’adolescenza, vivrà un percorso di crescita come madre ma soprattutto come donna offrendo una visuale su tematiche della vita adulta ancora troppo poco trattate, come la depressione post partum.

Emma Mackey in una scena di Sex Education 4
Emma Mackey in una scena di Sex Education 4

Nel 2021 i ragazzi di Moordale avevano lasciato il pubblico con un finale di stagione inatteso e aperto a mille sviluppi, la rottura tra Eric e Adam, il parto di Jean, il processo di guarigione di Aimee, la partenza di Maeve e il lieto fine con Otis rimandato ancora una volta. Li abbiamo ritrovati pochi giorni fa sapendo che questo sarebbe stato l’ultimo appuntamento con Sex Education, l’ultima seduta di terapia sessuale di gruppo. Per la prima volta l’ambientazione è cambiata, non ci troviamo più alla Moordale High ma nella modernissima Cavendish, un liceo autogestito dagli studenti in cui regnano la tolleranza, l’accettazione, la sostenibilità e il dialogo, chiaramente del tutto irrealistico. Qui gli studenti della Moordale dovranno trovare una nuova collocazione sociale, accanto a nuovi e sempre più colorati compagni di scuola.

Aimee Lou Wood in una delle scene chiave della quarta stagione della serie
Aimee Lou Wood in una delle scene chiave della quarta stagione di Sex Education

Cresce il numero dei personaggi in Sex Education, e con esso la quantità di tematiche da affrontare, forse troppe per poterle affrontare tutte allo stesso modo. Grazie al sapiente uso della scrittura e all’alternanza di momenti comici e drammatici, mai come in questa stagione però Sex Education ha spinto il pubblico a riflettere e interrogarsi sulle questioni che sì, partono dal sesso, ma hanno radici molto più profonde. Una su tutte la transizione di Cal (Dua Saleh) e il senso di solitudine incomunicabile che questa comporta, ma anche la vicenda di Aimee che, dopo essere stata vittima di molestie, ritrova sé stessa e dà voce al proprio dolore attraverso l’obiettivo della macchina fotografica. E infine Adam che riesce ad esprimere i suoi sentimenti, finalmente consapevole della propria identità, e ricuce un rapporto con suo padre.

George Robinson in un momento della quarta stagione
George Robinson in un momento della quarta stagione

Il tentativo di voler rappresentare massicciamente il mondo di oggi con le sue sfumature di genere, colore e orientamento sessuale è evidente anche se non del tutto riuscito. Il numero di tematiche presentate nella narrazione era talmente alto da non permettere il doveroso approfondimento di ciascun tema. Emblematica in tal senso la protesta di Isaac. Tra le mille iniziative per l’inclusione nessuno ha ritenuto indispensabile che ci fosse un ascensore funzionante per lui che si trova sulla sedia a rotelle. Un monito che forse vuole ricordaci che spesso le battaglie più complesse ci distraggono da ciò che accade molto più vicino a noi. Nonostante tutto però è sempre presente quello sguardo profondo ed empatico nel racconto che non scade mai in cliché e che ha reso Sex Education la teen comedy più riuscita degli ultimi anni.

Alistair Petrie e Connor Swindells in un momento della quarta stagione
Alistair Petrie e Connor Swindells in un momento della quarta stagione

Ci sarebbe altro da dire? Probabilmente sì, e rimane ancora qualche dubbio sul risvolto di alcune tematiche. Ma una storia teen termina (inevitabilmente, sì, come la vita) con la fine del liceo e con tutti i nodi centrali della storia che vengono sciolti. «Qualcosa ha iniziato ad accadere durante il processo di scrittura e mi sono resa conto che, quando siamo arrivati all’episodio finale, non c’erano più ostacoli e tutto si era risolto da solo. Quindi ho avuto la sensazione che se avessi lasciato i personaggi lì, mi sarei sentita felice per loro e fiduciosa per il loro futuro», ha spiegato la Nunn. Forse proprio intercettando questo pensiero, nel congedarsi dal pubblico – non senza qualche lacrima – Sex Education sceglie le note di una canzone come Let It Be, un invito a lasciare che il futuro segua il suo corso in attesa di ciò che accadrà domani…

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